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Cronache

Frodavano il fisco per finanziare l’onorata previdenza e assistenza dei picciotti Casalesi: 63 indagati

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La gestione del welfare degli affiliati al crimine organizzato fa registrare un cambio di passo e dalle estorsioni il clan dei Casalesi e’ passato a un sofisticato sistema di frode fiscale per sostenere i suoi carcerati. Non rappresenta una novita’ ma una conferma investigativa la maxi operazione anti riciclaggio dei finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dei Comandi Provinciali di Napoli, Caserta e Salerno, che oggi, coordinati dalla DDA partenopea, hanno notificato 63 misure cautelari per il reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio a vantaggio del clan dei Casalesi in tre province della Campania: Napoli, Caserta e Salerno. Tutto nasce da un accertamento tecnico, una consulenza, affidata dagli investigatori a un funzionario della Banca d’Italia che ha fatto emergere flussi finanziari anomali. A gestire il sofisticato meccanismo, basato sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di una fitta rete di societa’ fittizie, erano persone legate alla fazione “Zagaria” del clan, in particolare Giuseppe Guarino, cognato di Giacomo Capoluongo, fratello di Maurizio, che e’ stato scarcerato di recente dopo avere scontato una pena al 41bis. Ma, ai vertici c’erano anche Luigi Esposito, Salvatore Prato e Armando della Corte, tutti finiti in carcere. Il sistema, complesso e stratificato – sono tre i livelli individuati: societa’ “a monte”, societa’ “a valle”, e “spicciatori” – ha consentito di ricavare denaro contante da destinare al welfare sfruttando un sistema appositamente studiato da “colletti bianchi”. I settori “merceologici” individuati per le truffe sono quello dei carburanti e del legname: il primo e’ stato scelto – ritengono i pm – in virtu’ dell’entita’ dei guadagni che e’ in grado di generare (milioni e milioni di euro non pagando accise e Iva). Ma un peso nella scelta l’hanno avuto anche le difficolta’ insite nell’accertamento delle frodi, che emergono solo dopo diversi mesi, in sede di dichiarazione. E nel frattempo, il clan accumulava ingenti somme. Fondamentale, e’ emerso dall’attivita’ investigativa, e’ risultato il ruolo ricoperto dalla fitta rete di “spicciatori” (una trentina quelli finora individuati) incaricati di eseguire i prelievi di denaro contante in banca o alle Poste, per cifre contenute in maniera tale da non innescare gli “allert” dell’antiriciclaggio. Le somme prelevate, comunque, ammontano complessivamente, a 80-100 milioni di euro, nel periodo che va tra il 2016 e il 2020. Mediamente sono stati prelevati circa 55mila euro al giorno. Il denaro poi veniva ceduto a esponenti del “clan dei Casalesi” che lo utilizzavano per provvedere al sostentamento delle famiglie di detenuti del clan. Tra gli “spicciatori”, una figura assimilabile ai pusher che nelle piazze di spaccio vendono lo stupefacente “al dettaglio”, spicca una donna che tra il 20 ottobre 2019 e l’8 gennaio 2020 ha movimentato sui suoi rapporti finanziari fittizi oltre 6 milioni di euro, provenienti, tra l’altro, da societa’ gia’ coinvolte in altri procedimenti penali per reati tributari.

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Muore la terza vittima ferita nella sparatoria a Monreale

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Salgono a tre le vittime della sparatoria della scorsa notte a Monreale (Palermo). E’ morto in ospedale uno dei tre feriti: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni, era ricoverato al Civico di Palermo. Gli altri due deceduti sono Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni.

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Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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