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Nei pesi altro bronzo, Pizzolato ‘testa e cuore’

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Continua il momento magico dell’Italia del sollevamento pesi di Tokyo 2020. Oggi e’ arrivata la 3/a medaglia dopo quelle di Zanni e Bordignon, con il siciliano Nino Pizzolato nella categoria degli 81 kg. L’azzurro e’ stato protagonista di una gara al cardiopalma all’International Forum, giocata chilo su chilo, in cui, molto coraggiosamente, ha tentato il tutto per tutto, provando anche il record olimpico. Il poliziotto azzurro ha chiuso con uno strappo a 165 e uno slancio a 200 kg, per un totale di 365 kg. Oro al cinese Lyu con 374, argento al dominicano Bonnat con 367. “Ci ho provato fino alla fine, non ho nessun rimorso – commenta poi un emozionatissimo Pizzolato con la medaglia di bronzo al collo – e’ stata una gara bellissima, la rifarei altre cento volte. C’ero con la testa e con il cuore”. Pizzolato, per il quale e’ ormai un solo un brutto ricordo la vicenda della squalifica di 10 mesi subita nel 2018 per bullismo ai danni di altri ragazzi azzurri, entra in gara con 165 kg, oggi e’ un’altra persona e un altro atleta: entra sicuro in gara, ma il braccio sinistro ha un tentennamento di troppo. Non va quindi la sua prima prova, come non va quella del cinese Xiaojun Lyu con la stessa misura, ma Pizzolato non aspetta troppo per tornare in pedana e trovare quei 165 che lo portano momentaneamente al vertice della classifica. Dopo di lui tenta il peso il cileno Arley Mendez Perez ma deve accontentarsi di mantenere valida la sua prima prova a 160; sbagliano anche il turkmeno Rejepov a 167 e il colombiano Rodallegas Carvajal a 168. A tentare quest’ultima misura, per la sua terza prova, e’ proprio Nino Pizzolato, ma nemmeno a lui riesce. L’ultimo a salire in pedana nella specialita’ nello strappo e’ di nuovo Xiaojun Lyu, con una super misura a 170 kg; il 37enne cinese riesce a sollevare il carico e a mettere la firma sul nuovo record olimpico di specialita’. Al cardiopalma la gara di slancio in cui si inserisce prepotentemente il domenicano Zacarias Bonnat Michel, che entra in scena con 198. Con l’uscita di scena del turkmeno Rejepov e del lettone Suharevs, a contendersi le medaglie restano il cinese Lyu, Pizzolato, Bonnat e l’americano Maurus. Pizzolato entra con una prima prova da applausi a 200 kg che lo porta a soli 2 kg dal primo posto occupato dal cinese (entrato a 197) ma l’americano regge il passo; Bonnet lo supera con 202 mentre Nino non riesce a reggere i 203, sempre per un cedimento del gomito sinistro. Per Pizzolato e’ medaglia ma l’azzurro tenta il tutto per tutto con 210; perfetta la girata al petto ma non la spinta. Nino si ferma a 365 kg di totale per la medaglia di bronzo. “La voglia di portare a casa quel 210 – ha detto Pizzolato – e’ ancora grande ma servira’ per dare un passo in piu’ alle prossime preparazioni. Abbiamo fatto capire che i cinesi non sono lontani e non sono impossibili da raggiungere. La Cina adesso sa che ci siamo, gli abbiamo bussato e… alla prossima! Adesso mi godo questa medaglia di bronzo. Questa medaglia non e’ un caso: abbiamo un grande gruppo, in cui ci stimoliamo a vicenda, con uno staff fantastico, completo sotto tutti gli aspetti. Dedico la medaglia ai nonni, che ho perso recentemente: Baldassare, Ninfa, Antonino e Antonietta”.

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Trovato in Francia il pallone d’oro rubato a Maradona: andrà all’asta

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Il 6 giugno andrà all’asta in Francia il Pallone d’Oro di Maradona, si quello che venne rubato dal caveau della Banca della Provincia di Napoli in via Duomo. Era il 26 ottobre 1989. Un furto clamoroso, un colpo avvenuto scavando cunicoli da parte degli uomini del clan di Giuseppe Misso. Aprirono le svuotarono molte cassette di sicurezza, anche quelle di Diego Maradona e dell’allora sua moglie Claudia. All’interno, il pallone d’oro vinto dal campione nel 1986. Oggetto che lo stesso calciatore aveva provato a recuperare chiedendo ad altri personaggi napoletani ma senza successo.

Come sia venuto alla luce il Ballon d’Or ha del rocambolesco, lo racconta l’Equipe annunciando l’asta della casa Aguttes a Neuilly Sur Seine, Parigi. Un pezzo importante che sembrava perduto: c’era chi riteneva che fosse stato fuso per farne lingotti visto quanto scottava… In realtà è finito in possesso di un signore franco -algerino, gallerista, ex gioielliere: Abdelhamid B. che è stato rintracciato e intervistato dal giornalista di France Football, Theo Troude. A lui ha spiegato di aver acquistato degli scarti proprio della casa d’aste Aguttes attraverso un’altra ditta la Tessier & Sarrou dove spesso ha recuperato oggetti che si sono rivelati essere buone occasioni. Questo nel 2016, quando l’ex gioielliere ha acquistato alcune casse d’oggetti, fra le quali una contenente trofei sportivi: molta paccottiglia, tanti oggetti inutili, ma anche la Scarpa d’oro persa da Van Basten, che era stato premiato nella stessa cerimonia di Parigi di Maradona oltre al pallone d’oro.Anche la scarpa andrà all’asta ma in un lotto diverso.


Quanto al ‘Ballon d’Or’ ha dovuto faticare non poco per capire che era proprio quello di Maradona: ha anche cercato di rintracciare il suo mito ma non c’è riuscito e nel 2020 il campione è morto. La certezza che fosse davvero quel cimelio prezioso rubato a Napoli solo un mese fa ed ora l’asta. Che potrebbe essere milionaria. Secondo la casa d’aste potrebbe addirittura valere tra 12 e 15 milioni.

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Solito Napoli, l’Udinese pareggia a fine partita e spera ancora nella salvezza

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Pareggio amaro per il NAPOLI, che nel finale viene ripreso dall’Udinese non andando oltre l’1-1 sullo stesso campo dove, poco più di un anno fa, conquistava il terzo scudetto della sua storia. Al momentaneo vantaggio siglato da Osimhen ha risposto nel finale Success, firmando un pari che concede ancora speranza in ottica salvezza per il club friulano.

Avvio di palleggio da parte degli azzurri, che al 16′ lanciano il primo segnale di pericolo con la punizione dalla trequarti battuta forte da Lindstrom verso la porta e disinnescata da Okoye. Gara che fatica tuttavia ad accendersi, con un’Udinese ordinata e che al 34′ si affaccia in avanti trovando la conclusione dalla distanza di Samardzic che fa girare il sinistro ma non trovando lo specchio difeso da Meret. Bianconeri pericolosi, così come al 44′, con Bijol che raccoglie un pallone sporco in area e calcia in girata spedendolo però di poco largo. Il pareggio reggerà fino al 51′, con Politano che dalla destra mette il cross velenoso sul quale arriva Osimhen che di testa batte Okoye e porta avanti il NAPOLI. Udinese in svantaggio ma pronta a rispondere, dopo meno di dieci minuti, con il neo entrato Davis che si accentra dalla destra e lascia partire il tracciante mancino sul quale è reattivo Meret in tuffo.

 

Finale di partita in cui la formazione di Cannavaro aumenta possesso e transizioni avanzate, lasciando maggiore spazio al NAPOLIche all’80’ troverebbe anche il 2-0, ancora con Osimhen, pescato però in posizione di offside dal Var. Partenopei in gestione nei cinque minuti di recupero conclusivi ma al 92′ è Success a firmare il pari ai bianconeri, con il cambio di campo di Zemura a servire Kristensen che dalla corsia di destra serve l’assist per aggancio e girata vincente del numero 7. È proprio il primo gol in campionato dell’attaccante nigeriano a regalare un punto importante in chiave salvezza all’Udinese di Cannavaro, con il NAPOLI che viene così condannato al terzo pareggio nelle ultime quattro partite.

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Scioperano i giornalisti Rai, ma Tg1 e Tg2 in onda

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Si accende lo scontro politico nel giorno dello sciopero proclamato dall’Usigrai per protestare contro le politiche aziendali, ma anche in difesa dell’autonomia e della libertà. Il dibattito va oltre la riuscita o meno della protesta che secondo i promotori ha raggiunto adesioni altissime, nonostante siano andate in onda le edizioni del Tg1 e del Tg2, oltre ai notiziari di Rainews24. Nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un nuovo appello “sul valore della libertà d’informazione per il mantenimento della democrazia”, a dividere i partiti è stato il ruolo del governo e le sue presunte ingerenze nel settore. “Dopo le notizie false, le campagne denigratorie sugli avversari politici e le censure, Telemeloni nega anche il diritto allo sciopero, un principio costituzionale con la complicità dei vertici aziendali su precisi input politici”, ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Si rassegni – hanno replicato i componenti di Fdi nella Commissione di Vigilanza -, in Rai ormai c’è il pluralismo. Il tempo in cui la sinistra considerava questa azienda una proprietà privata è finito”. È la prosecuzione dello scontro avviato ieri dopo l’accusa di Viale Mazzini al sindacato di diffondere fake news. Oggi, in una conferenza stampa convocata alla Stampa Estera, Fnsi, Usigrai e giornalisti della Rai hanno denunciato ingerenze e censure. A partire da Serena Bortone che ha affermato di non aver mai visto nella sua vita lavorativa un caso come quello della mancata partecipazione di Antonio Scurati a Che Sarà e ha chiesto ai vertici Rai di dare una risposta definitiva (mercoledì sera sono attesi in Vigilanza). Sifrido Ranucci ha ricordato tutte le querele subite e stigmatizzato la frase della premier Giorgia Meloni che ha definito un linciaggio l’inchiesta sull’accordo sull’immigrazione con l’Albania in onda su Report. “Dall’approvazione della legge Renzi in poi la situazione in Rai è peggiorata – ha aggiunto -. È peggiorata soprattutto nell’ultimo anno”. Hanno colpito le parole di Enrica Agostini, firma di Rainews24, che ha detto di non aver “mai subito le pressioni e le censure che subisco in questo periodo”, sottolineando le difficoltà di dare notizie come quella del ministro Lollobrigida sul treno, quelle su Andrea Giambruno o su Nicola Gratteri che ha proposto i test attitudinali ai politici.

“C’è un attacco ai diritti costituzionali, non è una questione che riguarda solo l’informazione”, ha detto il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, attaccando quella “minoranza di giornalisti che si organizza per tentare di far fallire uno sciopero”. Il boicottaggio, secondo il sindacato, è portato avanti dai dirigenti della tv pubblica, insieme ai 350 iscritti del neonato sindacato Unirai, che ha contestato la ragioni della protesta e rivendicato la fine del monopolio sindacale anche in Rai. “Il muro è crollato e abbiamo dimostrato di essere un sindacato vero, nonostante i continui tentativi di insultarci”, ha affermato il segretario Unirai, Francesco Palese. Oltre a Tg1, Tg2 e Rainews24, sono andati in onda anche i programmi di approfondimento. Sono saltati, invece, il Tg3 e i notiziari regionali, esclusi quelli della Puglia e del Molise. Il segretario dell’Usigrai, Daniela Macheda, ha fatto sapere che “l’adesione è stata altissima” – oltre l’82% nella TgR – ed è fallito il tentativo di boicottaggio da parte di chi ha messo in piedi notiziari con servizi insolitamente lunghi e notizie di costume, insomma “con il trucco”.

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