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Champions, è sfida tra lo sceicco e l’emiro: sarà battaglia tra dream team e City

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La sfida tra l’emiro e lo sceicco, con spese milionarie impossibili da sostenere anche per gli altri club piu’ ricchi, traccia il mercato della Champions League e lancia Psg e Manchester City verso nuovi trofei. I parigini rastrellano campioni, il City sta per chiudere l’affare dell’anno con Kane. Si attende la risposta del Chelsea di Abramovich mentre Real Madrid e Barcellona sono alle prese con la cura dimagrante per rientrare nei canoni della Liga. Il Bayern, piu’ sobrio, mantiene la sua competitivita’. Ancora in sospeso la posizione di Mbappe’, Lewandowski e Haaland. – PSG: il ruggito dei parigini scuote il mercato. Sulla carta finora ha speso ‘solo’ 70 mln per Hakimi. Il monte ingaggi sale alle stelle pero’ per i tre super parametri zero. Donnarumma vincera’ la concorrenza di sette portieri in rosa e guadagnera’ 10 mln l’anno, cinque in meno della leggenda Real Sergio Ramos. A centrocampo un altro top player, l’olandese Wijnaldum (10). Esborsi da nababbi, che si aggiungono a quelli di Mbappe’, Neymar, Marquinos, Di Maria. Leonardo ha in testa un dream team e sta provando per Pogba e anche per Ronaldo. In tal caso potrebbe avversarsi il desiderio di Mbappe’ di andare al Real. Pochettino puntera’ dritto alla Champions e a riprendersi lo scudetto di Ligue1 lasciato per sciatteria al Lilla. –MANCHESTER CITY: un regalino da 175 mln. E’ quello che il club campione d’Inghilterra sta facendo a Pep Guardiola per favorire l’ulteriore assalto alla Champions, fallito in finale. E’ in arrivo infatti il capitano inglese Kane, stufo di non vincere nulla col Tottenham. Partito Aguero Guardiola tornera’ a usare il centravanti sfruttando le grandi doti anche di rifinitore di Kane. Potrebbe partire Sterling, potrebbe arrivare Grealish, ma gia’ cosi’ il City e’ una macchina da gol sontuosa, in grado di fare l’en plein. – MANCHESTER UNITED: la Champions manca dall’addio di Ferguson (2013), gli ultimi titoli sono stati vinti nel 2017 da Mourinho. L’United continua a sperperare e a ottenere piazzamenti. Ora ha investito 85 mln per il giovane attaccante Sancho, inglese cresciuto nel Dortmund, e punta su Varane che costituirebbe una coppia di ferro con Maguire. Bruno Fernandes, Pogba (se restera’) e Rashford trainano la squadra che provera’ a tornare agli antichi fasti. Ma la guida di Solskjaer convince sempre poco. – LIVERPOOL: e’ ancora sotto choc dopo l’ultima deludente stagione. Wijnaldum e’ andato via a parametro zero, torna guarito il re della difesa Van Dijk, affiancato dal promettente Konate. Klopp aspetta il rientro in forma del trio d’attacco, soprattutto Salah, ma serve di piu’ per tornare ad eccellere. – CHELSEA: i campioni d’Europa hanno solo da rifinire, ma Abramovich cerca comunque un colpo in avanti e sonda Lewandowski e Haaland che hanno quotazioni diverse per l’eta’. Intanto ha ceduto Tomori e Giroud al Milan e ha preso il difensore del Siviglia Kounde. Tuechel sa che il club non lesinera’ soldi per dare l’assalto alla Premier. – REAL MADRID: l’aziendalista Ancelotti accetta i tagli imposti dalla crisi. Lo stipendio di Sergio Ramos (15 mln) viene spostato su Alaba, l’unico nome nuovo. Restano gli anziani Modric e Kroos, torna indesiderato alla base Bale col carico di 17 mln annui. A meno di un investimento monstre su Mbappe’ Ancelotti dovra’ gestire al meglio la sua comunque ricca rosa. – BARCELLONA: sta ancora peggio con un buco di 1173 milioni della gestione Bartomeu. Per ora non puo’ ritesserare Messi che si e’ tagliato lo stipendio ne’ i parametri zero Aguero, Depay, Eric Garcia e Emerson Royal. Gli ingaggi di Griezman, Coutinho, Dembele’, Umtiti, Pjanic pesano come macigni, non sara’ facile il compito di Laporta. – BAYERN MONACO: sana gestione, competenza, risultati. I bavaresi portano in panchina il nuovo guru Nagelsmann, un anno meno di Neuer e quasi coetaneo di Mueller e Lewandowski. Il tecnico ha pero’ un gruppo giovane e valente (Davies, Musiala, Coman, oltre i quotati Kimmich, Gnabry, Sane’, Pavard). Voleva troppi soldi Alaba ed e’ stato sostituito dal promettente Upamecano (42 mln), e’ andato via anche Boateng. Se Lewandowski non rinnova puo’ prendere quota la candidatura di Haaland. – LE ALTRE: Non stanno con le mani in mano gli altri club d’elite. Il TOTTENHAM sta per accettare la cifra record di 185 mln per Kane, intanto Paratici ha preso Gollini e vuole chiudere per Romero per un totale di 85-90 mln all’Atalanta. Son ha prolungato il suo contratto. L’ARSENAL ha ingaggiato il centrocampista Sambi Lokanga e ora puo’ cedere Xhaka alla Roma. Investitura per il giovane Smith Rowe: avra’ la n.10 di Ozil. Colpi dispendiosi per due attaccanti: il LEICESTER ha speso 30 mln per il gambiano Daka, l’ASTON VILLA 38 per l’argentino Buendia L’ATLETICO MADRID campione di Spagna ha piazzato il colpo De Paul per 35 mln, complicato il ritorno di Griezmann. Il SIVIGLIA di Monchi per ora e’ fermo al portiere Dmitrovic. Il LIPSIA ha ingaggiato Andre’ Silva per 23 mln, il DORTMUND dovrebbe tenere un altro anno Haaland. In Francia il MARSIGLIA ha programmi ambiziosi con Sampaoli: per 25 mln torna in Europa Gerson, dalla Roma arrivano Pau Lopez e Under.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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30 anni senza Ayrton Senna, nel mondo saudade senza fine per un mito dell’automobilismo

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“Un giorno che non sarà mai dimenticato dai brasiliani” titolava ‘O Globo’. E non era per celebrare la vittoria in uno dei cinque mondiali conquistati dalla nazionale del paese dove il futebol’ è un’autentica religione. No, era riferito al prossimo 1 maggio, quando saranno 30 anni dalla scomparsa, quel tragico giorno del 1994 a Imola, di Ayrton Senna. Un idolo nel suo paese, ma una icona mondiale il cui mito vive anche nelle generazioni che i prodigi del pilota non hanno potuto ammirare. Per capire cosa significhi tuttora per i suoi connazionali il ‘tricampeao’ del mondo della formula uno, morto a soli 34 anni, basta andare al cimitero di Morumbi (il quartiere dell’alta borghesia di San Paolo, di cui Senna faceva parte) dove è sepolto.

Caro Ayrton, un libro di Anna Maria Chiariello a 25 anni dalla scomparsa del grande Senna

Lì, vicino alla lapide coperta dai fiori, c’è un albero che ‘custodisce’ le testimonianze lasciate dai visitatori in onore del loro idolo scomparso tragicamente e troppo presto, ci sono anche pezzi di carta con preghiere e invocazioni, quasi degli ex voto con scritto “proteggimi” o “fammi trovare un lavoro”. Proprio così, perché Senna per tanti è una divinità, e non è certo un’esagerazione il detto secondo cui non esiste brasiliano dai 40 anni in poi che non si ricordi cosa stesse facendo in quel momento, quando da Imola arrivò la terribile notizia. Ayrton Senna è un sentimento, non solo saudade ma fede, amore, qualcosa, anzi qualcuno, che non potrà mai essere dimenticato, e in Brasile ancora oggi le sue 161 gare disputate vengono analizzate una per una, per capire quale fosse il suo segreto, oltre al talento che Dio, nel quale Ayrton credeva fortemente, gli aveva donato.

Sono giorni che a Rio, San Paolo, Porto Alegre e in ogni altro angolo del Brasile si parla e si scrive di Senna, non solo dei 30 anni dalla sua morte, ma anche, è successo a marzo, dei 40 anni dal suo esordio in F1 con la Toleman, e subito “fu l’inizio di un amore – hanno scritto i giornali locali – e della sua consacrazione”. I grandi network nazionali hanno ricordato che Senna è stato il modello di Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, che non ha mai nascosto l’amore per il Brasile e per quel fenomenale campione di cui possiede un casco, mentre il fenomeno di oggi, Max Verstappen ha ricordato che “le vetture di allora erano molto differenti, e sono certo che se Senna corresse oggi guiderebbe in modo diverso. Ma vincerebbe ugualmente”.

Al Corinthians, squadra del cuore del pilota è stato chiesto, in vista del trentennale di Imola, per onorare le memoria del suo tifoso così speciale di riutilizzare la maglia di qualche stagione fa, quando al posto della scritta dello sponsor sul petto dei giocatori del ‘Timao’ era stato stampato l’autografo di Senna. Intanto alcuni facoltosi appassionati stanno partecipando all’asta per acquistare la Honda NSX che Ayrton utilizzava per spostarsi nei periodi che trascorreva in Portogallo.

Apparteneva ad una persona di nazionalità britannica, di cui non si è fatto il nome, che ora l’ha messa in vendita, al prezzo base di 500mila sterline, circa 580mila euro. In Brasile non se la vogliono far sfuggire, e sarà una sfida all’ultimo real. Intanto, e soprattutto, rimane quel volto che è anche su tanti murales, amato da tutti e sinonimo di 41 gran premi vinti e tre titoli mondiali. Una striscia che avrebbe potuto continuare chissà fino a quando, ma il destino ha deciso diversamente. Di sicuro Ayrton Senna continua a vincere nei cuori della gente.

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Tifosi del Napoli in silenzio 17′: poi cori contro De Laurentiis, Calzona e squadra

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Un’atmosfera insolita ha avvolto lo stadio Diego Armando Maradona durante l’ultimo incontro di Serie A tra il Napoli e la Roma. I tifosi del Napoli, in particolare quelli delle curve, hanno scelto una forma di protesta silenziosa per esprimere il loro dissenso verso la direzione del club in una stagione che si sta rivelando particolarmente difficile.

L’incontro è iniziato in questo clima quasi surreale. Il Napoli, attualmente ottavo in classifica, sta vivendo una delle sue stagioni più turbolente, segnata da risultati deludenti come l’ultima sconfitta contro l’Empoli. La scelta di non cantare è stata un modo per i tifosi di evidenziare il loro malcontento e la loro insoddisfazione per come le cose stanno procedendo sia sul campo sia fuori.

Il silenzio dei tifosi è stato interrotto solo al 17esimo minuto, quando è scaturito un coro contro il presidente Aurelio De Laurentiis.Questo tipo di manifestazione pacifica, ma estremamente eloquente, evidenzia la frattura crescente tra la base dei tifosi e la leadership del Napoli.

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