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Rientrati in Italia da Malta gli studenti positivi

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E’ finita la brutta avventura per 161 studenti italiani che si sono contagiati a Malta, dove molti erano andati per una vacanza-studio: un charter della compagnia Neos li ha riportati in Italia. Al loro atterraggio a Roma Fiumicino ad attenderli i pullman, in strette condizioni di sicurezza, sotto la pancia dell’aereo, per condurli in un hotel Covid vicino all’aeroporto, dove e’ scattata la procedura messa a punto dal Ministero della Salute e dalla Protezione civile: prima il tampone e poi la decisione se proseguire l’isolamento nella struttura alberghiera o trascorrere il periodo di quarantena presso le proprie abitazioni, se queste sono in grado di garantire la sicurezza del confinamento fino alla guarigione. Nelle ultime ore la lista di chi e’ stato imbarcato sul volo, confrontata dalle autorita’ maltesi con quella delle richieste arrivate al consolato italiano a La Valletta, ha visto l’uscita di un gruppo che ha terminato la quarantena ieri ed ha scelto di rientrare in Italia con i propri mezzi (ma alcuni sono rimasti in vacanza sull’isola). E’ entrato invece un gruppetto di minorenni che erano arrivati a Malta nell’ambito del programma Erasmus+. Un’altra sessantina di studenti italiani, che non avevano contratto il virus ed erano risultati negativi, erano gia’ rientrati con un altro volo nei giorni scorsi. I rimpatri, organizzati dall’Ente per il turismo maltese (Mta) hanno riguardato anche i giovanissimi di altri Paesi europei con una serie di voli ad hoc, sia per i positivi sia per i negativi. Ieri sono rientrati in Francia 128 contagiati nell’isola del Mediterraneo mentre sempre oggi un altro volo partito da La Valletta ha riportato a casa i positivi spagnoli. Resteranno invece a Malta gli studenti tedeschi infettati: la policy tedesca – ha ricordato l’ambasciatore di Berlino nell’isola – prevede infatti che “gli individui testati positivi non devono oltrepassare le frontiere ma dovranno piuttosto concludere le loro quarantene ovunque essi siano testati, in questo caso, naturalmente, a Malta”. Lunedi’ scorso la Germania ha invece dato il via libera al rientro anticipato di una trentina di ragazzi negativi al test, ma posti in quarantena dalle autorita’ maltesi per aver avuto contatti con positivi. I focolai che si sono sviluppati nelle scuole d’inglese hanno piu’ che centuplicato i contagi a Malta in appena tre settimane: i casi attivi erano 23 il 27 giugno contro i 2.346 di giovedi’ scorso, piu’ del 90% non vaccinati e oltre un quarto del totale dei giovani studenti stranieri. E il governo maltese non ha potuto far altro che chiudere le 40 scuole d’inglese presenti a Malta e Gozo il 14 luglio, con soli cinque giorni di preavviso. “Attraverso questi voli, intendiamo ribadire che la sicurezza di tutti resta una nostra priorita’. Abbiamo deciso di rimpatriare gli studenti, per lo piu’ minorenni, negativi o positivi, seguendo procedure capaci di garantire tale sicurezza, per il bene loro, dei loro famigliari e di quanti hanno collaborato con noi affinche’ questa operazione si concludesse con successo”, ha sottolineato in una nota Carlo Micaleff, ceo della Mta. Non ci sara’ invece alcun aiuto per chi e’ entrato nel Paese per turismo ed e’ stato sottoposto alla quarantena nei covid hotel: il governo maltese ha infatti escluso di organizzare voli di rientro.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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