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Cronache

G20 sull’Ambiente, gli attivisti di Avaaz in piazza a Napoli con le maschere di Maradona

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A poche ore dall’inizio della riunione del G20 Ambiente, clima ed energia, gli attivisti di Avaaz che indossano le maschere di Diego Maradona hanno invitato le nazioni ricche del G20 a pagare il loro debito ecologico e a impegnarsi a finanziare azioni per prevenire ulteriori catastrofi climatiche e arrestare la perdita di biodiversità.
Diego Armando Maradona (1960-2020), argentino di nascita e napoletano di cuore, era amato al di là delle sue capacità calcistiche, difendendo i diritti degli indigeni, la protezione dell’ambiente e la crisi del debito sovrano del suo paese natale.
Oggi, a Largo Maradona, un locale dei Quartieri Spagnoli a Napoli che rende omaggio alla leggenda dello sport, Avaaz ha onorato la sua memoria e il suo messaggio facendo una campagna su un tema a lui caro e critico per le persone di tutto il mondo: clima e debito giustizia.

Oscar Soria, direttore della campagna di Avaaz, ha dichiarato: “La gente ha fame di speranza e il G20 deve dare risultati. Qui, dove è nata la pizza, Avaaz chiede al G20 di lanciare un messaggio forte con azioni concrete per costruire una ripresa giusta e verde per tutti. Come diceva Maradona l’anno scorso: non vogliamo più disoccupazione, non vogliamo più fame, non vogliamo più povertà”.

Pochi mesi prima della sua scomparsa, Maradona scriveva nel suo account Instagram: “Oggi il nostro Paese sta vivendo un momento molto difficile. Non solo a causa del Coronavirus, ma anche perché abbiamo un debito enorme, impossibile da pagare. Questo l’abbiamo già vissuto, e non può succederci di nuovo (…). Non vogliamo più disoccupazione, non vogliamo più fame, non vogliamo più povertà”.


I delegati del G20 sono stati “accolti” oggi da Avaaz con un annuncio a tutta pagina sul Financial Times. Lo spot recita: “I ministri dell’ambiente e dell’energia del G20 si incontrano oggi a Napoli. Questi rappresentanti delle 20 maggiori economie del mondo devono raddoppiare gli sforzi sui cambiamenti sistemici immediati per costruire una ripresa giusta e verde. Ciò include piani d’azione per il clima reali che mantengono il mondo al di sotto di 1,5 °C di temperatura globale; garantire che i vaccini COVID siano accessibili a tutti; un impegno a destinare il 50% del pianeta alla natura; spostando i trilioni dedicati ai sussidi ai combustibili fossili dannosi in soluzioni sostenibili; e la cancellazione del debito sovrano”.


L’annuncio continua: “È più chiaro che mai che la salute di tutta la vita sulla terra e la salute delle nostre economie sono profondamente intrecciate. Non ci sarà alcun successo climatico mentre miliardi si affannano per accedere al vaccino COVID e vengono finanziariamente schiacciati. E le nostre economie e la nostra salute precipiteranno ulteriormente solo se non riusciremo a tenere sotto controllo le crisi del clima e della biodiversità. Se questi cambiamenti suonano drammatici, basta considerare il dramma che si sta svolgendo dalla mega siccità in California alle inondazioni in Germania. Non c’è più tempo per le mezze misure”.

Con inondazioni mortali in Europa e Cina, incendi violenti negli Stati Uniti e in Africa, ondate di caldo in Russia, crisi idrica in Argentina e la preoccupante notizia che la foresta pluviale amazzonica sta ora emettendo più emissioni di carbonio di quante ne possa assorbire, la riunione dei ministri dell’Ambiente del G20 Giovedì a Napoli, l’Italia avrà chiaramente le mani impegnate.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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