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Palamara, per il gup sul trojan “pieno rispetto” norme

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Sono utilizzabili nel procedimento in corso a suo carico a Perugia i colloqui di Luca Palamara intercettati con il trojan, un virus informatico con cui era stato infettato il suo cellulare. E non occorre una perizia sul server nel quale sono transitati i file audio. Lo ha deciso il gup del capoluogo umbro che ha rigettato la richiesta della difesa dell’ex consigliere del Csm di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni e disporre l’accertamento tecnico. Istanza legata a quanto emerso in seguito a un esposto presentato ai pm di Firenze dai legali di Palamara e da Cosimo Ferri. Cioe’ che il flusso relativo ai dati captati dal trojan era transitato su un server ‘tecnico’ installato a Napoli dalla societa’ incaricata delle operazioni prima di arrivare a quello ‘ufficiale’ a Roma. Accertato anche un impulso partito dal cellulare dell’ex consigliere del Csm all’inizio di settembre 2019, quando le operazioni erano formalmente ‘chiuse’. Gli atti sono stati quindi depositati dai pm di Perugia nell’udienza preliminare in cui Palamara e’ accusato di corruzione e nell’ambito della quale il giudice ha fatto eseguire al personale specializzato della polizia postale un accertamento tecnico in contradditorio tra le parti (e’ tra l’altro emerso che sono stati “creati” prima del termine autorizzato per le intercettazioni i 20 file audio trovati sul server di Napoli). Oggi il gup ha respinto la richiesta di inutilizzabilita’, sottolineando per le intercettazioni tramite il captatore informatico “gli impianti sono stati installati nelle sale server delle procure nel pieno rispetto” delle norme che regolano queste operazioni. “In condizioni di sufficiente protezione quanto al transito sicuro del flusso dal telefono infetto al server finale di destinazione deputato allo stabile immagazzinamento dei dati” ha sottolineato ancora il giudice. Agli atti restano quindi i colloqui di Palamara, captati nel maggio 2019, che hanno messo nei guai molti suoi ex colleghi. Compresi quelli relativi alla cena all’hotel Champagne che adombrarono trattative sui vertici delle procure. I pm di Perugia – che nel frattempo hanno acquisito le dichiarazioni spontanee di Centofanti – hanno sempre rivendicato l’utilizzabilita’ delle intercettazioni. “Il giudice ha confermato la nostra posizione dopo una lunghissima discussione” ha sottolineato il procuratore capo Raffaele Cantone titolare del fascicolo con i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano. “Prendiamo atto della decisione del giudice e attendiamo gli esiti degli accertamenti definitivi da parte la procura competente di Firenze” il commento di Palamara sulla decisione del gup. “Ricorreremo in ogni caso agli organi competenti, sia in Cassazione sia eventualmente alla Corte europea” ha aggiunto. “La lotta per far emergere la verita’ sul trojan va avanti” ha quindi sottolineato il suo difensore, l’avvocato Benedetto Buratti.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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