Collegati con noi

Politica

Letta propone la tassa di successione ma Draghi lo ferma: non se ne parla proprio

Pubblicato

del

Enrico Letta vira a sinistra e chiede di aumentare le tasse ai ricchi, cioe’ sulle eredita’ milionarie, per aiutare i giovani, proponendo una dote da 10 mila euro per i diciottenni. Il segretario Pd ha messo sul tavolo un tema scivoloso, ben conoscendo le diffidenze che si portano dietro le formule al sapore di patrimoniale. E infatti, il centrodestra anche di governo ha detto subito “No”. E pure il presidente del consiglio Mario Draghi ha diplomaticamente frenato: “Non ne abbiamo mai parlato, ma non e’ il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli”. Al premier ha risposto via Twitter il vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano: “Presidente Draghi, la tassa di successione c’e’ nei paesi piu’ avanzati, la propongono il Fmi e l’Ocse, ne sta parlando Biden. Anche in Italia abbiamo bisogno di piu’ giustizia e piu’ coraggio”. Dal Nazareno e’ stato ribadito il “pieno sostegno al governo”, ma sottolineando che il partito “continuera’ a portare avanti le sue battaglie”. Letta ha fatto atterrare la sua proposta durante la terza giornata a Bruxelles, dove ha spinto a sinistra anche in politica estera, chiedendo all’Europa “di far sentire la sua voce” in Medio oriente, “per fermare la over reaction israeliana e arrivare ad una soluzione: il cessate il fuoco immediato e poi i negoziati per una soluzione pacifica”. Ma nel giorno in cui Draghi ha illustrato il Sostegni bis, sono state le ricette per far ripartire l’Italia a tener banco. Quella del Pd prevede aliquote progressive fino al 20% su eredita’ e donazioni oltre i 5 milioni di euro, per finanziare una dote da 10 mila euro destinata alla meta’ dei diciottenni italiani, quelli di famiglie con redditi sotto una certa soglia. “In Germania – hanno ricordato dal Nazareno – l’aliquota e’ al 30% e in Francia al 45%”. A “pagare” sarebbe l’1% degli italiani, ha sottolineato il segretario Pd, mentre la dote arriverebbe a 280 mila ragazze e ragazzi. “I giovani – ha detto Letta – sono i piu’ colpiti dagli effetti economici della pandemia. I giovani, delusi e in difficolta’, devono avere risposte”. Il segretario tiene cosi’ tanto alla proposta che, ha detto, nel confronto politico sarebbe “disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale”. Con vesti diverse, da anni le proposte che si rifanno sui patrimoni, o sugli stipendi, piu’ alti riaffiorano con una certa costanza. Fra le piu’ recenti c’e’ quella dell’allora capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, che nell’aprile 2020 lancio’ l’idea di “un contributo di solidarieta’ a carico dei redditi superiori a 80 mila euro” per aiutare le persone piu’ colpite dalla crisi legata al Covid. Mentre Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, si fece promotore di un emendamento – poi ritirato – per cancellare l’Imu e introdurre un’imposta progressiva sui grandi patrimoni. Anche stavolta, reazioni non incoraggianti. Anzi. Tranne il M5s, che non ha commentato, e Sinistra Italiana che ha parlato di “buonsenso”, le altre forze hanno attaccato: “Bene Draghi – ha detto dall’opposizione Giorgia Meloni – non e’ il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli”. Ma anche in maggioranza, il centrodestra ha alzato un muro: “Sono allucinato”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini. E la capogruppo azzurra al Senato, Anna Maria Bernini: “Con noi al governo non ci saranno ne’ patrimoniale ne’ aumento della tassa di successione”. Per il capogruppo Iv al Senato, Davide Farone, “la proposta di Letta e’ veramente fuori dal mondo”.

Advertisement

Politica

Da mini-condono a Salva multe, ecco i decreti in pole

Pubblicato

del

Tra il 22 e il 29 maggio, la date in cui dovrebbe riunirsi il Consiglio dei ministri, potrebbero vedere la luce almeno 5 provvedimenti, tutti piuttosto importanti per il governo anche alla luce delle prossime Europee. Tra i decreti annunciati ufficialmente c’è il cosiddetto ‘mini-condono’. Il progetto di legge, che il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini preferisce chiamare il ‘Salva-Casa’, punta a sanare tutte le difformità di tipo formale che non corrispondo alla planimetria dell’immobile: dal muro spostato al soppalco o alla veranda. Ma anche la finestra che è di 30 centimetri più in basso o più in alto rispetto al disegno originario. Con questo dl si potrebbero sanare anche le varianti in corso d’opera che non erano state disciplinate prima del 1977.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha poi promesso da tempo che si farà un decreto per ridurre i tempi delle liste di attesa nella Sanità. Ma questo, quasi sicuramente, non sarà all’attenzione dei ministri il 22 maggio perché sul tema, si spiega, sarebbe ancora in corso un confronto con le Regioni e si sarebbero ravvisati dei problemi di copertura. Tra gli altri provvedimenti in gestazione a Palazzo Chigi c’è quello fortemente voluto dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, per istituire l’Agenzia per lo sport professionistico. Un testo che gli enti di governo dello Sport, dalla Figc al Coni, starebbero guardando con una certa diffidenza e che potrebbe essere accorpato ad un altro decreto: quello di cui parla da giorni il ministero dell’Istruzione di Giuseppe Valditara in cui si affronterebbe, tra l’altro, anche il tema dei corsi di potenziamento per studenti stranieri.

E’ atteso inoltre anche un provvedimento ‘salva-infrazioni europee’. Per ora si tratta di un decreto ancora in stand-by perché sarebbe politicamente molto complicato varare questo testo senza risolvere prima il problema delle concessioni demaniali marittime. Un tema che ci vede in costante braccio di ferro con l’Europa. Più articolato il fronte della Giustizia dove, oltre ad un decreto sui giudici di pace, è in cantiere da tempo anche un disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati: cavallo di battaglia da sempre di Forza Italia. Il testo, che probabilmente potrebbe vedere la luce già nella riunione del 22 maggio, prevede, oltre a due distinti concorsi per giudici e Pm, anche l’istituzione di due diversi Consigli Superiori della Magistratura e la creazione dell’Alta Corte di giustizia per giudicare sulle toghe. A una delle due riunioni governative dovrebbe approdare anche un decreto legislativo attuativo della delega fiscale: quello che rivede le sanzioni tributarie, riducendole di un terzo ed eliminando quelle ‘maxi’ che arrivano fino al 240%. Chi commette violazioni fiscali pagherà al massimo il 125% di multa.

Le sanzioni amministrative verranno ridotte da un quinto a un terzo, avvicinandole ai parametri europei e introducendo un principio di maggiore proporzionalità. Sul fronte penale ci si allinea ai recenti indirizzi della giurisprudenza aiutando chi non può pagare per forza maggiore e decide di pagare rateizzando. Se, ad esempio, c’è la dichiarazione, la sanzione per l’omesso versamento dell’imposta viene ridotta al 25%. Pugno di ferro invece verso i comportamenti fraudolenti, anche sui bonus e sui crediti d’imposta. L’opposizione critica molto questo ‘sovraffollamento’ di ddl e decreti, parlando di ‘misure di propaganda elettorale’. Ma nel governo si fa notare che quelle del 22 e del 29 sono date obbligate, “non tanto per il voto” delle Europee, quanto perché se questi progetti di legge venissero approvati dopo l’appuntamento con le urne, magari a metà o fine maggio, poi scadrebbero a metà a agosto, quando i lavori parlamentari si presume che siano interrotti.

Continua a leggere

Politica

L’Italia a giudizio alla Cedu per la legge elettorale

Pubblicato

del

L’Italia dovrà spiegare all’Europa se le diverse modifiche apportate negli ultimi anni alla legge elettorale hanno violato la libertà di voto dei cittadini: la Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha ammesso il ricorso avanzato dall’ex segretario dei Radicali italiani Mario Staderini e da alcuni cittadini secondo i quali proprio quei cambiamenti hanno comportato la violazione dei diritti nelle elezioni politiche del settembre 2022, quelle vinte da Giorgia Meloni. L’accoglimento del ricorso risale a febbraio ma la notizia si è diffusa oggi e ora il governo ha tempo fino al 29 luglio per replicare. Palazzo Chigi sta preparando la memoria difensiva: “la Cedu ha posto delle questioni – dice il sottosegretario Alfredo Mantovano – e si sta lavorando. Ovviamente riteniamo il ricorso non fondato”.

Il ricorso è stato depositato alla fine di gennaio del 2023 da Staderini – segretario dei Radicali Italiani dal 2009 al 2013 – e da diversi cittadini: alle elezioni del 2022 in circa 500 sono andati ai seggi verbalizzando il loro dissenso e spiegando le ragioni dell’astensione. E quella documentazione è alla base della richiesta alla Cedu, che riguarda “l’instabilità della legge elettorale e la compatibilità” del Rosatellum “con il diritto a libere elezioni, garantito dall’articolo 3 del protocollo 1 della Convenzione europea dei diritti umani”. “Negli ultimi 20 anni – sottolinea Staderini – ci hanno costretto ad eleggere parlamenti con leggi incostituzionali o introdotte e modificate a ridosso del voto, ingenerando l’idea che i sistemi elettorali siano uno strumento che chi esercita il potere manovra a proprio favore e che il voto dell’elettore serva a poco. Prima il Porcellum, poi il Rosatellum, domani chissà cosa”.

Lo individua il deputato di Alleanza Verdi e sinistra Angelo Bonelli, il ‘cosa’: la decisione della Cedu “mette in seria discussione il premierato voluto da Meloni”. Nel ricorso si afferma che prima delle elezioni del 2022 il sistema elettorale è stato modificato tre volte: con la legge costituzionale numero del 2019 che ha ridotto il numero dei parlamentari, con la legge 177 del dicembre 2020 sulla redistribuzione elettorale e con la legge del giugno 2022 che ha esentato alcuni partiti all’obbligo di raccolta delle firme per la presentazione delle liste a livello nazionale. Quanto alle modalità di voto, dicono ancora i ricorrenti, un articolo del Rosatellum contrasta con il principio della libertà di voto: in sostanza non consente di esprimere il voto separato, vale a dire dare al proporzionale una preferenza per una lista o coalizione diversa da quella indicata nel maggioritario. Ed inoltre, nel caso in cui il cittadino voti solo per il candidato nel maggioritario, il suo voto viene assegnato automaticamente alla lista o alla coalizione nel sistema proporzionale. Alla luce di ciò, la Cedu ha formulato tre domande al governo. La prima si concentra sulle modifiche apportate nel 2019, 2020 e 2022, “queste ultime introdotte solo 3 mesi prima delle legislative” osserva la Cedu, che vuole sapere se “i cambiamenti al sistema elettorale hanno minato il rispetto e la fiducia dei ricorrenti nell’esistenza di garanzie di libere elezioni”.

In seconda battuta la Corte chiede se il Rosatellum, “impedendo agli elettori di votare nel sistema proporzionale per una lista o coalizione diversa da quella scelta nel sistema maggioritario e attribuendo automaticamente il voto espresso nel sistema maggioritario alla lista o coalizione corrispondente nel sistema proporzionale, ha violato il diritto dei ricorrenti di esprimersi liberamente sulla scelta del corpo legislativo in libere elezioni”. Ed infine, i giudici vogliono sapere se i cittadini hanno la possibilità di introdurre un ricorso “effettivo” davanti alle istanze nazionali, come prevede l’articolo 13 della convenzione europea dei diritti umani, se ritengono violati il loro diritto a libere elezioni.

Continua a leggere

Politica

Giorgetti: ripresi 15 miliardi di truffe su 215 di Superbonus

Pubblicato

del

“Con le indagini fatte dalla Guardia di Finanza abbiamo già recuperato più di 15 miliardi richiesti indebitamente allo stato come crediti fiscali” nell’ambito del Superbonus. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sottolineando che “di quei 215 miliardi 15 in qualche modo ne usciranno, ma al netto delle truffe dobbiamo tornare alla normalità, dobbiamo tornare sulla terra”. “Io – prosegue – ricordo che oggi in Italia è ancora previsto un beneficio del 70% per chi ristruttura la propria abitazione. Qual è quella nazione in Europa o al mondo che offre lo stesso beneficio?”. “A tutti quelli che si lamentano e contestano – aggiunge – inviterei a fare questa valutazione”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto