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Meloni si prepara: potrei anche fare il premier

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“Mi preparo a governare la nazione. Sono pronta a fare quello che gli italiani mi chiedono di fare comprendendone la responsabilita’. Mi tremerebbero le mani, ma cosa farei a fare politica se non fossi pronta a confrontarmi con le sfide?”. Giorgia Meloni, classe 1977, getta il cuore oltre l’ostacolo e si propone come la prima giovane donna premier della Repubblica Italiana. Una frase buttata li’ – nell’intervista a Lucia Annunziata a “In Mezz’ora in piu'” su Rai3 – che ha tra i tanti altri un mittente ben preciso: il leader della Lega Matteo Salvini. Con lui Meloni dichiara grande sintonia, pur nelle “differenze”, e addirittura racconta che insieme “ridono su” di chi li vorrebbe in lite. Eppure non lo segue – almeno non per ora – nel progetto di spianare a Draghi la strada del Colle e all’Italia quella del voto. “Non ho ancora gli elementi per dire se Fdi possa sostenere Draghi al Quirinale”, afferma avvalorando la tesi di chi pensa che le gioverebbe irrobustire la sua leadership dell’opposizione, spostando il voto piu’ in la’ fino a poter contendere a Salvini la premiership del centrodestra. Con tanto di programma gia’ anticipato: “politiche di sostegno alle imprese e incentivi alla natalita’” sono gli obiettivi che oggi la Meloni indica come prioritari se diventasse premier. Anticipata e’ pure la risposta a chi le imputa di non avere una classe dirigente adeguata: “Io mi preparo a governare la nazione, ma non mi pongo un obiettivo personale. Voglio andare li’ con una classe dirigente all’altezza di questo compito”. “Dove arrivo, pero’, non lo decido io”, ha il pudore di ammettere la leader di Fdi, pur sapendo che il suo curriculum e’ costellato di ‘prime volte’. Inizia a 15 anni con il Fronte della Gioventu’ e poi diventa responsabile di Azione Studentesca. Prima presidente donna di un’organizzazione giovanile di destra, Azione Giovani. Fidatissima di Gianfranco Fini e piu’ giovane parlamentare donna con Alleanza Nazionale, nella XV legislatura. Poi giovanissima vicepresidente della Camera. A 31 anni il piu’ giovane Ministro del Governo Berlusconi IV e della storia repubblicana, alla Gioventu’. Presidente del movimento politico giovanile del Popolo della Liberta’, Giovane Italia. Poi primo leader donna del partito che fonda lasciando il Pdl, Fratelli d’Italia, del quale aumenta in modo esponenziale i consensi. E presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei. Nulla di strano che adesso – anche se giusto oggi l’ex M5s Alessandro Di Battista chiosa “neppure la Meloni fa l’opposizione” – lei immagini di portare a rendita la scelta di guidare l’opposizione senza entrare nel governo di unita’ nazionale di Mario Draghi, alzando ancora l’asticella fino al salto a Palazzo Chigi.

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Esteri

Sparatoria in Nord Carolina, 4 agenti uccisi e 4 feriti

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Quattro agenti della polizia sono stati uccisi e 4 sono rimasti feriti durante una sparatoria a Charlotte, in Carolina del Nord. I poliziotti stavano cercando di eseguire un mandato d’arresto nei confronti di un uomo ricercato per possesso illegale di arma da fuoco. Secondo la ricostruzione i primi 4 agenti, che facevano parte della US Marshals Fugitive Task Force, sono stati colpiti a morte mentre si avvicinavano alla casa dell’uomo, la cui identità non è stata resa nota dalla polizia, anche lui morto nella sparatoria nel giardino antistante l’abitazione.

Gli altri 4 poliziotti, invece, sono stati feriti mentre cercavano di prestare soccorso ai colleghi colpiti da un secondo tiratore che ha aperto il fuoco dall’interno della casa. Dopo alcune ore di stallo, dei veicoli blindati hanno fatto irruzione nella casa al cui interno erano barricati una donna e un ragazzo di 17 anni, entrambi arrestati. Le forze dell’ordine hanno dichiarato di aver sequestrato anche un fucile “ad alta potenza”.

“Oggi abbiamo perso alcuni eroi che stavano semplicemente cercando di mantenere la nostra comunità al sicuro”, ha detto il capo della polizia di Charlotte-Mecklenburg, Johnny Jennings. Il presidente Usa Joe Biden, informato dell’accaduto, ha parlato con la sindaca di Charlotte, Vi Lyles, a cui ha espresso le sue condoglianze e il suo sostegno alla comunità.

“Sono eroi che hanno compiuto il sacrificio estremo, correndo verso il pericolo per proteggerci”, ha detto Biden, che ha poi aggiunto: “Piangiamo per loro e per i loro cari. E preghiamo per la guarigione dei coraggiosi ufficiali che sono rimasti feriti”.

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Esteri

Ucraina, Blinken: ci saremo se Mosca vuole negoziare

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Se la Russia mostrerà un sincero desiderio di negoziare per porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti saranno sicuramente presenti: lo ha detto il segretario di Stato americano Anthony Blinken in una conversazione con il presidente del World Economic Forum, Borge Brende, a Riad, secondo quanto riporta Radio Liberty. La fine della guerra dipende dal presidente russo Vladimir Putin, ha affermato Blinken: “Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”, ha aggiunto.

“Essa (la fine della guerra, ndr) dipende in gran parte da Vladimir Putin e da ciò che deciderà… Spero che Putin capirà il messaggio e dimostrerà la sua disponibilità a negoziati sinceri in conformità con i principi fondamentali che sono alla base della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite: sovranità, integrità territoriale, indipendenza”, ha affermato Blinken.

Secondo il segretario di Stato americano l’aggressione della Russia si è trasformata in un fiasco strategico per Mosca, che ha dovuto compiere enormi sforzi per eludere i controlli e le sanzioni sulle esportazioni ed è stata costretta a riorientare la propria economia: una situazione che non può essere sostenuta a lungo termine. In generale, quindi, il Paese adesso è più debole economicamente e militarmente. Gli ucraini, intanto, sono uniti “come mai prima d’ora” contro la Russia, ha aggiunto Blinken e “la Nato è più forte e più grande”.

L’Europa nel frattempo “si è liberata della dipendenza dalle risorse energetiche russe in modo straordinario in soli due anni. Tutto ciò, a mio avviso, rappresenta un enorme fallimento strategico per la Russia. Spero che questo venga riconosciuto. Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”.

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Guerra Ucraina

Isw, dopo Avdiivka la scelta è tra Pokrovsk o Chasiv Yar

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Le forze russe hanno l’opportunità di scegliere tra molteplici direzioni tattiche per le loro future azioni offensive vicino ad Avdiivka, nella regione orientale del Donetsk, ma non è chiaro dove concentreranno i loro sforzi nel prossimo futuro: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw). Secondo gli esperti del centro studi statunitense, la stabilizzazione delle loro posizioni a nord-ovest di Avdiivka presenta al comando russo una scelta: continuare a spingersi a ovest verso l’obiettivo operativo dichiarato a Pokrovsk, oppure provare a spingersi a nord per condurre possibili ulteriori operazioni offensive intorno a Chasiv Yar. Nella giornata di ieri, intanto, le forze russe si sono assicurate ulteriori guadagni tattici marginali a nord-ovest e sud-ovest di Avdiivka, si legge inoltre nel rapporto.

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