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Cultura

L’arte a Napoli non teme il covid, nuove inaugurazioni di mostre in musei e gallerie

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Sotto il giogo della roulette russa che ogni venerdì decide il colore della nostra vita immediatamente futura, imponendoci il  colore con il quale passeremo i nostri prossimi 15 giorni e cosa potremmo fare, dire, guardare, ammirare, l’arte continua a non fermarsi. Come abbiamo visto con le grandi mostre museali, confermate anche dalla apertura al Museo di Capodimonte della personale di Diego Cibelli, “l’arte del danzare insieme”, con la curatela di Angela Tecce e Sylvain Bellenger, inaugurata nell’ambito delle mostre-focus “Incontri sensibili” che mettono in dialogo artisti contemporanei con la collezione storica del Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’esposizione è l’ennesimo segnale che non si arresta la creatività e la progettualità inventiva dell’arte e dei suoi protagonisti. Il MANN, che aveva avviato questo percorso di rinascita, insieme a Villa Campolieto, propone con le inaugurazioni di LEIB_il corpo vivente, mostra personale con le opere di Danilo Ambrosino e Trame sottili, di Annamaria Laneri uno spaccato su pittura e fotografia tese alla ricerca e all’indagine sul corpo. Infatti le opere di Ambrosino hanno l’intenzione di rappresentare ed indagare il corpo diaframma di separazione tra l’Io ed il Noi non assunto come corpo-oggetto (Körper) ma come corpo vivente e sensiente, portatore di esperienza (Leib). Le 21 opere sono allestite al primo piano del Museo, nelle sale attigue al grande plastico di Pompei e nella loro rappresentazione della forma umana, che a volte, molto da vicino, ricordano i calchi lavici dei corpi umani prodotti dall’eruzione del ’79 dc, consentono una riflessione a prescindere dall’approccio puramente estetico divenendo testimonianze del mondo antico e concentrandosi sulla produzione artistica contemporanea intesa come momento unico di indagine storica e sociale. Come ci dice Olga Scotto di Vettimo che ha curato la mostra e ne ha scritto le interessanti note che l’accompagnano “ I corpi di Danilo Ambrosino appartengono a migranti, profughi, viaggiatori ancora oggi, da sempre e per sempre, intenti a tessere la trama tragica, epica ed eroica di una vicenda sociale complessa che garantisce l’esistenza collettiva. Attraverso l’uso di un medium pittorico che trasforma il corpo umano in pretesto utilizzandolo come strumento l’artista rende il pubblico partecipe del fare propria l’esperienza del corpo, intesa quale esperienza dell’altro, operando un passaggio, mai scontato, dal solus ipse all’alter ego. Tra gli scuri dei corpi l’artista lascia spazio a improvvisi bagliori aurei, che come le cicatrici degli antichi Gladiatori, combattenti per la libertà, evidenziano la magmatica drammaturgia che lega l’origine al presente.”

 

Annamaria Laneri sceglie, con la fotografia di raccontare le donne con la sua mostra curata da Miriam Capobianco che doveva inaugurare in pieno periodo rosso, il titolo Trame sottili assume forte valenza simbolica dall’operazione della  tessitura che è da sempre collegata al femminile: tessere è arte del creare, necessita progettazione, cura, attenzione, concentrazione, meditazione attiva, utile e benefica per sé e per gli altri. I fili, che prima erano sciolti, si intrecciano dando vita a un tessuto nuovo. Un progetto che dura da tempo e che l’autrice ci spiega cosi: “Ho scattato le fotografie in posti e momenti diversi; possono sembrare foto singole, ma diventano racconto per la capacità di coinvolgimento emotivo delle donne; ciascuna può rivedere il proprio vissuto in quei sentimenti di rabbia, stupore, lutto, gioia, abissi, risalite”.

Girando poi tra le gallerie che hanno ripreso la loro attività, Andrea Nuovo Home Gallery in via Monte di Dio, propone un viaggio tra le opere di Paolo La Motta, un viaggio nello storico quartiere di Napoli  in cui è cresciuto e tutt’ora lavora, la Sanità, che  con un approccio quasi cinematografico, ci fa percorrere con  vedute degli e sugli edifici antichi del rione, massacrati dalle superfetazioni moderne e invecchiati da un’incuria che talmente storica che è divenuta bellezza quei muri che quotidianamente costeggia e che  muri che gli offrono continuamente nuovi spunti creativi, muri che fa suoi e interpreta con i suoi mezzi espressivi.  Due gruppi di opere, come ci spiega Manuel Carrera nella presentazione, parlando di uno con  paesaggi il colore, pur nelle varie sovrapposizioni di stesure, risulta fluido, forse diluito, nell’altro gruppo esso si esprime invece con una ricercata irruenza e poi la serie delle finestre, nella quale l’autore si sofferma su di  un misterioso rigore di forme e colori nella casualità delle pareti lacere del suo quartiere, che riporta a noi, nei suoi lavori esasperandone i valori materici.

 

 

Anche La Luigi Solito Galleria Contemporanea ha riaperto, dopo il battesimo che la vide, sempre in era pandemica inaugurare con Ryan Mendoza, propone una collettiva con un titolo dal chiaro sapore  digitale  Portal #2 Napoli/Berlino, una collettiva di 16 artisti internazionali che da anni gravitano intorno alla scena berlinese, pensata per Napoli e presentata alla Schaufenster di Berlino nel novembre 2020. A cura di Anna Nezhnaya affiancata per l’occasione da Fabia Mendoza espongono le proprie opere Minor Alexander (Germania), Kristina Bekker (Germania-Russia), Diego Cibelli (Italia), Katya Quel Elizarova (Germania-Russia), Wolfgang Flad (Germania), Lukas Glinkowski (Germania), Andrej Golder (Germania), Gregor Hildebrandt (Germania), John Isaacs (Inghilterra), Ryan Mendoza (USA), Anna Nezhnaya (Germania-Russia), Emmanuel Pidré (Argentina), Tim Plamper (Germania), Frédéric Platéus (Belgio), Alexander Skorobogatov (Germania) e Sergej Tchoban (Germania-Russia). Un insieme eterogeneo di opere che comprende tele, sculture, istallazioni, fotografie e disegni. Una scelta, quella di presentare questa mostra nella versione #2 che ci spiega Luigi Solito, patron della Galleria presso l’ex Lanificio in piazza Enrico De Nicola:   «I motivi di queste scelte sono molteplici. Il primo è legato al mercato: dobbiamo fare una netta distinzione tra ciò che era il mercato prima della pandemia e quello che si è rivelato essere dopo. Si è inevitabilmente interrotta una ciclicità e una ripetitività legate alla moda e alle tendenze di mercato. Il mercato tedesco ha in sé una tradizione unica, e non a caso tra gli artisti europei in vita più influenti al mondo vi sono Gerhard Richter e Anselm Kiefer. La Germania è una delle poche nazioni che finanzia gli artisti; insomma, se deve succedere qualcosa lo vedremo accadere in Europa e di sicuro in Germania, quindi a Berlino. Napoli era una delle poche città, prima del Covid, che per motivi storici o per nuove energie rappresentava the place to be per gli artisti. E noi vogliamo credere che sia ancora così, soprattutto analizzando la visione che ci giunge dall’esterno».

 

 

Per mostre che inaugurano, altre celebrano il finissage, come “Entro domani” dell’artista Jacopo Dimastrogiovanni che insieme al  curatore Vincenzo Restelli e all’ideatore del progetto Armando Minopoli dalle 18.00 di Sabato 15 Maggio saluteranno i visitatori, con le sue otto opere su tela che esplorano, attraverso i volti di donne e uomini, la natura umana nelle sue inquietudini e ossessioni e tireranno le somme di una esposizione inaugurata a Settembre 2020 che ha attraversato tutti i periodi colorati di rosso e arancio per approdare a questo periodo giallo per darsi appuntamento ai prossimi eventi che arriveranno presto.

 

 

Dai luoghi espositivi fisici a quelli virtuali, cui questa pandemia e le ristrettezze di movimento ci hanno abituato e fatto conoscere una realtà che sembrava solo appannaggio di film fantascientifici a sfondo complottistico. E’ il caso della Flow e Foto, un interessante eperimento per una galleria interamente digitale, visitabile esclusivamente su schermo, con una rappresentazione in stile rendering  che inaugurerà con una mostra fotografica di Angelo Moscarino curata da Francesca Sciarra e Federica Cerami dal titolo “I tempi del tempo” , un progetto fotografico imperniato su di  una delicata e raffinata dedica al tempo che Angelo ha vissuto accanto al padre.

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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Cultura

“L’avvocato del D10S”: Angelo Pisani e la battaglia giudiziaria per Maradona

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Il libro “L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani non è solo un tributo a Diego Armando Maradona, ma anche una narrazione intensa e appassionata delle battaglie legali che hanno segnato la vita del leggendario calciatore. L’opera, pubblicata da LOG edizioni e lunga 159 pagine, è disponibile al prezzo di 14,90 euro e si rivela un testo cruciale per chi desidera comprendere a fondo le vicende giuridiche e umane del “pibe de oro”.

Angelo Pisani, che ha rappresentato Maradona nelle aule di giustizia, descrive con fervore la sua lotta per dimostrare l’innocenza del calciatore di fronte alle accuse di evasione fiscale e altri gravi addebiti mossi dalla giustizia italiana. Attraverso un lavoro legale che si è esteso per decenni, Pisani è riuscito a infrangere il “muro di titanio” di Equitalia, sancendo giuridicamente l’innocenza di Diego.

Il titolo del libro, “L’avvocato del D10S”, è una chiara dichiarazione di stima e devozione verso Maradona, e il sottotitolo “Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” stabilisce inequivocabilmente il tono dell’opera. Le prefazioni e le postfazioni scritte da noti esponenti del tifo calcistico partenopeo e figure chiave dell’ambiente sociale latino, come Maurizio de Giovanni, Gianni Minà e Nicola Graziano, arricchiscono ulteriormente il testo, aggiungendo diverse prospettive sulla figura di Maradona.

Il libro offre un ritratto inedito di Maradona, non solo come sportivo eccezionale ma anche come eroe umano e difensore dei più deboli, costantemente in lotta contro figure potenti come i presidenti della FIFA, Joao Havelange e Sepp Blatter. Inoltre, evidenzia il supporto di Maradona ai governi di sinistra in America Latina, una posizione che lo ha reso un bersaglio politico tanto quanto una stella del calcio.

Pisani non manca di ricordare il sostegno di Fidel Castro a Maradona durante i suoi momenti più bui, come la lotta contro la tossicodipendenza, un periodo durante il quale Maradona stesso riconoscerà il suo debito verso il leader cubano tatuandosi l’immagine del Che Guevara.

Il culmine del libro si raggiunge nel racconto del 25 maggio 2014, quando la giustizia italiana, dopo una lunga serie di battaglie legali, ha finalmente scagionato Maradona da ogni accusa di evasione fiscale. Questo evento non solo ha rappresentato una vittoria legale, ma ha anche simboleggiato la riscossa di un uomo contro un sistema che sembrava schiacciarlo.

“L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani è quindi molto più di un semplice racconto giuridico; è un’affascinante biografia che intreccia diritto, sport e politica, mostrando come la vita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi sia stata incessantemente intrecciata con le dinamiche del potere a livello mondiale.

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