Sesso a tre o a quattro. Anzi, tre maschietti che fanno sesso con una sola ragazza. Poi le smargiassate con gli amici sulla notte balorda . “Che è successo?”. “È stato forte”. “Poi ti dico fra’, so’ stanchissimo”. Qualcuno li incalzava: “Ma com’era?” “Mah. Niente di che…”. Ed altre idiozie simili in messaggi dove alcuni con parole oscene descrivono una situazione di sesso che loro raccontano come se fosse stato un divertimento. Ma per lei, per la donna, è stato un incubo. I giovanotti che si vantano lo chiamano “sesso consenziente”. Lei li accusa di “violenza sessuale”. Per fortuna a stabilirlo sarà un giudice e non un articolo di giornale. Certo ci sono due versioni diametralmente opposte rispetto alla notte di sesso (violenza sessuale) che vede da un lato tre giovani (uno di loro è figlio di Beppe Grillo) e dall’altro una ragazza distrutta psicologicamente.
“All’inizio sembrava che non volesse…” spiega uno dei ragazzi a un amico che vuole sapere. E così quella ragazza bionda conosciuta al Billionaire diventa una specie di trofeo da esibire nei messaggini per amici lontani. La voce di lei che “ci stava” e della performance sessuale dei tre si moltiplica nell’arco di poche ore. Se questo fosse sesso consenziente, sarebbe comunque già una porcheria farlo e poi vantarsene in un gruppo ristretto di amici. Il fatto è che la storia non è chiara, la denuncia e l’inchiesta per violenza sessuale è al suo show down e il racconto di quella notte è finito un po’ ovunque grazie ai tre giovani indagati che se ne sono vantati sui social o su WhatsApp, nel gruppo “Official Mostri” o nei messaggi diretti. Messaggi depositati e agli atti dell’inchiesta. Loro i tre giovanotti si divertono a raccontare la notte del “3 vs 1”. Lei, la ragazza, racconta tutta un’altra storia. Una storia drammatica che racconta lei. Lei è Silvia,  italonorvegese, oggi ha 21 anni, nel 2019, quando denunciò per violenza sessuale di gruppo composto da Ciro Grillo (il figlio del garante del Movimento 5 Stelle) e i suoi amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, ne aveva 19.
I fatti sono noti. la serata al Billionaire di Briatore, a Porto Cervo; Silvia e la sua amica Roberta che conoscono i quattro ragazzi genovesi; i balli fino alle cinque del mattino e poi l’invito per una spaghettata nella villetta che i quattro hanno preso in affitto per le vacanze. Una villa senza pretese, fittata accanto a quella di Grillo senior, a Cala di Volpe. Posto costoso e bello. Le ragazze, che non trovano un taxi per tornare al loro bed&breakfast, accettano l’invito con la promessa che poi saranno accompagnate a casa. Da qui in poi ciò che succede quel mattino (è il 17 luglio 2019) è il racconto di versioni diverse in un fascicolo giudiziario aperto dalla Procura di Tempio Pausania. Roberta si addormenta sul divano e Silvia, invece, racconta ore di sopraffazione e violenza. Il primo ad abusare di lei – spiega agli inquirenti quando fa denuncia – è Francesco (che nega e parla di un normale rapporto sessuale). Dice che l’ha violentata prima nella camera da letto e dopo in bagno, dove l’avrebbe trascinata a forza. Ricostruendo i fatti racconta che poi – sempre con la sua amica Roberta che dormiva – gli altri tre l’hanno costretta a mandar giù mezza bottiglia di vodka e hanno abusato di lei che per via dell’alcol non era in grado di opporre nessuna resistenza. Nella sua versione in quella stanza c’è anche la voce di Francesco ma sia lui sia gli altri dicono che invece lui a quel punto dormiva. “Non è vero”, negano in ogni caso gli altri tre a proposito della violenza. “Lei ci stava e ha bevuto da sola un quarto di bottiglia di vodka che era allungata con lemon”.
Nelle chat non ci sarebbero riferimenti né alla vodka né a situazioni di violenza. Fra le frasi evidenziate dai magistrati quel “3 vs 1” e poi “ho paura che quella ci ha denunciato”, parole che Edoardo scrive a Vittorio il giorno in cui gli sequestrano il telefonino. È il 29 agosto 2019 e Francesco compiva 19 anni. Il compleanno peggiore della sua giovane vita.