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Politica

Il 25 aprile di Draghi, non tutti fummo brava gente

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Mai come quest’anno le celebrazioni per il ricordo della Liberazione si sono intrecciate con l’attualita’, rendendo evidente quanto la situazione economica dell’Italia del dopoguerra abbia delle analogie con l’Italia pandemica. Su questo hanno battuto oggi Mario Draghi e Sergio Mattarella, distanti fisicamente nelle celebrazioni, ma uniti nel ricordare i valori della lotta di resistenza e preoccupati di spegnere inquietanti fenomeni negazionisti che da anni si manifestano. Il piu’ deciso e’ proprio il premier che dal museo della Liberazione di via Tasso a Roma parla chiaro: “Il dovere della memoria riguarda tutti. Nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondono la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi e fuorvianti”. Poco dopo Mario Draghi sale al Quirinale dove si riunisce al presidente della Repubblica – con il quale aveva deposto una corona di fiori all’altare della Patria – il quale sviluppa il ragionamento con una premessa: “la resistenza e’ stato il cemento dell’Italia repubblicana”. Un cemento che e’ stato posato allora da molti ma non da tutti e il premier lo ha voluto esplicitare polverizzando il luogo comune di “italiani brava gente”: ai tempi del nazifascismo “vi furono molti che si voltarono dall’altra parte in cui e’ piu’ facile far finta di niente. Nell’onorare la memoria di chi lotto’ per la liberta’ dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti, noi italiani, “brava gente”. Dobbiamo ricordare che non scegliere e’ immorale”. Chiarito che non tutti sono uguali di fronte alla storia tocca a Mattarella ricollegarsi al presente chiedendo al Paese di esprimere la stessa forza morale di allora: “la crudelta’ praticata dai nazifascisti anche contro anziani, donne e bambini inermi non fiacco’ l’aspirazione alla liberta’, ma, anzi, rafforzo’ il coraggio e la determinazione di chi decise di opporsi. Rinascita, unita’, coesione, i sentimenti che hanno consentito al Paese di archiviare con la Liberazione una pagina nefasta della sua storia. Una memoria consapevole che guarda al futuro”. Memoria da non perdere, da trasmettere e attualizzare alle nuove generazioni, quindi. Anche per questo il capo dello Stato a sorpresa ha voluto visitare un quartiere popolare di Roma, il Quadraro, dove si svolse una delle pagine piu’ buie di quel periodo. Sergio Mattarella ha deposto una corona di alloro al monumento che ricorda il rastrellamento e la deportazione di molti abitanti del quartiere. L’operazione, scattata all’alba del 17 aprile 1944 e diretta dal maggiore Kappler, si concluse con la deportazione in Germania di circa un migliaio di uomini. Ma se la liberta’ e’ come l’aria, non poteva mancare l’ammonimento di una delle sopravvissute ai campi di sterminio, la senatrice Liliana Segre che ha ricordato le parole di Primo Levi: ” non bisogna mai abbassare la guardia: cio’ che accaduto puo’ sempre tornare a minacciarci, anche se in forme nuove e subdole”. Un pericolo del quale e’ perfettamente consapevole il premier Draghi che anche su questo tema interviene senza esitazioni: “il linguaggio d’odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. E’ una mala pianta che genera consenso per chi calpesta liberta’ e diritti – quasi fosse un vendicatore di torti subiti – ma diffonde soprattutto il veleno dell’indifferenza e dell’apatia”.

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Politica

La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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