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App e ‘zone blu’, le spiagge pronte a riaprire

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App per prenotare da remoto l’ombrellone in sicurezza, protocolli innovativi per diventare ‘zone blu’ e ottenere la certificazione europea ‘ecolabel’, misure di distanziamento e sanificazione: da Nord a Sud gli stabilimenti balneari sono pronti a riaprire il 15 maggio, in linea con le nuove indicazioni del governo. La sfida, ribadiscono gli imprenditori che aderiscono al Sib, il Sindacato balneari, e’ quella dei vaccini: e c’e’ chi si candida a contribuire alla campagna nazionale vaccinando a proprie spese il personale. “L’anno scorso abbiamo fatto un grande sforzo per ridisegnare il concept delle spiagge, implementare gli spazi, potenziare i sistemi digitali di prenotazione, sanificare”, spiega Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto e titolare dello stabilimento Cavallino-Treporti vicino Jesolo, rivendicando il ruolo di apripista del Veneto. “Da qui non si torna piu’ indietro: se siamo riusciti a trasformare un momento drammatico in un innalzamento della qualita’ dei servizi per i nostri ospiti, non possiamo dimenticare che e’ cambiata anche la sensibilita’ dei clienti, che ormai chiedono giustamente standard minimi di sicurezza molto elevati. Ecco perche’ dobbiamo pensare al futuro: l’obiettivo e’ trasformare tutta la costa veneta in una ‘blu zone’, arrivando a certificare protocolli di sicurezza, sanificazione e sostenibilita’ in grado di ottenere in breve tempo il marchio europeo ‘Ecolabel’. E’ una sfida importante che dobbiamo vincere per lanciare un messaggio anche al turismo tedesco di prossimita’, per noi importantissimo”. La grande macchina della costa veneta e’ in moto: “Parliamo di 100 mila addetti, al lavoro dai primi di aprile”. Se negli stabilimenti della Riviera romagnola i lavori sono avanti e a Rimini la ruspa ha cominciato a spianare la grande duna lunga chilometri che serve a proteggere i lidi dalle mareggiate invernali, anche in Liguria si guarda con fiducia alle riaperture di meta’ maggio: “I protocolli che abbiamo messo in campo l’anno scorso nei 1250 stabilimenti della regione hanno funzionato, non ci sono stati cluster nei nostri lidi”, sottolinea Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sib. “Le regole restano le stesse, 10 metri quadrati di area per ciascun ombrellone, 1,5 metri tra i lettini, 3,5 metri tra le file di ombrelloni, percorsi differenziati, sanificazioni continue. In piu’, attraverso il consorzio Obiettivo Spiagge, stiamo realizzando una app che consenta la prenotazione dell’ombrellone da remoto e la compilazione della documentazione necessaria per la tracciabilita’, per evitare code o affollamenti all’ingresso”.

On a Neapolitan beach an message saying “Free Covid”. Italy begins a staged end to a nationwide lockdown due to the spread of the coronavirus disease, allowing the re-opening of all activities except schools and the mobility of citizens.
Su una spiaggia napoletana un messaggio che dice “Free Covid”. L’Italia inizia la fine di un blocco a livello nazionale a causa della diffusione della malattia da coronavirus, consentendo la riapertura di tutte le attività tranne le scuole e la mobilità dei cittadini.

Ma quest’anno l’intenzione e’ anche “fare un passo avanti e contribuire alla campagna vaccinale: d’accordo con le associazioni liguri degli hotel e delle altre categorie, siamo pronti a vaccinare dipendenti e collaboratori a nostre spese, nel rispetto chiaramente delle graduatorie, delle tabelle di eta’, della vulnerabilita’, con un occhio particolare ai bagnini che, in caso di emergenza, sono i primi a intervenire. Speriamo in una risposta positiva delle istituzioni: mercoledi’ abbiamo un incontro con il presidente della Regione Toti”. Una proposta che trova concorde Mario Morra, titolare del Bagno Elena di Napoli: “Gli stabilimenti balneari sono pronti. Ma sul fronte del turismo la competizione e’ globale: se vogliamo confrontarci con i mercati esteri che sono avanti con i piani vaccinali, se puntiamo ad affiancare i flussi internazionali al turismo di prossimita’, dobbiamo vaccinare anche noi. Evitando di favorire i furbetti, salvaguardando le fasce deboli, dobbiamo pero’ avere bagnini vaccinati, personale di accoglienza vaccinato. E’ una sfida titanica, ma se governo, Regioni e Asl mettessero a disposizioni le dosi, potremmo procedere a spese nostre, individuando siti ad hoc dove far convogliare gli operatori del turismo. Si potrebbero prestare gli stessi stabilimenti: ce ne sono oltre 20 mila, alcuni molto grandi e dotati di locali per le infermerie. Penso al modello Israele, dove la gente e’ stata vaccinata nei bar. Ci vuole dinamismo, bisogna osare”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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