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Astrazeneca fa meno paura, disdette tra il 5 e il 10%

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Disdette ferme al 5-10%, qualche timore ma soprattutto la consapevolezza diffusa che solo vaccinandosi si potra’ finalmente tornare a vivere. Gli italiani hanno accolto favorevolmente il nuovo via libera dell’Ema e dell’Aifa ad Astrazeneca e si sono presentati negli hub e nei luoghi dove dopo 4 giorni di stop e’ ripresa la somministrazione del farmaco dell’azienda anglo svedese. Dal drive trought allestito dalla Difesa al parco Trenno di Milano alla Nuvola di Fuksas a Roma, le prenotazioni sono state dunque rispettate e solo una piccola parte, stando a quanto comunicato dai diversi centri vaccinali, ha rinunciato a presentarsi. Evidentemente piu’ degli allarmi hanno pesato le valutazioni degli esperti, con l’Aifa che anche oggi ha ribadito come “i benefici del vaccino AstraZeneca superano ampiamente i rischi”. “Non ho alcun dubbio sulla validita’ del vaccino – dice uno dei 300 in fila all’hub di Fiumicino – e’ una ripartenza fondamentale per la nostra campagna vaccinale”. Stesse parole di Luigi, in fila alla Nuvola all’Eur a Roma “Non ho paura, i vaccini vanno fatti. E’ l’unico modo per tornare a vivere”. E anche chi aveva qualche timore, alla fine se lo e’ lasciato alle spalle, come Anna, 76enne. “I miei parenti mi hanno tempestato di telefonate dicendo di non farlo ma io ho pensato: o la va o la spacca. E’ andato tutto bene”. I quattro giorni di stop hanno fatto saltare circa 200mila somministrazioni in tutta Italia; una cifra che secondo il governo dovrebbe essere recuperata in un paio di settimane, ampliando gli orari per le vaccinazioni. Sono le regioni – alcune delle quali riprenderanno nelle prossime ore o addirittura lunedi’ – a decidere se inserire chi era prenotato tra il 16 e il 18 marzo tra coloro che sono in lista nelle successive due settimane o se scalare in avanti di quattro giorni tutte le prenotazioni. Quel che e’ certo e’ che chi viene riconvocato e non si presenta all’appuntamento, scalera’ in fondo alla fila e sara’ vaccinato per ultimo. Lo ha ribadito il presidente del Consiglio superiore di Sanita’ Franco Locatelli. “Se una persona viene chiamata per il vaccino di Astrazeneca e rifiuta di vaccinarsi verra’ successivamente nel tempo considerata per altre tipologie di vaccini”. Ed e’ certo che sara’ inutile presentarsi nei luoghi di somministrazione sperando di ottenere le eventuali dosi di vaccino avanzate, come invece ha fatto a Perugia Lucia. “Anche se non sono in lista perche’ non rientro tra le categorie che ne hanno diritto, sono qui in attesa di vedere se avanza qualche dose di vaccino”.

Le indicazioni del Commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo sono chiare: i ‘ riservisti’ vanno individuati tra coloro che sono gia’ prenotati per i giorni successivi sempre all’interno delle categorie indicate dal piano: se dai centri vaccinali ci si dovesse accorgere della possibilita’ che ci siano dosi residue, partira’ una segnalazione a Poste italiane che inviera’ un sms per convocare i soggetti. Sciolto il nodo di Astrazeneca, ora il governo punta a far decollare davvero la campagna e a centrare l’obiettivo fissato per aprile, 500mila dosi al giorno, piu’ del doppio di quanto veniva somministrato prima dello stop. “La campagna puo’ ora entrare nel vivo – conferma il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza – anche perche’ ad aprile un quarto vaccino si rendera’ disponibile”. Il vaccino e’ il monodose Johnson & Johnson, che nel secondo trimestre dovrebbe consegnare all’Italia 7, 3 milioni di dosi e che potrebbe essere distribuito nelle farmacie, come ha anticipato l’assessore Alessio D’Amato per il Lazio. Nel decreto sostegni sono previsti 50 milioni per la remunerazione aggiuntiva dei farmacisti, abilitati alle somministrazioni dopo un corso di formazione. Nelle prossime ore, inoltre, partiranno nella cittadella militare della Cecchignola, a Roma, le vaccinazioni dei fragili per andare a regime da martedi’. Un altro cambio di passo nella campagna dopo la decisione del governo di rivedere le categorie prioritarie, legata alla possibilita’ di estendere Astrazeneca anche agli over 55. Lo ha ribadito il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini rispondendo alla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) . Dal piano “sono stati espunti, dall’elenco dei soggetti prioritari, i lavoratori dei servizi essenziali” e questo con l’obiettivo di “destinare le dosi vaccinali disponibili al completamento della Fase 1 del Piano nazionale di vaccinazione, alle altre categorie prioritarie e alle persone estremamente vulnerabili” dice il ministro che sollecitera’ i presidenti di regione a mettere mano alle “disfunzioni”. Ogni regione, finora, e’ infatti andata per conto suo, chi indicando tra le categorie gli avvocati, chi i magistrati e chi i giornalisti.

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La Procura di Milano chiede di processare la ministra Santanchè per truffa

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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo covid.

La richiesta di processo segue la chiusura delle indagini su questa tranche del “pacchetto Visibilia” che era arrivata il 22 marzo. Così come l’avviso di conclusione indagini, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società. Secondo l’accusa, non solo in quel periodo, dal “31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022”, ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente”, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid.

L’aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi della Procura guidata da Marcello Viola nelle indagini hanno raccolto a verbale le parole dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l’istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, “direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società”. In particolare, come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro “a vantaggio della Visibilia Editore”, per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.

A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, quando invece svolgevano le “proprie mansioni” in “smart working”, come Federica Bottiglione, l’ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una “differenza”, scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con “finti rimborsi per ‘note spese'”. L’unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini è stato Concordia. La senatrice di FdI è accusata anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche del “pacchetto Visibilia”, anche questa già chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sarà la richiesta di processo.

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Ancora frane e pioggia, ma il maltempo ha le ore contate

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Ultime e ore di pioggia e maltempo sulla penisola, nel weekend torna la primavera con il sole e temperature primaverili. La pioggia ha, infatti, continuato imperversare nel Nord Italia, soprattutto sui settori alpini e sul Friuli Venezia Giulia. In Liguria la frana di un enorme masso – causata dalle forti precipitazioni di ieri – ha portato alla chiusura della strada statale 532 di Sestri Levante con notevoli disagi per lavoratori e studenti pendolari. In Lombardia, il Centro funzionale monitoraggio rischi, ha diramato un’allerta codice giallo per il rischio idrogeologico, a causa dei “rovesci sparsi e locali temporali dapprima a ridosso dei settori prealpini e successivamente anche su parte della pianura”. Situazione simile anche al Centro, con forti precipitazioni nella mattinata su Umbria, Toscana e Lazio.

Il pomeriggio, tuttavia, ha visto le precipitazioni spostarsi sulle regioni adriatiche – Marche, Abruzzo e Puglia – con anche occasionali grandinate che si sono alternate a sporadiche schiarite. Al Sud, invece, la pioggia ha colpito soprattutto la Campania, la Calabria Tirrenica e la Puglia. Sardegna e Sicilia, invece, hanno visto un tempo in gran parte soleggiato. Saranno proprio le isole, nel fine settimana, a beneficiare maggiormente del ritorno del bel tempo. Le temperature massime, infatti, toccheranno i 30 gradi in Sardegna e i 28 in Sicilia.

Sul resto della penisola – nonostante un notevole miglioramento delle condizioni metereologiche – le temperature faticheranno a salire sopra i 22-23 gradi. In particolare, nella giornata di sabato, il sole splenderà sia al Nord che al Sud. Al Centro, invece, il bel tempo sarà prevalente, ma con alcuni possibili rannuvolamenti sulle regioni adriatiche nel corso della mattinata. Nella giornata di domenica il clima si manterrà gradevolmente primaverile e soleggiato in tutta Italia. Le uniche zone interessate da possibili rannuvolamenti e occasionali precipitazioni saranno i settori alpini e la Toscana settentrionale. Tra mercoledì e martedì della prossima settimana torneranno, invece, le piogge al Centro-Nord e progressivamente nel meridione con un leggero calo termico. Solo in prossimità del weekend del 11-12 maggio si potrebbe vedere una stabilizzazione del meteo con un sensibile aumento delle temperature.

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Donna muore dopo intervento al San Martino, indaga procura

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donna in ospedale

La procura di Genova indaga per la morte di una donna di 71 anni dopo un intervento all’ospedale San Martino. Il sostituto procuratore Giancarlo Vona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia per chiarire cosa sia successo. La donna doveva essere operata per l’asportazione di una neoformazione pelvica.

L’intervento è stato eseguito il 29 aprile nel reparto di ginecologia. Nel corso dell’operazione le sue condizioni sono precipitate ed è stata trasferita d’urgenza in Rianimazione, dove poi è morta. È stata la stessa direzione sanitaria a segnalare il decesso in procura. “C’è una indagine in corso – fanno sapere dall’ospedale – e non possiamo dire nulla. Per questa ragione siamo a disposizione delle autorità competenti”.

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