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Covid, Speranza: pronti a vaccinare gli italiani ma occorre responsabilità perchè la terza ondata è dietro l’angolo

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“Abbiamo sottoscritto in quota parte per il 13,46% tutti i contratti che la Ue ha formalizzato, perché non vogliamo correre il minimo rischio di non poter disporre di un vaccino efficace”, ha detto Speranza in Senato, ricordando come la decisione Ue di centralizzare negoziazione e stipula dei contratti sia partita da un’iniziativa dell’Italia del giugno scorso. Queste le quote elencate dal ministro, opzionate dall’Italia per casa farmaceutica e tipologia di vaccino a partire dal primo trimestre 2021 e con completamento nel quarto trimestre: AstraZeneca, 40,38 mln di dosi; Johnson & Johnson, 26,92 milioni di dosi; Sanofi, 40,38 milioni di dosi; Pfizer-Biontec: 26,92 milioni di dosi; CureVac: 30,285 milioni di dosi; Moderna: 10,768 milioni di dosi.

Gestire in modo sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione: si sta predisponendo un sistema informativo per ottimizzare tutti i processi organizzativi e gestionale. Dovranno essere predisposte procedure uguali per tutte le aree del Paese. Infine, l’obiettivo fondamentale è predisporre una sorveglianza monitorando gli eventi avversi ai vaccini, individuando eventuali problematiche. L’Aifa, in aggiunta alle attività di farmaco vigilanza, promuoverà alcuni studi indipendenti su vaccini covid predisporrà un comitato scientifico che per tutto il periodo della campagna vaccinale avrà il compito di analizzare i dati raccolti e nell’individuazione di possibili interventi. Importante la sorveglianza immunologica per indivduare la risposta immunitaria.

La vaccinazione sarà centralizzata, con l’individuazione di siti ospedalieri o para-ospedalieri e in unità mobili. Con l’ampliarsi della campagna saranno coinvolti ambulatori vaccinali, medici di famiglia, sanità militare. Il personale delle unità vaccinali sarà costituita da medici, infermieri e personale di supporto. Si stima un fabbisogno di 20 mila persone: a tal riguardo si pensa di agire ad un ricorso a persone presenti nel Paese, con contratti ad hoc, anche con la pubblicazione di “invito” per partecipare alla campagna di vaccinazione nonché a stipula di accordi con il ministero della Ricerca per contatti con le scuole di specializzazione medica.

In via prioritaria saranno vaccinati operatori sanitari e socio sanitari, che hanno un rischio più elevato (1,4 milioni). In secondo luogo residenti e operatori delle Rsa: i residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave (570 mila). In terzo luogo, saranno vaccinati le persone della terza età, che sono anche quelle che hanno più spesso patologie a rischio (4,4 milioni). Poi personale scolastico, forze dell’ordine, e personale delle carceri. Se poi si sviluppassero focolai in specifiche aree del Paese, si distribuiranno vaccini anche in quei luoghi. Competenza della logistica per la distribuzione e vaccinazione sarà del commissario straordinario, con l’Esercito che interverrà per la parte pratica. Cuore della campagna vaccinale secondo le previsioni sarà tra la prossima primavera e l’estata. Per i vaccini che necessitano di catena del freddo standard ci sarà un sito nazionale di stoccaggio e siti territoriali, per i vaccini con catena del freddo estrema questi saranno consegnati da aziende presso 300 punti vaccinali.

“Siamo stati tra i primi in Europa a costruire l’alleanza per i vaccini nel mese di maggio e a porre il tema di un impegno comunitario. Serve ancora prudenza e cautela, la verità al momento – ha aggiunto – è che nessun vaccino è stato approvato, ma i segnali che arrivano sono incoraggianti”. Il ministro ha chiarito che “al momento non è intenzione del governo disporre l’obbligarietà della vaccinazione, il nostro obiettivo è quello di raggiungere al più presto l’immunità di gregge. La campagna di vaccinazione sarà imponente e richiederà uno sforzo senza precedenti”. L’immissione in commercio dovrebbe avvenire entro l’anno: ma l’Ema ha dato due date, il 29 dicembre sul vaccino Pzifer, e il 13 gennaio sul vaccino Moderna.

“Stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel: i primi vaccini pronti da gennaio, è la svolta che aspettavamo”, ha detto Speranza al Senato. “Il primo asse è l’acquisto del vaccino centralizzato, verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, va assicurato a tutte le persone. Il secondo asse è altrettanto importante: l’Italia ha opzionato 202 milioni e 573mila dosi di vaccino, che rappresenterebbero una scorta abbastanza per vaccinare tutta la popolazione: ma serviranno probabilmente due dosi per ciascuna persona, è per questo che la scelta è stata effettuata per la massima precauzione. Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l’Ue ha formalizzato, non vogliamo correre il rischio di non poter disporre di un vaccino”. Il terzo asse è “il tempo relativo all’autorizzazione dei vaccini acquistati: la corsa contro il tempo della comunità scientifica cammina con la massima sicurezza e tutti i protocolli: disporre di vaccini sicuri non può essere subordinata da qualsiasi altro interesse”.

Il ministro Speranza ha ammesso che “non bisogna farsi illusioni, se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo, non dobbiamo perdere la memoria, conosciamo il virus, sappiamo i danni che fa”. Per Speranza “servono altre settimane di sacrifici”, anche alla luce di ciò che è accaduto dopo il primo lockdown, quando si è determinato un clima da “liberi tutti sbagliato e ingiustificabile”. Un “monito e un allarme” quello che arriva da Speranza, “senza polemiche”, perché non si ripetano le stesse leggerezze viste in estate.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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