In cella da oltre quattro mesi, questa mattina Luca Sostegni, il presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri che ha collaborato con la magistratura milanese che indaga sul caso Lombardia Film Commission e sui presunti fondi neri alla Lega, e’ stato scarcerato ed e’ andato agli arresti domiciliari in una casa nelle colline parmensi. Mentre oggi la Guardia di Finanza sequestra in via d’urgenza una Porsche d’epoca a uno degli altri arrestati per l”affaire’ del capannone di Cormano, venduto a Lfc per 800 mila euro, prezzo ritenuto gonfiato, Sostegni in mattinata ha lasciato il carcere di San Vittore. Il gip Giulio Fanales, ha accolto, infatti, la richiesta del difensore, l’avvocato Giuseppe Alessandro Pennisi, a cui la procura ha dato parere favorevole, ritenendo che “la proficua collaborazione fornita dall’indagato allo sviluppo delle indagini, unitamente alle dichiarazioni ammissive in ordine alle proprie responsabilita’ consente di ritenere intervenuto un primo affievolimento del pericolo di reiterazione” del reato “si’ da rendere allo stato adeguata (…) la misura meno afflittiva rappresentata dagli arresti domiciliari”. Originario di Montecatini Terme (Pistoia), 62 anni, Sostegni era stato fermato lo scorso 15 luglio per via del pericolo di fuga, poiche’ viveva tra l’Italia e il Brasile, Paese dove si era trasferito dopo aver trovato una nuova compagna e dove ha aperto una pizzeria e stava per ritornare. Nei mesi scorsi ha reso molti interrogatori davanti al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi rivelando, tra l’altro, altre operazioni in tandem con Scillieri e su cui ora si sta scavando. Cosi’, in mattinata, e’ stato accompagnato dalla polizia penitenziaria, in un’abitazione fuori Parma. Li’ Sostegni sara’ ospite da un amico, ma non potra’ uscire di casa: il gip ha rigettato, infatti, l’istanza di potersi “allontanare giornalmente dal luogo degli arresti”. A cio’ si aggiunge la prescrizione, che si dispone in genere in questi casi, del divieto di comunicare con persone diverse da coloro che coabitano con lui o che lo assistono, tra cui il suo legale che lo ha raggiunto nella localita’ del parmense. Le Fiamme Gialle, inoltre, su disposizione dei pm, hanno messo i sigilli in via d’urgenza a una Porsche 356 A Coupe’ 1600 del 1959 di proprieta’ di Fabio Barbarossa, cognato di Scillieri (entrambi ai domiciliari, cosi’ come i revisori contabili della Lega in Parlamento, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni). Nell’atto di sequestro preventivo si legge che Barbarossa, amministratore fittizio di Andromeda, la societa’ che ha venduto il capannone di Cormano (Milano) e dietro la quale ci sarebbe Scillieri, nel luglio del 2018 era “ben consapevole del fatto che ha acquistato” d’occasione l’auto d’epoca, pagandola 30 mila euro, valore triplicato dopo la revisione e la manutenzione. Denaro che, secondo la ricostruzione, e’ stato versato dalla stessa Andromeda con una giustificazione “del tutto fittizia” e che, per l’accusa, e’ invece parte della “provvista del peculato” derivante dalla compravendita dell’immobile. E lo dimostra anche una intercettazione tra i due cognati “Speriamo veramente […] – dice Barbarossa – vabbe’ quindi devo ridare dentro la Porsche, me la portano via? […] ma se dovessero mettiamo la peggiore delle ipotesi venirmi a chiamare”.