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Sisma Turchia e Grecia, il bilancio si aggrava: 14 morti e oltre 400 feriti

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È salito ad almeno 14 morti e oltre 400 feriti il bilancio del forte terremoto registrato oggi nell’Egeo fra la costa della Turchia e l’isola greca di Samo. Almeno 12 persone sono morte a Smirne, la terza città più grande della Turchia, di cui due annegate, e sempre a Smirne sono stati registrati 419 feriti, secondo quanto riferisce l’Afad, cioè la presidenza per la gestione di disastri ed emergenze. A Samo, invece, dove è scattata un’allerta tsunami, sono morti due adolescenti, dopo essere colpiti da un muro che è caduto.

Grecia e Turchia, spesso divise da tensioni diplomatiche e ultimamente sul piede di guerra a causa di una disputa sulle esplorazioni nel Mediterraneo orientale, sono state accomunate da un forte terremoto di magnitudo 6,7 che ha colpito il Mar Egeo sud-orientale. Di fronte a vittime e danni, i due Paesi si sono promessi aiuto reciproco, seguiti dall’Ue che si e’ detta pronta a dare sostegno. La tragedia ha anche aiutato a mettere da parte le tensioni anche tra Ankara e Parigi, impegnate da giorni in un acceso botta e risposta sulle vignette satiriche su Maometto. Il sisma ha innescato al largo di Samos un mini tsunami e due adolescenti sono morti sull’isola per il crollo di un muro mentre stavano tornando a casa da scuola. Ben piu’ grave la situazione in Turchia, dove si sono registrati finora almeno 12 morti e 419 feriti; il bilancio peggiore e’ nell’area di Smirne, 3 milioni di abitanti, dove si sono contati 6 decessi e oltre 300 feriti. La scossa, durata 45 secondi, e’ stata registrata ad una profondita’ di 16,5 km e a una distanza di 17 km dalla costa, al largo della citta’ turca di Seferihisar. Il terremoto e’ stato avvertito anche a Creta e nella capitale greca Atene, cosi’ come a Istanbul e Bursa. Venti gli edifici crollati a Smirne, dove si scava per cercare dispersi: i soccorritori, che hanno salvato 75 persone dalle macerie, hanno fatto sapere di essere concentrati su 17 di questi, scavando anche con le mani, aiutati da residenti e cani addestrati, in una lotta contro il tempo per trovare superstiti. Nelle immagini mandate in onda dalla tv turca si vedono nuvole di fumo innalzarsi da varie zone della citta’, li’ dove sono crollati i palazzi.

Scene di panico anche a Samos: i residenti si sono riversati nelle strade, “e’ stato il caos, non abbiamo mai avuto esperienza di una cosa simile”, ha commentato il vice sindaco Giorgos Dionysiou. La protezione civile ha esortato gli abitanti a “stare all’aperto e lontano dagli edifici”. Una seconda scossa di magnitudo 5,1 e’ stata avvertita nel pomeriggio al largo della costa occidentale turca. In una telefonata i ministri degli Esteri di Turchia e Grecia, Mevlut Cavusoglu e Nikos Dendias, hanno assicurato di aiutarsi a vicenda; messaggio di condoglianze e’ arrivato dal presidente russo, Vladimir Putin, in una telefonata ad Ankara. Anche il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha chiamato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per offrire le sue condoglianze: “Quali che siano le nostre differenze, questi sono momenti in cui i nostri popoli devono restare uniti”.

Il disastro “ci ricorda ancora una volta quanto siamo vicini nonostante le nostre differenze politiche”, ha twittato da parte sua Fahrettin Altun, consigliere del leader turco. Da Ginevra anche l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) si e’ fatta sentire: “Seguiamo da vicino la situazione in evoluzione in Grecia e Turchia” e “lavoreremo con i due Paesi per garantire che venga fornita l’assistenza medica d’emergenza a chi ne ha bisogno”, ha assicurato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.

La calamita’ naturale e’ riuscita a far accantonare per un attimo anche le feroci polemiche che da giorni intercorrono tra Francia e Turchia, nuovamente ai ferri corti per le vignette satiriche su Maometto, oltre a essere su fronti opposti anche in Siria, Libia e Nagorno-Kharabakh, cosi’ come nella disputa sul Mediterraneo orientale. Parigi ha espresso “piena solidarieta’” ad Ankara e ad Atene, dicendosi “pronta a fornire la necessaria assistenza”. “Se i governi di questi Paesi lo desiderano, aiuti francesi possono essere immediatamente inviati sul posto”, ha aggiunto il ministro dell’Interno Gerald Darmanin.

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Re Carlo migliora e riprende gli impegni pubblici

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Re Carlo III sta meglio e si prepara a riprendere la prossima settimana le attività pubbliche di rappresentanza della monarchia britannica che aveva dovuto suo malgrado interrompere per sottoporsi alle terapie per un non precisato cancro, annunciato ufficialmente lo scorso 5 febbraio. Si tratta di un ritorno per ora limitato, “per ridurre al minimo i rischi per la ripresa” del sovrano, come ha precisato in un comunicato Buckingham Palace, ma arriva dopo che i medici di corte si sono detti “molto incoraggiati” dai progressi delle cure, destinate ad andare avanti. Le notizie rassicuranti per il Regno Unito sono state accompagnate da una nuova foto ufficiale raffigurante Carlo, 75 anni, con la regina Camilla, diffusa proprio per segnare questo importante momento, in cui la coppia a braccetto appare unita e sorridente.

L’agenda del sovrano è così già tornata, anche se con tutte le cautele del caso, a prevedere i cosiddetti ‘public engagements’, gli appuntamenti ufficiali in cui il sovrano appare in pubblico e incontra i sudditi; e per mostrare solidarietà e vicinanza a quanti si stanno curando per un tumore è stato scelto come primo impegno la visita a un centro oncologico, dove Carlo incontrerà medici e pazienti. Il Palazzo ha annunciato inoltre che il re e la regina riceveranno a giugno l’imperatore giapponese e l’imperatrice consorte: un evento eccezionale, considerando che si tratta della prima visita nel Regno di un capo di Stato nipponico dal 1998. Secondo la Bbc, Carlo, che mal sopportava il limite imposto alla sua attività come aveva rivelato la stessa Camilla, si sente “fortemente incoraggiato” dalla prospettiva di un graduale ritorno alla normalità.

Se da un lato non mancano quindi i segnali di cauto ottimismo per la salute del sovrano, dall’altro “è troppo presto per dire” quanto tempo durerà ancora il suo trattamento, come ha precisato Buckingham Palace. L’annuncio sulla salute di Carlo è stato comunque accolto con gioia dal premier Rishi Sunak, che ha scritto sul suo profilo di X: “Splendida notizia per concludere la settimana”.

E arriva dopo una serie di altri segnali positivi nelle ultime settimane in cui il re aveva iniziato a farsi vedere in pubblico, come in occasione della messa di Pasqua a Windsor, a differenza della principessa Kate, alle prese anche lei con un tumore e sottoposta a chemioterapia, come ha annunciato lei stessa lo scorso mese in un video toccante. Il sovrano era stato d’altra parte già autorizzato a partecipare ad impegni ufficiali all’interno di Palazzo con più persone, dopo che in precedenza questi erano limitati a pochi presenti, come il primo ministro Sunak nei consueti incontri settimanali, oltre a ricevere un sostanziale via libera ad una visita ufficiale di due settimane in Australia a ottobre con la regina Camilla.

In tutt’altro senso va invece la rivelazione sensazionalistica del giornale online americano Daily Beast, secondo cui in base a fonti non precisate sarebbero stati aggiornati i piani per la Operation Menai Bridge, il nome in codice per organizzare il funerale di Carlo, ipotizzando un peggioramento del sovrano. Palazzo non ha risposto a queste voci, preferendo annunciare direttamente il ritorno di Carlo all’attività pubblica.

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Putin firma, Gazprom gestirà le filiali della Ariston

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Con una decisione inattesa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.

Lo scorso anno Putin aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all’ agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell’Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la gestione viene trasferita, sempre “temporaneamente”, ad un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo. Sulla vicenda è intervenuto in serata il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group – ha scritto su X – ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano e’ al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”

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Frammento di missile iraniano trovato nel deserto israeliano

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Un grosso frammento di un missile iraniano, lanciato verso Israele, è stato scoperto casualmente da un gruppo di turisti in una zona desertica nel sud di Israele. Lo riferisce la Tass, citando un rapporto dell’Idf. Il missile scoperto era del tipo “superficie-superficie” e sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea israeliana durante l’attacco iraniano.

A scoprirlo alcuni giorni fa un gruppo di escursionisti durante un viaggio nei pressi della città di Arad, nel deserto della Giudea, 25 km a ovest del Mar Morto. Per recuperare il frammento è stato coinvolto un elicottero da trasporto militare dell’aeronautica israeliana. Ora sarà esaminato da specialisti del servizio antincendio e di salvataggio. I militari hanno ricordato che le persone non dovrebbero mai avvicinarsi o toccare i frammenti dei missili, perché possono comunque rappresentare una minaccia per la vita, e hanno esortato le persone a chiamare immediatamente la polizia se tali frammenti vengono scoperti.

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