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Paul McCartney, nuovo album figlio del lockdown

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Fa una certa impressione constatare che la nuova uscita discografica di Paul McCartney avvenga a poco piu’ di 50 anni dalla sua uscita dai Beatles. Era aprile del 1970 e Paul annuncio’ l’abbandono della band e contemporaneamente la pubblicazione del suo album solista. Quell’intervista per il mondo fu uno shock, per John Lennon un tradimento. In quell’album del 1970, quasi simbolicamente, suonava tutto da solo, un’abitudine per altro consolidata, quella “dell’uomo solo al comando”, che da un certo punto in poi aveva incrinato i rapporti tra i Beatles. Col tempo il solo album e’ diventato anche un appuntamento sul calendario dei fan: nel 1980 arriva “Paul McCartney II”, guarda caso il primo dopo lo scioglimento dei Wings, un album in cui Sir Paul si sbizzarrisce con i sintetizzatori e che all’epoca suonava sperimentale. Ando’ primo in classifica, i “Die Hard Fans” lo amano molto ma lui dopo qualche anno disse che “i sintetizzatori suonano finti”. Passano 40 anni ed ecco “Paul McCartney III”, terzo capitolo della trilogia. Ma le ragioni della scelta della solitudine sono purtroppo molto diverse da quelle dei primi due. Perche’ questo nuovo album, che uscira’ l’11 dicembre, nasce dall’isolamento in cui anche l’ex Beatles ha vissuto come tutti durante il lockdown. Paul non aveva pianificato uscite discografiche nel 2020 ma, nell’isolamento, ha cominciato a lavorare su pezzi gia’ esistenti e a crearne di nuovi.

Parlando dell’album, Paul ha detto: “vivevo in isolamento nella mia fattoria con la mia famiglia e andavo ogni giorno nel mio studio. Dovevo lavorare su un po’ di musica da film e questo si e’ trasformato nel brano d’apertura e poi, quando e’ stato fatto, ho pensato: cosa faro’ dopo? Avevo delle cose su cui avevo lavorato nel corso degli anni, ma a volte il tempo si esauriva e rimanevano a meta’, cosi’ ho iniziato a pensare a quello che avevo. Ogni giorno iniziavo a registrare con lo strumento su cui avevo scritto la canzone e poi, gradualmente, stratificavo il tutto. Ho fatto musica per me stesso, cose che mi piaceva fare. Non avevo idea che il lavoro sarebbe diventato un album”.

“McCartney III” e’ il 18mo titolo solista ed e’ basato su un metodo di lavoro domestico in linea con il minimalismo creativo imposto dal Covid 19: il nucleo e’ formato da riprese dal vivo di Paul con la voce e la chitarra o il piano, su cui sono sovraincisi il basso, la batteria. Anche la veste grafica e’ frutto di un lavoro a conduzione familiare: cosi’ come le fotografie dei primi due capitoli sono firmate da Linda McCartney, quelle principali del nuovo album sono state scattate dalla figlia di Paul, Mary McCartney, con immagini aggiuntive del nipote, Sonny, nonche’ foto fatte da Paul con il suo telefono. La copertina e’ opera dell’artista americano Ed Ruscha. Fa riflettere che solo due anni fa “Egypt Station”, il titolo precedente, e’ andato al primo posto nella classifica degli Stati Uniti e che le date della sua ultima tourne’e, il “Freshen Up Tour”, che ha stabilito numeri record e che avrebbe dovuto toccare anche l’Italia, sono state cancellate a causa del Covid 19.

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Nasce l’etichetta Turchini Records e lancia ‘Partenope Eterna’

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‘Partenope Eterna’ è il primo disco che lancia la nuova etichetta indipendente Turchini Records, nata per valorizzare i repertori di Scuola Napoletana ed europea coniugandoli con la composizione contemporanea. Ad inaugurare il nuovo precorso della Fondazione Pietà de’ Turchini, venerdì 17 maggio ore 20.30, un concerto alla Chiesa di Santa Caterina da Siena con l’esecuzione per la prima volta a Napoli del brano che dà il titolo al disco, composto dal maestro Fabio Vacchi, ispirato dalla voce del soprano Naomi Rivieccio e dal virtuosismo barocco dei Talenti Vulcanici (Marcello Scandelli al violoncello, Rafael Arjona al liuto e chitarra barocca, Federico Bagnasco al contrabbasso), diretti da Stefano Demicheli. I versi sono scritti da Giuseppe Montesano, consulenza musicologica di Paologiovanni Maione, in copertina la sirena di Riccardo Dalisi.

Vacchi dedica il brano alla lombarda Patrizia Meroni, medico in trincea, “una Sirena dell’oggi”. Il programma è una preziosa antologia di cantate del primo Settecento che allietavano le conversazioni nei salotti. Si passa dal tema napoletano, adottato da Alessandro Scarlatti con immagini di pastori e sirene, a un tono più drammatico e ai madrigalismi di Francesco Mancini, fino all’esercizio ozioso di Domenico Scarlatti, le cui sonate erano destinate allo svago di Maria Barbara di Braganza, e alle toccate di Supriani. Il titolo ‘Partenope Eterna’ rimanda al mito delle sirene: esseri metà donne e meta uccelli (o, in seguito, pesci), che abitavano su un’isola al largo di Sorrento. Si dice che i marinai, attratti dal loro canto ammaliante, virassero le navi verso la costa rocciosa, dove si schiantavano. Avvertito dalla maga Circe, come è noto, Ulisse scampò la sorte nefasta, facendosi legare all’albero maestro. Secondo una delle tante leggende legate all’Odissea, fu proprio questo rifiuto subito ad umiliare ed uccidere una delle Sirene, Partenope. Il suo corpo verrà trasportato dalle correnti fino al golfo dove sorgerà la città che oggi è Napoli.

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Geolier: fuori ovunque il 7 giugno il nuovo album ‘Dio lo sa’

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Ci aveva promesso un album prima delle 3 date al Maradona e quale posto migliore per iniziare a spoilerare questa prossima grande uscita se non proprio lo stadio partenopeo? È stato prima del match Napoli – Bologna di sabato che alcuni giocatori della squadra, come ripreso dai social del Club, hanno indossato una maglia con la scritta “Geolier, Dio lo sa, 7 giugno”. Sono questi il titolo e la data di uscita del terzo e nuovo album dell’artista entrato ormai di diritto tra i più grandi esponenti della scena rap nazionale. Geolier ha sempre detto di essere un prodotto di Napoli e, fedele alle sue radici e al forte attaccamento alla maglia della sua città, ha deciso di stupirci rivelando l’uscita del suo nuovo disco in modo totalmente inaspettato e spettacolare, grazie anche a un’operazione figlia della collaborazione costante con tutta la squadra e dell’amicizia che li lega.

Il rapper aveva già pronunciato le parole “DIO LO SA” sul palco del Primo Maggio, alla fine di un sentito discorso sulla presenza ancora oggi di tante diseguaglianze sociali, che aveva colpito particolarmente pubblico e critica.L’annuncio del disco arriva dopo la pubblicazione, avvenuta venerdì, del singolo “EL PIBE DE ORO” (Warner Music Italy; https://geolierofficial.lnk.to/elpibedeoro) – un vero esercizio di stile, prodotto da Poison Beatz, che è proprio solo dei Rapper con la R maiuscola – e da “L’Ultima Poesia” – brano certificato platino, che lo vede narrare insieme a ULTIMO la fine di un amore senza cui però non si riesce a stare. E se l’ultimo pezzo uscito è un banger potente che lo conferma ancora una volta come fuoriclasse del rap italiano, con un flusso continuo di parole incastonate tra loro, con il precedente Geolier ci dà prova di essere un artista poliedrico, capace di passare in qualsiasi momento da un’apertura melodica, come quella che avevamo visto anche con “I p’ me, tu p’ te” a Sanremo, al rap nudo e crudo. Tutto questo dimostra continuamente la grande consapevolezza del rapper di Secondigliano.

Nell’attesa di svelare di più su quello che è senza dubbio uno dei dischi più attesi del 2024, Geolier si prepara al suo prossimo tour, prodotto da Magellano Concerti, che inizierà tra poco più di un mese e lo vedrà esordire live il 15 giugno allo Stadio di Messina, per poi approdare il 21, 22 e 23 giugno allo Stadio Maradona di Napoli e continuare fino al 16 agosto al Red Valley, passando dal Rock In Roma (28 giugno), Nosound Fest a Servigliano (29 giugno), Lucca Summer Festival (5 luglio), Fiera Milano Live (6 luglio), Sonic Park a Stupinigi TO (12 luglio) e Oversound Music Festival a Gallipoli (12 agosto). GEOLIER è senza dubbio uno dei fenomeni musicali più eclatanti che l’Italia abbia visto e vissuto negli ultimi anni.

Forte delle sue radici e sempre teso a superare qualsiasi limite geografico e musicale, in pochi anni è riuscito a diventare punto di riferimento per l’urban italiano, nonché nome tra i più richiesti da tutta la scena. Il suo ultimo disco, “IL CORAGGIO DEI BAMBINI”, certificato sei volte platino, è stato alla #1 della Classifica degli album più ascoltati del 2023 in Italia su Spotify e della Top Album FIMI 2023. Oltre a una pioggia di certificazioni – 67 dischi di platino e 27 ori collezionati in totale – Geolier, nelle classifiche di fine anno di VEVO, è stato alla #1 della Top 10 Artisti Italia, con 253.1 milioni di views, e alla #3 della Top 10 Video Italia con “Come vuoi”.

Il 2024 di Geolier si è aperto con la partecipazione alla 74^ edizione del Festival di Sanremo con il brano “I P’ ME, TU P’ TE”, certificato triplo platino da FIMI/GfK Italia e che ha debuttato nella Top 50 Global e alla #1 della classifica Top 50 Italia di Spotify e della Top 100 Italia di Apple Music, entrando in seguito anche nella Billboard Global 200. A marzo esce il suo singolo “L’ULTIMA POESIA” che lo vede insieme a ULTIMO, a oggi certificato platino. Dopo due tour l’anno scorso, che lo hanno visto esibirsi per tutto lo stivale, con ben 4 date sold out al PalaPartenope di Napoli, adesso è pronto a infiammare l’estate con il suo “GEOLIER LIVE 2024”.

 

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Michele Bravi: vi racconto la mia visione del mondo con “Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi”

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“Immagina se percepissi in modo diverso quello che vedi”. È partito anche da qui, Michele Bravi, per scrivere il racconto che compone il suo nuovo album, ‘Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi’, in uscita venerdì 12 aprile. L’idea era quella di raccontare la realtà non per forza per come comunemente appare, ma piuttosto per come la si interpreta, ciascuno a modo suo. “È passato qualche anno dal precedente album – ha raccontato Bravi – un po’ perché non sono mai stato veloce e un po’ perché ho dovuto superare un blocco. Ogni volta che mi mettevo davanti ad un pianoforte non ne usciva niente. Poi ho fatto un corso che è diventato più che altro un gioco e tra una lettera scritta a me stesso e la scelta di lavori immaginari per i quali calarmi nella parte, ad un certo punto mi sono sbloccato”. E così Bravi ha cominciato il suo racconto per metafore e sinestesie, perché, ha spiegato, “raccontami la tua storia non è la richiesta giusta da fare perché è pericolosamente sintetica”.

Quella più interessante, invece, è piuttosto quella del “raccontami cos’hai visto tu nella tua storia”. “Ho provato a celebrare la natura scenica e le melodie della vita interiore. Quanti spettacoli vediamo mentre viviamo? Quanti quadri stiamo dipingendo? Io sono un disastro a disegnare ma dentro ho quadri bellissimi. Sarei un disastro a dirigere film – ha scherzato l’autore delle nuove ‘Viaggio nel tempo’, ‘Per me sei importante’ e ‘Sporchissima poesia’ – ma dentro ne ho di così intensi che al confronto Nolan (il regista, ndr) è un dilettante”. L’album, con la cover firmata dall’artista Mauro Balletti, è un vero e proprio concept, liberamente ispirato agli scritti di Oliver Sachs, neurologo e autore di fama mondiale, ma è anche il risultato di un percorso artistico e personale affrontato viaggiando tra Parigi, Londra, Amsterdam e Milano. Di parigino, nell’album, anche la voce di Carla Bruni su ‘Malumore francese’.

“Ho scritto questa canzone pensando proprio alla sua voce – ha spiegato Bravi – e ho deciso di mandargliela. Poco dopo eravamo in una stanza di un hotel milanese, quello dei soggiorni di Giuseppe Verdi, per lavorarci sopra”. Di Giuliano Sangiorgi sono invece le parole di ‘Ti avessi conosciuto prima’. “La canzone esiste da tanti anni – ha detto Bravi – e quasi ce n’eravamo scordati entrambi. La considero un magnifico regalo”. Nella scaletta dell’album c’è anche ‘Umorismo italiano’. “Mi diverto a scherzare sul fatto che io sia percepito come malinconico – ha confessato Bravi – quando invece il mio mantra è scrivere un testo un po’ da poetessa e un po’ da pornostar. Da una parte c’è l’umorismo tutto italiano e dall’altra questo alone di poeticità, che mi piace, perché sono un po’ snob. Non c’è però solo quello”. Anche a proposito delle delle difficoltà che negli ultimi mesi vengono evidenziate da artisti che si trovano a ‘fare a pugni’ con il retro della medaglia della popolarità, Bravi ha la sua posizione.

“Quando si parla di un artista – ha detto la voce di ‘Infanzia negli occhi’ – si tende a parlare di un prodotto musicale destinato al mercato senza pensare che quella è anche una vita reale. A diciott’anni quando mi davano del fallito dicevano solo che l’album non aveva venduto e non che io fossi un fallito. Oggi ho gli strumenti per capirlo, ma a diciott’anni la prendevo molto più sul personale”. Con il nuovo album Michele Bravi arriverà a teatro per due anteprime del tour, il 12 al Dal Verme di Milano e il 26 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

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