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Diocesi Pesaro investe in Liechtenstein e perde tutto

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Non ci sono solo i grandi scandali finanziari del Vaticano. Puo’ anche accadere che le diocesi e le arcidiocesi italiane incappino in operazioni anche clamorosamente sbagliate. E’ il caso dell’Arcidiocesi di Pesaro che ha investito 616mila euro in Liechtenstein e ha perso tutto: solo a distanza di anni ha avviato una causa civile. Si tratta di soldi delle parrocchie, investiti nel 2003 e nel 2004 con versamenti a piu’ riprese alla societa’ ValorLife Lebensversichterungs-Aktienegeselschaft di Vaduz, capitale del piccolo principato tra Svizzera e Austria, dove si pagano tasse all’1,5%. La Curia aveva sottoscritto 9 polizze vita, anticipa oggi il Resto del Carlino, edizione di Pesaro, con beneficiari preti e fiduciari vari, della durata di 6 anni. I primi versamenti risalgono agli ultimi mesi del 2009, quando l’Arcidiocesi era guidata da Angelo Bagnasco, e sono proseguiti fino ad agosto 2004, quando era gia’ arrivato mons. Piero Coccia. Al termine dei 6 anni, l’Arcidiocesi avrebbe dovuto incassare l’ammontare delle somme versate con gli interessi. Ma nel 2010, alla scadenza delle polizze, la ValorLife si e’ ben guardata dal farlo nonostante le numerose sollecitazioni. E la Curia, incredibilmente, all’epoca lascio’ cadere la cosa, forse per evitare clamore. Lo stesso che c’era stato un paio d’anni prima, quando un’altra arcidiocesi importante, quella di Loreto, aveva perso circa 11 milioni di euro in un investimento sbagliato: tutta la liquidita’ della Delegazione Pontificia, suddivisa tra vari istituti di credito del territorio, era confluita in un unico conto di un’altra banca, sembra su suggerimento di un consulente finanziario, e poi sparita. Una vicenda su cui aveva indagato anche il Vaticano: una parte della somma sarebbe poi riemersa nel 2009 nelle Isole Cayman. Infine, con la strada penale ormai sbarrata dalla prescrizione, la decisione in questi giorni dell’Arcidiocesi pesarese, nella persona di mons. Coccia, di intentare causa civile, dopo che una recente sentenza sempre contro la ValorLife, proposta da clienti del Centro Italia, si e’ conclusa con una transazione del 15% del valore versato. La causa davanti al Tribunale civile di Pesaro, pero’, si e’ subito inceppata, dato che non si riesce a notificare gli atti alla societa’ del Liechtenstein, chiusa dall’autorita’ di vigilanza circa un anno fa. Secondo il legale della Curia, l’avv. Tommaso Patrignani, “l’Arcidiocesi ha sottoscritto un contratto di puro investimento speculativo con capitale ad alto rischio e non, come era nelle intenzioni, delle polizze vita con capitale garantito. La ValorLife ha violato tutti gli obblighi di legge addossando alla Diocesi l’intero rischio dell’investimento”. Prossima udienza ad aprile 2021.

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Da Napoli a Genova per perseguitare la ex, condannato a 6 anni

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E’ arrivato da Napoli fino a Genova per perseguitare la ex moglie che per scappare dai maltrattamenti si era trasferita in Liguria. Per questo un venditore di cocco di 53 anni è stato condannato a sei anni e quattro mesi con rito abbreviato dal giudice Carla Pastorini. La vicenda parte due anni fa. La donna, 48 anni, si separa dal marito violento dopo anni di insulti, minacce e botte. Per ricominciare una nuova vita si trasferisce a Genova con i due figli.

L’ex marito, venditore di cocco nelle spiagge campane, non accetta la separazione e inizia a perseguitarla. Ogni giorno le invia messaggi e chat di insulti, minacce. Fino a che inizia a fare dei veri e propri blitz nel capoluogo ligure, facendosi trovare sotto casa o davanti al posto di lavoro. Nel frattempo, l’ex marito inizia a perseguitare anche un altro uomo, “colpevole” di essere amico della donna. Inizia a minacciare anche lui, a seguirlo. Arriva anche ad estorcergli 10 mila euro, dietro la minaccia di fargli del male. A fine 2023 la donna, assistita dall’avvocato Maria Borra, denuncia tutto. Il pubblico ministero Giovanni Arena attiva il codice rosso e l’ambulante viene arrestato con l’accusa di stalking, maltrattamenti ed estorsione.

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A Perugia scatta indagine sull’eroina con il Fentanyl

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Ora c’è anche un’indagine della magistratura di Perugia sul Fentanyl usato come sostanza da taglio in una dose di eroina recuperata alcune settimane fa nella zona del capoluogo umbro. La procura ha infatti aperto un fascicolo a carico di ignoti. Spaccio di stupefacenti l’ipotesi di reato che compare nel fascicolo, con il quale l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone mira a svolgere indagini specifiche. “Sono preoccupato per quanto sta emergendo e voglio cercare di capire se si tratta di un fatto sporadico o se ci sono episodi analoghi”, aveva detto il magistrato nei giorni scorsi subito dopo che era scattato l’allarme. Il Fentanyl – oppioide sintetico 80 volte più potente della morfina – è stato scoperto in un controllo a campione svolto nelle scorse settimane dall’Unità di strada di Perugia.

Minima – secondo le analisi svolte dall’Istituto superiore di sanità – la quantità del potente analgesico trovata. L’eroina era il 50%, poi c’erano anche codeina (30%) e diazepam (15%) oltre al 5% di Fentanyl. Il Sistema nazionale di allerta rapida coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga si è dunque attivato e dal ministero della Salute è partita una nota agli assessorati alla sanità di tutte le Regioni affinché sollecitino le strutture che si occupano di dipendenze ad “informare le persone che fanno uso di sostanze dei gravissimi rischi per la salute”. Si è messo quindi in moto il nuovo Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici che prevede l’invio dell’allerta anche a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale e aumentata l’attenzione in tutti i settori potenzialmente esposti.

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Iss, il Fentanyl erroneamente definito “la droga degli zombie”

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Il Fentanyl “non è la droga cosiddetta degli zombie”. A spiegarlo, in un primo piano online, è l’Istituto superiore di sanità, in riferimento al primo caso in Italia, verificatosi a Perugia, in cui è stata rilevata una preparazione da strada contenente questo oppioide sintetico, e su cui oggi è stata aperto un fascicolo. Al momento tutte le Forze di polizia sono allertate. I fentanyl è un oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche.

E’ circa 100 volte più potente della morfina, ma anche circa 100 volte più tossico. I suoi analoghi, più di 150 analoghi illeciti al momento nel mercato nero, arrivano ad essere fino a mille volte più potenti della morfina. In Italia, tale oppioide sintetico viene utilizzato per scopi consentiti e sotto controllo medico come anestetico generale nelle operazioni di chirurgia maggiore e nella terapia palliativa per il dolore terminale oncologico. Nel mercato delle droghe, invece, può essere utilizzato come agente di taglio dell’eroina o anche al posto dell’eroina stessa.

L’Iss chiarisce dunque la definizione di ‘droga degli zombie’, spesso utilizzata: “Né l’eroina tagliata col Fentanyl né il Fentanyl da solo sono la ‘droga degli zombie’. Si definisce tale una preparazione di eroina o di Fentanyl tagliati con la xilazina, anestetico e mioriilassante veterinario, al momento utilizzato pochissimo in Italia, ma impiegato invece dal mercato illecito per fare un taglio che dia più potenza alla preparazione ma costi di meno.

La xilazina produce delle ulcere cutanee negli arti superiori ed inferiori, soprattutto dove avviene l’iniezione delle preparazioni di strada da eroina. Queste ulcerazioni profonde rendono i consumatori zombie: da qui il nome utilizzato per definire questa droga”. Al momento in Italia vige una allerta di terzo grado (alert di terzo grado): si tratta di una comunicazione di massima urgenza che viene mandata a tutti gli operatori che hanno a che fare con i consumatori di sostanze d’abuso. L’allerta di grado 3 si riferisce a sostanze che possono provocare intossicazioni severe o morti, quale per esempio proprio il Fentanyl. Attualmente, in Italia c’è un piano nazionale di allerta sul Fentanyl partito il 12 marzo scorso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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