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Esteri

Libano, si aggrava il bilancio dell’esplosione di Beirut: per ora sono 73 i morti e 3700 feriti, devastazione in tutta la città

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Pesante il bilancio delle vittime della violenta esplosione che ha devastato aree intere nel centro di Beirut, nella zona del porto della capitale del Libano: sarebbero almeno 73 i morti stando a quanto precisato dal ministro della Salute, Hamad Hassan, ma il numero è ancora provvisorio. Dappertutto ci sono vetri infranti, condomini devastati, auto distrutte. Alcuni media parlano di Apocalisse a Beirut. Si scava tra le macerie cercando di recuperare altri corpi. In un video sui social si vede il momento dell’esplosione, violentissima, e la devastazione che arriva a centinaia di metri distanza dal porto. La Croce rossa libanese ha riferito di almeno 3700 feriti ma il numero potrebbe ancora aumentare. Grande la mobilitazione per il trasporto dei feriti negli ospedali della zona. Ci sarebbero anche alcuni militari italiani tra i feriti: ma le loro condizioni non sarebbero gravi. Tra i deceduti c’è Nazar Najarian, segretario generale del Kataeb, il partito cristiano-democratico del paese, conosciuto come le Falangi.

 

L’esplosione sarebbe stata provocata da “un carico di nitrato di sodio”, una sostanza utilizzata per fare esplosivi, che sarebbe stato sequestrato tempo fa e tenuto in un magazzino. Tra gli edifici danneggiati dalla potente deflagrazione c’è  il quartier generale dell’ex premier Saad Hariri, nel centro della città e la sede della Cnn a Beirut.

Dopo le violente esplosioni nel porto di Beirut il presidente libanese Michel Aoun ha convocato per questa sera una “riunione urgente” del consiglio superiore della difesa. Al governo libanese la vicinanza e la solidarietà del governo italiano, espressa dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e da tutte le forze politiche, vicinanza espressa dai leader di tutto il mondo.

 

Le foto sono tratte da Twitter

 

Libano, una violenta esplosione devasta Beirut. Almeno 10 morti e centinaia di feriti

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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