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Cronache

Camorra, Procuratore Bologna: portata alla luce zona grigia

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Una pizzeria al taglio e una sala scommesse a Cattolica, un altro ristorante a Gabicce, magazzini di vendita all’ingrosso e societa’ di costruzioni a Parma e altre 17 imprese, in 15 province e 8 regioni italiane, ritenute dagli investigatori della Guardia di Finanza di Rimini, infiltrate dalla camorra. Le aziende sono state sequestrate nell’ambito dell’inchiesta Darknet conclusa con 8 arresti e un obbligo di firma. Tra gli arrestati un commercialista di Cattolica, al quale gli affiliati avevano commissionato la stesura dei libri contabili. L’operazione che ha visto la collaborazione del G.I.C.O. di Bologna e di 14 Comandi Provinciali GDF e’ stata coordinata dalla Dda di Bologna. “Questa operazione mostra un cambio di rotta – ha detto il Procuratore della Repubblica Distrettuale di Bologna, Giuseppe Amato – portando alla luce quella cosiddetta “zona grigia” dove soggetti ispiratori dei reati utilizzano professionisti e interfacce per la commissione anche di reati tipicamente economici”. L’indagine partita dalla Romagna si e’ poi estesa in Campania, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Basilicata e Piemonte, ed ha disarticolato un’associazione criminale di matrice camorristica con base a Cattolica, ma con ramificazioni e interessi economici ad Avellino, Napoli, Salerno, Potenza, Matera, Pesaro-Urbino, Forli’-Cesena, Parma, Torino e Milano. Al vertice dell’organizzazione spiccano persone vicine al clan dei “Sarno” e dei “Casalesi”. I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, che vedono a vario titolo coinvolte 55 persone che avrebbero mosso 71 milioni di euro da riciclare. I capi in Romagna secondo le indagini erano Giovanni Iorio (sorvegliato speciale ora in carcere) cognato del collaboratore di giustizia, Vincenzo Sarno, Luigi Saverio Raucci (agli arresti in carcere), gia’ gravato da 4 condanne definitive per reati contro la persona e in materia di armi e vicino ai “Casalesi”. Antonio De Martino, (agli arresti in carcere), volto “pulito” dell’associazione incaricato della gestione delle diverse societa’ con l’aiuto del commercialista Pasquale Coppola con studio a Cattolica. Inoltre, societa’ di fatto riconducibili ai due indagati erano riuscite ad ottenere truccando le gare d’apparto l’esecuzione di lavori pubblici all’interno della Stazione Sperimentale per l’industria delle Conserve Alimentari (SSICA) di Parma, fondazione pubblica interamente controllata dalla Camera di commercio di quella Provincia. I proventi illeciti venivano riciclati utilizzando la sala giochi e scommesse di Cattolica.

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Ancora una forte scossa di terremoto all’alba a Pozzuoli, in centinaia in strada per paura ma nessun danno

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Questa mattina, alle 6:30, una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 della scala Richter è stata avvertita in provincia di Napoli, precisamente nella zona dei Campi Flegrei. L’epicentro del sisma è stato localizzato a Pozzuoli, tra la zona della Solfatara e via Pisciarelli, con un ipocentro a soli 2,8 chilometri di profondità, rendendo il terremoto particolarmente avvertito dalla popolazione locale.

Nonostante la scossa sia stata sentita distintamente, fortunatamente non si registrano danni a persone o strutture. Tuttavia, l’evento ha generato numerose chiamate ai vigili del fuoco e ai servizi di emergenza, segno evidente dell’apprensione tra i cittadini.

Questa recente attività sismica solleva preoccupazioni, in quanto nei giorni scorsi la stessa area ha esperito due eventi sismici simili, entrambi di magnitudo 3.6 e 3.7. Questa sequenza di scosse potrebbe indicare una crescente instabilità geologica nella regione, notoriamente attiva dal punto di vista vulcanico.

L’area dei Campi Flegrei è infatti una delle zone vulcaniche più monitorate d’Europa, data la sua storia e la sua potenziale pericolosità. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) continua a monitorare la situazione, raccogliendo dati e fornendo aggiornamenti per garantire la sicurezza dei cittadini. La comunità scientifica è particolarmente attenta a rilevare qualsiasi variazione che potrebbe suggerire cambiamenti significativi nel sottosuolo.

La popolazione locale è incoraggiata a rimanere informata attraverso i canali ufficiali e a seguire le eventuali indicazioni delle autorità, mantenendo un approccio cauto e preparato in caso di ulteriori sviluppi.

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Bimbo di 5 mesi ucciso dal pitbull di famiglia

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Tragedia questa sera a Palazzolo Vercellese, piccolo Comune di un migliaio di abitanti in provincia di Vercelli, dove un bimbo di cinque mesi ha perso la vita dopo essere stato azzannato da un cane di grossa taglia, sembra un pitbull, di proprieta’ dei suoi genitori, una giovane coppia da poco trasferitasi in paese. Secondo quanto si e’ appreso il bimbo si trovava in casa con la nonna. Il fatto e’ avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi. Sul posto e’ intervenuto il 118 di Alessandria con l’elisoccorso, ma per il piccolo non c’e’ stato nulla da fare.

La tragedia è avvenuta in una zona del paese vicino all’ex asilo. A quanto si apprende il bimbo sarebbe stato in braccio alla nonna, mentre la donna passeggiava nel giardino. I genitori, invece, erano usciti a fare la spesa. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Vercelli. Il pitbull è stato sequestrato dai militari dell’Arma forestale in attesa degli accertamenti. A quanto pare non c’erano mai stati segnalazioni di aggressività del cane. I genitori, trentenni, hanno portato il bimbo in fin di vita direttamente all’elisoccorso che era atterrato nel campo sportivo del paese.

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Tentata estorsione al consigliere regionale Giovanni Zannini, arrestato Tiberio Francesco La Torre

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“Ho fatto io mio dovere. Speravo che condotte del genere non si verificassero più. Ringrazio la DDA di Napoli e i Carabinieri per l’intervento tempestivo e dirimente”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Giovanni Zannini, vittima di un tentativo di estorsione che oggi hanno condotto in carcere Tiberio Francesco La Torre, cugino dell’ex capoclan e collaboratore di giustizia Augusto La Torre, a cui la DDA di Napoli (sostituto procuratore Roberto Patscot, procuratore aggiunto Michele Del Prete) contesta i reati di tentata estorsione ed estorsione aggravate dal metodo mafioso.

“In quattro giorni – continua Zannini – hanno arrestato il La Torre dimostrando che lo Stato c’è ed è forte. Sono circa 6 mesi che vivo sotto minaccia. La settimana scorsa si è superato ogni limite. Invito tutti a denunciare e a vincere ogni paura”. L’arresto di La Torre – viene spiegato nella nota – si fonda sulla denuncia sporta dal consigliere regionale Giovanni Zannini (al quale La Torre voleva estorcere 50mila euro) e dall’imprenditore Alfredo Campoli (al quale il La Torre ha estorto circa 22 mila euro pretendendo che la consegna avvenisse presso una cappella del locale cimitero).

La Torre – si legge nel comunicato – si è presentato a casa di Zannini più volte senza che nessuno gli aprisse la porta. La famiglia del consigliere regionale è stata anche costretta a chiudersi in casa. Zannini si è quindi recato dai carabinieri “ottenendo l’immediato e risolutivo intervento”. Poi le denunce, poi l’intervento della DDA e poi l’arresto.

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