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Amazon rifiuta di vendere un libro sul coronavirus sulla sua piattaforma, lo scrittore s’affida al legale dei consumatori Angelo Pisani: è censura, chiediamo i danni

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Censura. Così la definisce Francesco Amodeo, un giornalista che ha scritto un libro sul disastro provocato dal coronavirus sotto il profilo “non sanitario perchè non ho competenze”. Non riesce a trovare altre argomentazioni Amodeo per spiegare la scelta di Amazon di non mettere in vendita sulla sua piattaforma kindle il libro-inchiesta “31 coincidenze sul coronavirus e sulla nuova Guerra Fredda USA-Cina”, Matrix edizioni.

Da quel che riferiscono, pare che l’algoritmo di Amazon censuri in automatico i libri che fanno riferimento alla parola “coronavirus” nel titolo. Eppure se così fosse non si capisce perchè il libro di Roberto Burioni, il virologo che da febbraio ad oggi sul covid 19 ha detto tutto e il contrario di tutto (per non parlare del presunto conflitto d’interessi denunciato da Le Iene) è sulla piattaforma kindle benchè contenga anch’esso la parola “coronavirus” nel titolo. Una spiegazione, in realtà, c’è. O meglio, ci sarebbe! E la fornisce Amazon. “Stiamo indirizzando i nostri clienti verso fonti ufficiali” scrive l’internet Company globale fondata da Jeff Bezos. E lo scrive nella mail che ha spedito al giornalista-scrittore che protestava con garbo sui due pesi e due misure di Amazon rispetto alle pubblicazioni sul Coronavirus. E allora? Che cosa succede ora? Amodeo deve mettersi l’anima in pace e mettere in vendita il suo libro altrove? Niente affatto. Amodeo ha deciso di agire legalmente contro il colosso americano. E a tutelarlo c’è uno degli avvocati più tignosi sul fronte della difesa dei diritti dei consumatori, Angelo Pisani di NoiConsumatori.it. “Quale avvocato difensore dell’autore Francesco Amodeo, vittima di illegittima censura e discriminazione ingiustificabile da parte del sistema Amazon – dice Angelo Pisani – , oltre a presentare ricorso immediato in via cautelare e richiesta risarcitoria alla magistratura, presenterò subito esposto all’antitrust e alle autorità competenti per la tutela dei diritti dei consumatori”.

 

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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Muore a tre mesi da tesi, 2mila firme per laurea in sua memoria

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Ha raggiunto oltre 2mila firme in pochi giorni la petizione lanciata sulla piattaforma online Change.org per chiedere la laurea alla memoria a Vincenzo Pio Ferrara, studente prematuramente scomparso iscritto al terzo anno del corso di laurea in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Il giovane Vincenzo Pio – si legge nella petizione lanciata da Teresa Bianco – studente lavoratore aveva solo 25 anni quando la sua vita si è fermata”. A fine maggio 2023, nel corso di uno screening di sorveglianza, gli è stata diagnosticata una leucocitosi mieloide.

“Ha affrontato la malattia – continua il testo della petizione – con grande coraggio convinto: ha continuato a studiare e durante i lunghi ricoveri ha messo la sua esperienza e competenza a servizio degli altri degenti che l’hanno accompagnato durante questo doloroso percorso. Ha, infatti, con tutte le difficoltà del caso sostenuto durante quest’ultimo anno altri tre esami. Ha lottato fino alla fine contro un male, ma alla fine non ce l’ha fatta. È morto così, a tre esami dalla laurea magistrale dopo aver intrapreso un difficile percorso, senza riuscire a concluderlo”. Tra i moltissimi i commenti di sostegno tra i firmatari della petizione, quello di sua sorella Annarita: “Tra un ciclo di chemioterapia e un altro, non si è mai dato per vinto perché lui voleva laurearsi con ogni fibra del suo cuore. Vincenzo merita questa laurea non soltanto banalmente per commemorare il suo ricordo, ma perché questa laurea era già sua, perché questa laurea sarebbe stata solo il coronamento di una carriera di studio fatta di perseveranza, vocazione, dedizione e sacrifici”.

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Convalidato sequestro di 64,7 milioni a GS del gruppo Carrefour

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E’ stato convalidato il sequestro preventivo d’urgenza, eseguito lo scorso 15 aprile dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, di 64,7 milioni di euro a carico della GS spa del gruppo dei supermercati Carrefour Italia nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano su una presunta frode fiscale. Lo ha deciso, nei giorni scorsi, il gip Luca Milano che ha fissato per il prossimo 17 maggio l’udienza per discutere sulla misura del divieto per un anno di pubblicizzare beni e servizi chiesta dal pm Paolo Storari nei confronti della società della grande distribuzione.

L’inchiesta è una di quelle coordinate dalla Procura di Milano sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”: un presunto sistema, come è emerso anche nei casi Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis ed Esselunga, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando manodopera” in modo irregolare per servizi di logistica e “movimentazione merci”. In particolare, ricostruendo “la ‘filiera della manodopera’, è stato rilevato che i rapporti di lavoro” con GS “sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che, a loro volta, si sono avvalse di diverse cooperative (i cosiddetti ‘serbatoi’), le quali avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori.

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