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Cronache

Nonno Feltri si dimette prima di essere espulso e si sente un perseguitato dall’Ordine dei giornalisti

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“Io ho 77 anni e non preoccupo molto dell’avvenire. Fatta questa premessa, dico che rimanere nell’Odg, che si diverte a avvolgermi nel fumus persecutionis, non mi interessa”. Lo dice il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, commentando la scelta di dimettersi dall’Ordine dei giornalisti. “Mi si accusa di cose che non posso aver fatto. Essendo direttore editoriale, non ho responsabilita’ di legge sugli articoli pubblicati. C’e’ un direttore responsabile. Chiedano a lui, non a me. Invece, mi danno addosso non si capisce perche’. Non credo sia possibile un trattamento speciale per un giornalista, solo perche’ e’ un personaggio pubblico. Per questo querelero’ tutti quelli che mi hanno ingiustamente sottoposto a procedimenti disciplinari”. “Non ho tenuto la contabilita’ dei procedimenti avviati, ma sono parecchi – aggiunge -, qualcosa non va… Non sono pentito di niente, se qualcuno mi dice cosa ho fatto rispondero’. L’ultimo titolo sotto accusa e’: ‘Vieni avanti Gretina’. Ma io cosa c’entro con quel titolo? Posso proporre ma non imporre, il direttore responsabile è un altro. Non sono speciale, questi sono attacchi ad personam”. “Anche questa vicenda del politicamente corretto non la comprendo – sottolinea Feltri -. Esiste un codice civile e un codice penale, che puniscono gli abusi. L’Ordine, anziche’ tutelare la liberta’ di espressione, la vieta. Ditemi a cosa serva l’Ordine. L’Ordine e’ stato fondato nel 1963, da allora cosa e’ cambiato? Solo che esistono forme di tortura per chi non e’ dichiaratamente di sinistra. Per esempio Michele Serra, contro il quale non ho nulla, ha detto peste e corna dei lombardi in un articolo e nessuno ha detto niente. Io ho detto che il sud e’ inferiore per motivi sociologici e sono stato massacrato”. “Continuero’ a fare il direttore editoriale perche’ puo’ farlo anche un geometra – conclude -. Sono anche consigliere d’amministrazione. Se vorro’ esprimere opinioni, lo faro’ come opinionista, a titolo gratuito”.

“La richiesta di dimissioni di Vittorio Feltridall’Ordine dei Giornalisti e’ stata presentata al consiglio dell’Ordine della Lombardia. Avremmo preferito accompagnarlo su una strada di maggior attenzione alle norme della professione. Oltre alle numerose azioni disciplinari in corso nei suoi confronti, recentemente il Cnog ha dato mandato legale per valutare un eventuale danno di immagine all’intera categoria causato da alcune sue ripetute e circostanziate esternazioni” dice Carlo Verna, presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, nel corso della riunione plenaria del Cnog in corso a Roma e ricevendo la condivisione dell’intero Consiglio. “Una volta al di fuori della categoria Feltri potra’ tranquillamente continuare ad esprimere liberamente le sue opinioni come prevede l’Articolo 21 della Costituzione – prosegue -. E’ ovvio che la responsabilita’ di quello che scrivera’ si sposta sui direttori responsabili delle testate che lo ospiteranno; come avviene per i tantissimi non giornalisti che ogni giorno, sulla carta stampata o in tv, esprimono liberamente le proprie idee.”

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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