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Fase 2: De Luca-de Magistris, caos orari per bar e alcolici

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“Evidentemente quello che sto dicendo da alcuni giorni sta cominciando a entrare in molte teste anche perche’ la nostra posizione è supportata da valutazioni sanitarie e scientifiche”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, liquida così l’ordinanza della Regione Campania che prolunga gli orari dei bar e ‘baretti’ fino all’una di notte mentre fino a ieri la chiusura era imposta alle ore 23. Per bar, ‘baretti’, vinerie, gelaterie, pasticcerie, chioschi e esercizi di somministrazione ambulante di bibite, in base all’ordinanza odierna della Regione firmata da De Luca, resta consentita la facoltà di apertura a partire dalle 5 ed è disposto l’obbligo di chiusura entro l’1, con obbligo di somministrazione al banco o ai tavoli a partire dalle 22. Nessuna limitazione nell’orario di chiusura per ristoranti, pub e pizzerie.  Il Comune di Napoli varerà nel pomeriggio di oggi l’ordinanza e alcune deliberazioni in materia di apertura di spazi e di orari delle attivita’ economiche. Un provvedimento ”organico” che punta ad evitare la concentrazione dei cittadini negli stessi posti e negli stessi orari soprattutto nelle ore serali del fine settimana garantendo la tutela della salute. Le misure entreranno in vigore dall’1 giugno. ”Stiamo vedendo se si riesce a trovare un’intesa con la Regione – ha spiegato il sindaco Luigi de Magistris, lasciando la Prefettura dove si e’ svolto il Comitato per l’Ordine e la sicurezza – e credo che la Regione debba prevedere la clausola di salvaguardia per i Comuni perche’ queste sono materie di prerogativa dei sindaci e in particolare dei sindaci delle aree metropolitane. Ci prendiamo qualche giorno di tempo – ha aggiunto – per vedere se ci sono punti di distonia ed eventualmente lavorare per trovare un punto di concordia ma la nostra linea e’ di apertura degli spazi, di maggiore responsabilizzazione e soprattutto basta con l’individuazione del colpevole nel cittadino e nel commerciante. Ora dobbiamo essere tutti alleati, istituzioni e comunita”’.

 

L’apertura ‘immediata’ a Napoli di spazi come la Floridiana, il Bosco di Capodimonte, l’ex area Nato, l’ippodromo di Agnano per portarvi eventi, persone, intrattenimento; la diversificazione degli orari di apertura di bar, ‘baretti’ e locali di ritrovo in base alla loro collocazione in citta’; l’obbligo per gli operatori commerciali di contribuire al decoro e alla pulizia a fronte della concessione di maggiore occupazione di suolo pubblico. Sono alcuni dei provvedimenti che il sindaco, Luigi de Magistris, adottera’ oggi con un’ordinanza e alcune deliberazioni. “Il tema – ha detto – non e’ essere contro o a favore della movida. Questa non e’ un’ordinanza sulla movida ma un provvedimento che ha a cuore la salute dei cittadini e che riguarda tutta la citta’ e con cui proveremo a fare in modo che le persone abbiano un senso di citta’ diverso perche’ e’ un momento difficile e dobbiamo avere piu’ punti di attrattiva e contestualmente ci affidiamo anche al senso di responsabilita’ di tutti e alla capacita’ degli operatori di attrarre in sicurezza”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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