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Bonura e poi Zagaria, i mafiosi scarcerati da Basentini riportati in cella da Tartaglia

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Con Francesco Bonura era stato scarcerato anche il camorrista Pasquale Zagaria, fratello di Michele. Stesso destino sarebbe stato lecito aspettarsi per boss come Raffaele Cutolo e Nitto Santapaola. Per fortuna Cutolo e Santapaola non torneranno in libertà. E Bonura e Zagaria torneranno in cella. Questione di tempo. Per Zagaria il giudice di sorveglianza deciderà venerdì. Il Dap ha chiesto da tempo di rivedere la decisione di aprile e restituire Zagaria alle patrie galere. Intanto Zagaria, ai domiciliari a Pontevico, è sotto strettissimo controllo dei carabinieri. Il tumore è che possa sottrarsi ai controlli e darsi alla fuga. A breve quegli stessi carabinieri lo riaffioreranno ali uomini del Gom (Gruppo operativo mobile) della polizia penitenziaria che lo porteranno, secondo quanto a nostro conoscenza, nel centro penitenziario di Viterbo. Per Bonura invece il provvedimento, con effetti immediati, è di ieri.
Le scarcerazioni dei condannati per mafia sono al centro di una polemica alla quale il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha posto rimedio col decreto che detta nuove regole. Una norma del provvedimento attribuisce al Dap il potere di segnalare ai magistrati di sorveglianza le soluzioni sanitarie più idonee per consentire il rientro dei detenuti scarcerati.
Ora il giudice di sorveglianza dovrà acquisire il parere del procuratore nazionale antimafia e valutare la “permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile”.
Le nuove disposizioni riportano in carcere o nelle strutture sanitarie attrezzate molti dei detenuti che erano stati scarcerati e messi ai domiciliari negli ultimi giorni. E fanno restare in cella quelli che pensavano di utilizzare la minaccia del coronavirus per lasciare gli istituti di pena. È questo il caso di Francesco Bonura, che sta scontando una condanna a 20 anni ormai vicina alla conclusione ed è affetto da patologie oncologiche.
Ma il riesame ha cambiato il quadro clinico. “Gli esami di rivalutazione – scrive il giudice di sorveglianza Gloria Gambitta – eseguiti durante la degenza non hanno evidenziato alcuna recidiva o ripresa di malattia oncologica”. E quindi “è cambiata l’ incidenza del virus sul quadro clinico” di Bonura. Per questo il bosstorna in carcere dopo neppure un mese. Il  nome di Borua era nella lista delle revisioni preparata dal vice capo del Dap, Roberto Tartaglia. Venerdì toccherà a Pasquale Zagaria, fratello del capo dei Casalesi Michele, conoscere la sua sorte che, con ogni probabilità, lo riporterà in carcere ancora una volta. È cominciato il percorso di “rientro” dei boss di mafia scarcerati per l’ emergenza Covid.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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