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In giro con la figlia 2 mesi per Napoli: “La mamma non c’è e io non posso accudirla, tenetela voi”

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Si aggirava in strada con una neonata di due mesi tra le braccia, nel popoloso quartiere Vasto a Napoli, con l’intenzione di affidarla ad estranei perchè, riferiva a chi gli chiedeva spiegazioni, non era in grado di accudire la figlia per motivi di lavoro. La segnalazione è arrivata agli agenti e ufficiali dell’unità operativa Tutela emergenze sociali e minori della Polizia locale diretta dal capitano Sabina Pagnano, in giro durante le attività connesse all’emergenza epidemiologica. Una unità che è il fiore all’occhiello del corpo di Polizia Locale perchè così vuole il comandante Ciro Esposito. I cittadini, preoccupati da queste allarmanti affermazioni, hanno allertato la Polizia Locale che, rintracciato l’uomo, hanno fin da subito notato il forte stato di disperazione dell’uomo mentre la neonata tra le sue braccia non cessava di piangere. Gli agenti hanno quindi allertato il 118 per verificare le condizioni di salute della piccola, e hanno incominciato a colloquiare con l’uomo per tentare di comprendere i motivi della sua drammatica decisione. L’uomo, in forte stato emotivo ma deciso nelle sue intenzioni, ha raccontato che la madre della bambina, tossicodipendente, si era allontanata senza alcuna spiegazione da giorni, lasciandolo solo a prendersi cura della piccola e pertanto voleva affidare la figlia a qualcuno. Gli uomini della Municipale, visto che l’uomo non mostrava alcun ripensamento in merito all’abbandono della piccola di soli due mesi, sono stati costretti ad avviare l’iter per la messa in tutela della neonata che e’ stata ricoverata e affidata alla direzione sanitaria dell’ospedale Santobono in attesa delle decisioni della competente Procura per i Minorenni di Napoli. Dopo le prime attivita’ investigative gli agenti sono riusciti a risalire all’identita’ della madre, tutt’ora irreperibile e per la quale e’ stata avviata una fase di ricerca. La Polizia Locale infine, a garanzia della tutela della piccola, ha predisposto tutte le opportune attivita’ di concerto con la Procura per i minori, oltre ad aver allertato i servizi sociali competenti.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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