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Politica

19 gennaio arriva testo base premierato, nodo autonomia

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La maggioranza prova a tenere il passo sul premierato: dopo le ultime polemiche con le opposizioni sul ruolo del capo dello Stato innescate dalle dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio la Russa, la Commissione affari costituzionali di Palazzo Madama ha stabilito una road map dell’esame del ddl Casellati, su cui ci sarà un primo voto procedurale il 19 gennaio, e sul quale saranno presentati gli emendamenti il 29. Tempi più dilatati che consentiranno alla maggioranza di riflettere sulle critiche di quei giuristi che pur sostengono il premierato elettivo. Il passo impresso alla riforma da questa decisione mira a stemperare le accese polemiche che hanno costellato il percorso del progetto e mira, agli occhi di Fdi, ad equilibrare il percorso dell’autonomia differenziata, voluta dalla Lega, che è attesa in Aula il 16 gennaio. Un tema su cui sta emergendo un nodo nella maggioranza a proposito del destino delle intese delle Regioni Lombardia e Veneto.

Ulteriori critiche a quanto affermato lunedì da La Russa (sui poteri del Capo dello Stato che verranno limitati con l’approvazione del premierato) sono state mosse dalle opposizioni con Peppe De Cristofano (Avs), e i Dem Andrea Orlando, Graziano Delrio e Dario Parrini, ma anche da un costituzionalista come Gaetano Azzariti, secondo il quale “lo scopo, più o meno recondito, della riforma sarebbe quello di ridurre drasticamente i poteri del presidente della Repubblica riducendolo a un notaio”. A fianco del presidente del Senato si è schierato il ministro Lollobrigida: “mi sembra che il presidente La Russa – ha affermato – abbia detto ieri con molta chiarezza che il rispetto per il Presidente della Repubblica è totale e consolidato”. Ma il miglior modo per sopire le polemiche, si ragiona nella maggioranza, è discutere sul merito. Di qui la richiesta avanzata in Commissione Affari costituzionali del Senato di votare già prima di Natale l’adozione del testo base, un voto procedurale ma necessario visto che oltre al ddl Casellati vi è il ddl Renzi.

Dopo che le opposizioni hanno chiesto tempi più ampi, il presidente e relatore Alberto Balboni ha ottenuto il consenso di tutti i gruppi su una road map dai tempi più dilatati, ma che comunque consente di segnare dei punti fermi. Il 9 gennaio ci sarà una ulteriore tornata di audizioni, poi si aprirà la discussione generale fino al 19 gennaio, quando verrà votata l’adozione del testo base, che sarà quello del governo. Infine il 29 gennaio dovranno essere presentati gli emendamenti che saranno votati da febbraio. Tempi che permettono un accordo visto che le critiche al ddl Casellati riguardano i punti voluti dalla Lega, come la cosiddetta norma antiribaltone, Lega che intanto ha visto il ddl sull’autonomia inserita in aula il 16 gennaio. Ma proprio l’arrivo in Aula della legge del ministro Roberto Calderoli, sta facendo emergere la tensione nella maggioranza su un nodo non risolto in commissione, riguardante le pre intese di Veneto e Lombardia.

La norma transitoria afferma che queste pre intese “proseguono” il loro iter, quindi eviteranno le negoziazioni sulle singole materie su cui le Regioni hanno chiesto l’autonomia differenziata. Il ddl, infatti, prevede che nella negoziazione le Regioni potrebbero vedersi respinte alcune delle richieste, cosa che non potrà accadere per Veneto e Lombardia, che hanno chiesto l’autonomia su tutte e 23 le materie richiedibili. Già in commissione Fdi ha chiesto una modifica della norma transitoria, ma Calderoli ha resistito, con Balboni che ha auspicato una intesa in Aula. Ma al momento le parti sono distanti, con una delle due che dovrà tuttavia cedere qualcosa.

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Rackete-Salvini,questa volta è duello elettorale

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Con l’avvicinarsi delle europee, si riaccendono vecchi conflitti. E’ il caso della ex comandante della Sea Watch Carola Rackete e del vicepremier Matteo Salvini: lei – durante un incontro pubblico per la candidatura di Ilaria Salis con Avs – ha accusato il leader della Lega di “incentivare” con le sue parole “i crimini d’odio”; lui – di rimando – l’ha definita ironicamente “la speronatrice”. Rackete, che senza permesso attraccò per far scendere migranti salvati in mare a Lampedusa nel 2019, ora è in corsa alle europee in Germania con Die Linke. Da quando Rackete, cinque anni fa, forzò il blocco a Lampedusa imposto proprio da Salvini. tra i due è partito un lungo braccio di ferro fatto anche di scontri verbali, culminati in un’accusa di diffamazione aggravata per Salvini ai danni di Rackete (per cui il Senato negò l’autorizzazione a procedere). Oggi è ‘la capitana’ ad attaccare: “Penso che le parole” di Matteo Salvini “continuino ad infiammare l’estrema destra, incentivando i crimini d’odio e polarizzano la società al posto di creare unità e giustizia sociale – afferma l’attivista -. Noi a sinistra siamo per i diritti umani, dignità e rispetto della vita e per un’equa transizione ecologica che ci garantisca un futuro sicuro su questo pianeta”.

Il capo della Lega le risponde a tono dopo qualche ora: “Io incentiverei i ‘crimini d’odio’ dice la speronatrice… E che bella coppia con la Salis! Il miglior antidoto a questi sinistri personaggi è un voto massiccio alla Lega”. Nel frattempo, la campagna elettorale mette pepe anche nei rapporti tra gli alleati di governo. A generare fibrillazioni tra Forza Italia e Lega è il decreto Salva-Casa, il provvedimento fortemente voluto da Salvini e atteso a giorni in Consiglio dei ministri. Pochi giorni fa, il ministro delle Infrastrutture e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si erano sentiti per parlare del destino di alcuni grattacieli al centro di un intervento della Procura. E l’idea del vicepremier era di lavorare a una norma bipartisan da inserire in fase di conversione del decreto in questione.

“Non consentiremo l’abusivismo del Pd – fa sapere il capogruppo forzista al Senato, Maurizio Gasparri -. Siamo contrari ai condoni che la sinistra vorrebbe per i grattacieli di Milano. Io starò molto attento perché il condono che vorrebbe Sala mi inquieta” e “sono certo che il Capo dello Stato non firmerà le sanatorie”. “Una volta c’era Berlusconi che difendeva la casa come bene fondamentale degli italiani, ora c’è la Lega che porta avanti una norma di buonsenso”, attacca la deputata del partito di via Bellerio Giovanna Miele. E lo stesso Salvini rilancia: “Sanatoria’? Non è una brutta parola, come vorrebbe qualcuno, se significa semplicemente regolarizzare piccole anomalie, liberando oltretutto gli uffici comunali dalle troppe pratiche bloccate”

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Schifani: Lavorare a un campo largo con altre forze moderate

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“Bisogna lavorare a un campo largo nel centrodestra con il coinvolgimento di altre forze moderate. La coalizione che appoggia il candidato sindaco di Gela ne è un esempio”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo a Gela alla manifestazione elettorale a sostegno della candidata Grazia Cosentino, appoggiata dalla quasi totalità del centrodestra – a eccezione del Mpa – e da Italia Viva, presente nella città nissena con il capogruppo alla Camera Davide Faraone. “Le esperienze del campo largo nel centrosinistra – ha aggiunto Schifani – sono destinate a fallire perché sono solamente alleanze elettorali, che si sciolgono immediatamente dopo il voto perché non c’è intesa sui principali temi. A differenza di quanto avviene, invece, nel centrodestra, dove c’è una sintonia maggiore e più coesa tra le forze moderate”.

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Schlein: Meloni affossa le libertà, noi unica alternativa

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“Da Madrid Giorgia Meloni, in mezzo a nazionalisti, franchisti, amici di Trump ci attacca dicendo che la sinistra cancella l’identità, intanto lei in questo anno e mezzo di governo sta cancellando la libertà degli italiani. Perché se hai un salario da fame non hai più libertà, mentre lei affossa il salario minimo. Perché se non ti puoi curare perché la prima visita la prenoti tra un anno, non hai libertà. Meloni si rassegni, noi continueremo a mettere in piedi un’alternativa che metta al centro la questione sociale”. Così la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein ad Alghero per la campagna elettorale per le Comunali e le Europee.

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