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Autista del Napoletano fa retromarcia, devasta uno dei pilastri del Corridoio Vasariano e se ne va come se nulla fosse accaduto: subito rintracciato e denunciato

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Con il suo grosso camion voleva rientrare in via Por Santa Maria, la strada che si trova proprio davanti a Ponte Vecchio, ma per farlo ha dovuto fare piu’ di una manovra, anche in retromarcia, e durante una di queste ha colpito in pieno uno dei pilastri del Corridoio Vasariano danneggiandolo seriamente. Poi ha proseguito la sua marcia consegnando la merce al cliente che lo attendeva e ha lasciato Firenze come se niente fosse successo. Protagonista, alle 7.00 di stamani, un camionista, cinquantenne, residente nel napoletano, dipendente di una ditta di Caserta: poche ore dopo era gia’ stato rintracciato, a Prato. E’ stato ascoltato dagli agenti della municipale e multato per danneggiamento, inversione vietata e imprudenza nelle manovre, per complessivi 378 euro e la decurtazione di 12 punti dalla patente, e ora rischia di dover rispondere anche in tribunale del suo comportamento. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, dopo il primo sopralluogo insieme ai suoi tecnici (“i danni sono notevoli, si parla di alcune decine di migliaia di euro, anche se la colonna non sembra aver subito danni strutturali”), ha infatti presentato una denuncia ai carabinieri del nucleo per la tutela e la salvaguardia dei beni artistici. E pure il rapporto dei vigili urbani, con le immagini delle telecamere di videosorveglianza (una e’ piazzata proprio sulla colonna danneggiata) sara’ trasmesso alla procura fiorentina. Guardando le immagini sembra difficile che il 50enne non si sia accorto di quanto successo anche se ha proseguito la sua marcia. Il colpo ha danneggiato soprattutto la base del pilastro, spaccando una grossa pietra serena e almeno due metri e mezzo d’intonaco. Subito dopo aver messo in sicurezza la parte danneggiata, dove passano migliaia di turisti che vogliono entrare o uscire da Ponte Vecchio, i tecnici degli Uffizi e quelli della soprintendenza hanno subito avviato i lavori di restauro. Per il direttore Schmidt ci vorranno almeno tre settimane e tutto tornera’ come prima ma solo perche’ chi ha realizzato quella struttura (“che aveva resistito anche alla bomba dei Georgofili e prima ancora all’alluvione del ’66”, come ha ricordato l’architetto Antonio Godoli), l’ha costruita in modo da resistere a quasi tutto. Un danno alla fine meno importante di quello registrato nel giugno scorso alla chiesa di San Francesco e san Michele a Carmignano (Prato) che ospita una visitazione del Pontormo: anche qui un camion, in retromarcia, colpi’ una colonna causando un crollo parziale del porticato. Schmidt, a caldo, si e’ chiesto se non sia il caso, dopo quanto successo, di chiudere al traffico quella parte dei lungarni. Ma a lui ha risposto indirettamente l’assessore alla mobilita’ di Palazzo Vecchio, Stefano Giorgetti, ricordando che anche la zona pedonale della citta’ e’ comunque aperta al traffico per il trasporto merci. Magari l’incidente di stamani potra’ essere una spinta a rivedere il tipo di mezzi autorizzati a entrare nella Zona a traffico limitato. Di certo c’e’ che il camionista ha effettuato una manovra comunque proibita dal codice della strada, approfittando del fatto che a quell’ora il traffico nella zona è scarso.

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Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

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Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

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Nozze d’argento boss in chiesa con le spoglie di Falcone

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Lui abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. La coppia d’oro delle famiglie mafiose palermitane, Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, per distinguerlo dall’omonimo detto “il lungo”, e la moglie Teresa Marino, ha festeggiato in grande stile, con amici e familiari l’anniversario dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile scorso.

La coppia, lui è stato scarcerato da poco dopo anni di detenzione per mafia ed estorsioni, lei pure condannata per mafia, ha scelto per la cerimonia religiosa in cui rinnovare la promessa d’amore un luogo simbolico, la chiesa di San Domenico, che si trova in una delle piazze più belle di Palermo e che è nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice. Nel complesso in cui è inserita la chiesa c’è anche il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta, in cui sorge anche la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie di Giovanni Falcone. I mafiosi quindi sono stati accolti dai frati, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d’argento.

Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, afferma di aver saputo chi fosse l’elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d’informazione Palermotoday che ha pubblicato la notizia alcuni giorni dopo la cerimonia. “Le verifiche non spettano a noi – aggiunge – ci sono organi istituzionali che devono farlo”. Ma la coppia della cosca di Portanuova, lui è sorvegliato speciale e deve rientrare in casa entro una certa ora, poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia in qualsiasi posto. La valutazione dell’opportunità di ospitare due mafiosi di questo calibro nel complesso dove ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe a chi ha la responsabilità di quei luoghi.

Alla chiesa Lo Presti ha lasciato anche un’offerta che padre Catalano dice “servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno”. Dopo la cerimonia a san Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi al sorvegliato speciale, in una villetta allietata anche dalle canzoni di due noti neomelodici. Dopo l’arresto di Lo Presti, 48 anni, nell’operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l’ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell’organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”.

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