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Vittoria a metà, il sultano Erdogan vince le elezioni ma perde Ankara e rischia pure a Istanbul

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Una vittoria mutilata. Nelle amministrative in Turchia, l’ennesimo successo elettorale dell’Akp di Recep Tayyip Erdogan finisce oscurato dallo storico trionfo dell’opposizione ad Ankara e da un clamoroso testa a testa a Istanbul, dove nella tarda serata il conteggio si e’ bloccato al fotofinish con una differenza di poche centinaia di voti tra i due sfidanti su quasi nove milioni. E se il candidato del presidente ha rivendicato la vittoria, l’opposizione contesta i dati e chiede un nuovo scrutinio complessivo. “Come avviene dal 3 novembre 2002, l’Akp resta con un ampio margine” il primo partito, sottolinea in serata Erdogan prima di lasciare Istanbul per tornare al palazzo presidenziale di Ankara. Al suo arrivo, per la prima volta da un quarto di secolo trova pero’ una capitale sfuggita al controllo dei conservatori islamici. Una svolta nella politica turca. Con il 93% delle schede scrutinate, il candidato del socialdemocratico Chp Mansur Yavas viaggia deciso verso la vittoria e in nottata ha rivendicato il successo davanti a una folla in festa, tra fumogeni e bandiere della Turchia. Negli stessi momenti a Istanbul si consumava una battaglia destinata a trascinarsi tra i veleni. La differenza tra l’ex premier Binali Yildirim ed Ekrem Imamoglu del Chp si calcola scheda su scheda: un conteggio che con il 98,78% dei seggi scrutinati resta bloccato fino a tarda notte a 4.443 voti di scarto. La partita, che vale il controllo di un terzo del Pil turco, sembra comunque destinata a proseguire tra ricorsi incrociati. A livello nazionale, la coalizione di Erdogan resta sopra il 50%, ma in calo. Il suo Akp e’ ancora il primo partito con circa il 45% e si fa forte anche del 6% abbondante ottenuto dagli alleati nazionalisti del Mhp. Ma per le opposizioni e’ comunque una boccata d’ossigeno. Il socialdemocratico Chp e’ sopra il 30% e la sua Coalizione con l’Ip di centro-destra si avvicina al 40%. Smirne, terza citta’ turca e tradizionale roccaforte laica, resta saldamente nelle loro mani con Mustafa Tunc Soyer. Alla coalizione di governo strappano tutta la fascia mediterranea, togliendo alla destra islamica e nazionalista Adana e Antalya, centri chiave per l’economia e il turismo. Anche i curdi, che si erano concentrati sul sud-est del Paese, si riprendono molte citta’, compresa la loro capitale Diyarbakir, commissariata dal governo centrale insieme a un centinaio di altri Comuni con accuse di terrorismo per presunti legami con il Pkk. E per la prima volta nella storia turca, un capoluogo di provincia – Tunceli, nell’est – sara’ guidato da un comunista, Mehmet Fatih Macoglu. Il voto e’ stato accompagnato da gravi episodi di violenza soprattutto nel sud-est del Paese, spesso teatro di scontri tra clan rivali durante le elezioni, con almeno quattro morti e decine di feriti. Numerosi anche gli osservatori invitati nella regione dall’Hdp, tra cui due italiane che sono state brevemente fermate e interrogate dalla polizia.

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Figlio del vicedirettore della Cia ucciso in Ucraina, era inquadrato nell’esercito russo

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Un 21enne americano, Michael Alexander Gloss, figlio di un’alta dirigente della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, è stato ucciso a Donetsk lo scorso aprile mentre combatteva con l’esercito russo contro gli ucraini. Lo scrive il Washington Post, riferendo che la morte è stata resa nota da iStories, un sito web indipendente di giornalismo investigativo russo con sede all’estero. La madre è Juliane Gallina, vicedirettrice Cia per l’innovazione digitale, il padre è Larry Gloss, capo di un’azienda di tecnologie per la sicurezza fisica. Michael ha lottato per gran parte della sua vita con la malattia mentale, ha detto Gloss.

Il padre ha raccontato al giornale della capitale Usa che il figlio era un pacifista amante di Bob Dylan che voleva salvare l’ambiente, un giovane che “non avrebbe fatto male a una pulce”. Un anno fa, nell’aprile 2024, Michael Gloss è stato ucciso a Donetsk: è stato uno dei pochi americani ad aver combattuto con le forze di Mosca nella guerra contro l’Ucraina. Insolito per il figlio di un alto funzionario della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, cresciuto in una confortevole periferia di Washington. “Se aveste conosciuto nostro figlio, era il giovane anti-establishment e anti-autorità per eccellenza fin dal momento in cui è venuto al mondo”, ha assicurato al Wp il padre, secondo cui intorno ai 17 anni Michael ha iniziato a ribellarsi ai “valori condivisi” dei suoi genitori, professionisti della sicurezza nazionale.

È stato con “incredulità e devastazione” che il padre e la madre hanno ricevuto la tragica notizia lo scorso giugno, consegnata personalmente da un funzionario del dipartimento di Stato per gli affari consolari. Fino a quel momento non avevano avuto la minima idea che si trovasse in Ucraina, tanto meno che stesse combattendo con l’esercito russo. “Per noi è stata una novità assoluta che fosse coinvolto in relazioni militari con la Russia”, ha dichiarato il padre. Michael è morto il 4 aprile 2024 per “enorme perdita di sangue” in un bombardamento di artiglieria, ha spiegato, citando il certificato di morte russo. “È morto correndo in aiuto di un compagno ferito, cercando di proteggerlo. Questo era il classico Michael”.

L’agenzia di Langley ha rilasciato una breve dichiarazione oggi. “La Cia considera la scomparsa di Michael una questione privata e familiare, non una questione di sicurezza nazionale. L’intera famiglia della Cia è addolorata per la loro perdita”. Sebbene la famiglia abbia celebrato il funerale di Michael a dicembre, la sua morte in Ucraina durante un combattimento con l’esercito russo non è stata resa pubblica fino a venerdì, in un articolo pubblicato su iStories.

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Si è suicidata Virginia Giuffre, aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea

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Si è suicidata Virginia Giuffre (nella foto col suo avvocato), che aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea. Lo rende noto la famiglia della donna. La 41enne americana si è tolta la vita nella sua casa in Australia. “Si è suicidata nella sua fattoria dopo essere stata vittima per tutta la vita di abusi e traffico sessuali”, hanno dichiarato i parenti. La Giuffre aveva accusato il defunto miliardario statunitense caduto in disgrazia Epstein di averla usata come schiava sessuale.

Il principe britannico Andrea da parte sua ha ripetutamente negato le accuse di averla abusata quando aveva 17 anni ed è riuscito a evitare il processo pagando un risarcimento multimilionario. “Alla fine il peso degli abusi è così pesante che per Virginia è diventato insopportabile gestirlo”, ha aggiunto la famiglia della donna ricordandone “l’incredibile coraggio e il suo spirito amorevole”. Giuffre lascia tre figli: Christian, Noah ed Emily. Il suo avvocato Sigrid McCawley ha affermato che Giuffre era stata una “cara amica” e una paladina per le altre vittime: “Il suo coraggio mi ha spinto a lottare con più forza, e la sua forza era impressionante”.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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