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Cronache

Violenza su una 18enne, fermato Alberto Genovese: è l’ex ceo di Facile.it

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Alberto Genovese, startupper napoletano si 43 anni è stato fermato a Milano con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 18 anni. L’imprenditore, noto alle cronache anche per aver fondato Facile.it, si apprestava a lasciare l’Italia dopo una festa nel suo appartamento. Lì, secondo le prime ricostruzioni avrebbe trattenuto contro la sua volontà la vittima e l’avrebbe violentata mentre la ragazza era sotto l’effetto di stupefacenti. Il tutto sotto gli occhi del suo bodyguard, che sorvegliata la porta. Le accuse contro di lui, al momento, sono sequestro di persona, violenza sessuale e spaccio di droga.

Sono pesanti le accuse formulate nei confronti di Alberto Genovese, l’ex Ceo di Facile.it, che ha ceduto nel 2014, e ora numero uno di Prima Assicurazioni, fermato nella notte tra venerdi’ e sabato. L’imprenditore 43enne, originario di Napoli, risponde di violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacente, sequestro di persona e lesioni per quella serata – una quindicina di ospiti – dello scorso 10 ottobre. Una serata che per la giovane si e’ trasformata in un brutto sogno dal quale si e’ risvegliata il giorno dopo sotto choc, dolorante e con i segni sul corpo al punto che al cento per le violenze sessuali della Clinica Mangiagalli le hanno dato 25 giorni di prognosi. Inoltre ha sporto denuncia facendo partire immediatamente le indagini della Squadra Mobile coordinate dal Procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnare che hanno portato a San Vittore l’uomo per il pericolo di fuga. Aveva intenzione di fuggire con il suo jet privato, come risulta da una intercettazione telefonica, e raggiungere il Sudamerica. Stamane davanti al gip Tommaso Perna, chiamato a decidere se convalidare il fermo e accogliere la richiesta di custodia in carcere avanzata dai pm oppure disporre, come ha chiesto la difesa, i domiciliari o dalla madre o dalla compagna. Genovese, non ha risposto alle domande ma ha reso dichiarazioni spontanee. “Chiedo di disintossicarmi perche’ da quattro anni sono dipendente dalla cocaina. – ha spiegato -. Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi e non capisco piu’ quale sia il confine tra cio’ che e’ legale e cio’ che e’ illegale. Ho bisogno di curarmi”.

Secondo gli accertamenti di inquirenti e investigatori che si fondano anche sulle immagini delle telecamere di sorveglianza piazzate in ogni stanza dell’abitazione, compresa quella dove e’ avvenuto lo stupro – immagini recuperate dalla polizia scientifica dopo che l’imprenditore aveva chiesto a un tecnico di cancellarle – si sarebbe trattato di atti violenti commessi abusando pure della inferiorita’ psicologica della ragazza la quale, quando e’ stata sentita, ha spiegato che i suoi ricordi della serata ad un certo punto si sono interrotti. Dalla ricostruzione, la 18enne, resa incosciente, e’ stata costretta dal 43enne a subire ripetuti abusi per ore ed ore in una stanza a cui un bodyguard impediva l’accesso, anche all’amica che chiedeva di lei.. Solo il giorno dopo sarebbe riuscita a riprendersi e a dare l’allarme con il cellulare le l’imprenditore le aveva riconsegnato. Dopo di che sarebbe scappata in strada, semi svestita e addirittura senza una scarpa, per chiedere aiuto. Alcuni testi hanno messo a verbale che il ‘party’ al centro dell’inchiesta della Procura non era l’unico organizzato in quell’attico e che l’imprenditore, tra l’altro, offriva agli ospiti lo ‘sballo’ con anche la cosiddetta cocaina rosa e altre droghe. Sostanze stupefacenti dello stesso tipo sono state rinvenute sia nell’appartamento dello stupro di cui ci sono i filmati – qui sono state raccolte anche tracce della giovane vittima – sia in quello dove due notti fa e’ stato rintracciato. Nei giorni scorsi un’altra ragazza ha preso il coraggio e si e’ presentata dai magistrati per raccontare di essere stata pure lei vittima di Genovese: sarebbe stata violentata a Ibiza la scorsa estate, quando era in vacanza, con le stesse modalita’. Le indagini vanno avanti.

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Cronache

Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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