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Cronache

Violenza sessuale, fermato a Ostuni premio Oscar Haggis: era atteso a Ischia nei prossimi giorni

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Abusata per tre giorni dal regista premio Oscar. Purtroppo non e’ la trama di un film ma il nuovo scandalo che coinvolge Hollywood. Il regista e sceneggiatore canadese Paul Haggis da questa mattina e’ ai domiciliari in un albergo di Ostuni (Brindisi), “gravemente indiziato – dice la Procura – dei reati di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate” nei confronti di una 30enne inglese. Haggis, che nel 2006 si e’ aggiudicato la statuetta con il film ‘Crash-Contatto fisico’, con Matt Dillon e Sandra Bullock, da una settimana e’ in Puglia dove avrebbe dovuto partecipare all’Allora Fest, il Festival Internazionale di Cinema che si terra’ dal 21 al 26 giugno. I fatti contestati risalgono all’inizio della settimana, tra domenica e mercoledi’, e sarebbero avvenuti in un b&b di Ostuni. La presunta vittima, che lo aveva conosciuto qualche tempo prima, lo avrebbe raggiunto dal Salento, dove si trovava con alcuni amici. Avrebbe trascorso con lui tre giorni durante i quali avrebbe subito, sostiene la Procura, “ripetuti assalti sessuali”, rapporti “non consenzienti”, sottolineano i pm. Mercoledi’ scorso Haggis avrebbe poi accompagnato la donna davanti all’aeroporto Papola Casale di Brindisi, lasciandola li’ “alle prime luci dell’alba, nonostante le precarie condizioni fisiche e psicologiche” evidenzia la Procura, dopo che lei aveva lasciato in camera anche un biglietto d’amore. Nello scalo aereo la 30enne, “in evidente stato confusionale”, e’ stata notata da personale di Aeroporti di Puglia e dalla Polizia di Frontiera che le hanno prestato le prime cure e l’hanno accompagnata in Questura e poi all’ospedale Perrino di Brindisi per il “protocollo rosa” dedicato alle vittime di violenza. A quel punto la presunta vittima ha formalizzato la denuncia in un lungo racconto riportato, per stralci, nel decreto di fermo notificato oggi al regista. Nello stesso provvedimento la Procura chiede l’applicazione della misura cautelare dopo l’udienza di convalida, non ancora fissata, e anche un incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni della donna. In attesa di poter fornire la sua versione dei fatti nell’interrogatorio che sara’ fissato nei prossimi giorni dinanzi al giudice, oggi Haggis in Questura, assistito dall’avvocato Michele Laforgia e mentre la famiglia lo ha raggiunto dall’America, ha detto solo poche parole, chiedendo “di fare accertamenti il prima possibile perche’ si dichiara totalmente innocente”. Gia’ in passato il regista aveva dovuto difendersi da accuse simili. Una causa civile e’ tuttora in corso negli Usa dopo la denuncia dall’addetta stampa Haleigh Breest. Dal 2018 altre quattro donne hanno detto di essere state vittime di molestie e aggressioni sessuali. Una lunga lista di accuse alle quali ora si aggiunge quella della 30enne inglese che, questa volta, rischia di costargli anche la custodia cautelare. Tra due giorni Haggis sarebbe stato tra i protagonisti della prima edizione del festival del Cinema di Ostuni, con il compito anche di intervistare volti noti di Hollywood come Edward Norton, Matt Dillon, Jeremy Irons, Oliver Stone. Ma gli organizzatori della kermesse, dopo il fermo, hanno annunciato di aver “immediatamente provveduto ad eliminare ogni partecipazione del regista dalla manifestazione”.

Resta la decisione drammatica di privare della libertà il regista canadese che era atteso nei prossimi giorni a Ischia, dove avrebbe partecipato ad un’altra kermesse, dove è da anni ospite d’onore e giurato: Ischia Global Fest.

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Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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