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Victor Osimhen, il bomber letale del Napoli: sono qui, sono napoletano e darò il cuore per questa squadra

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Muhammad Ali, il leggendario pugile e leader nero, è stato un idolo per molti. Ma se c’è qualcuno che incarna la leggerezza di una farfalla e la ferocia di un’ape sul campo da gioco, è sicuramente Victor Osimhen. Il calciatore nigeriano si destreggia tra queste due qualità, dimostrando la leggerezza di un bambino che gioca con il pallone, ma anche la determinazione di un centravanti di classe mondiale.

Le vere leggende sportive sono in grado di focalizzarsi sul match senza farsi distrarre da fattori esterni. Nonostante le speculazioni sul suo futuro di mercato che circolano da mesi, Victor Osimhen è rimasto concentrato e determinato. Rudi Garcia, l’allenatore del Napoli, lo definisce un “leader vero”, notando che Osimhen sa carburare quando c’è una sfida da affrontare.

Osimhen è stato recentemente comparato a Cristiano Ronaldo per la sua capacità di decidere una partita. Dopo una partita, il centravanti sottolinea l’importanza della fiducia dell’allenatore e dell’unità del gruppo. Non è solo una questione di soldi, ma di passione e impegno per la squadra.

Osimhen show a Frosinone, buona la prima: il Napoli riparte con la marcia scudetto

Durante la partita, quando il Napoli è andato sotto, Osimhen ha dimostrato la sua leadership incoraggiando i compagni a lottare e spingere per il recupero. Questo atteggiamento non riflette solo la preoccupazione per il contratto, ma il suo vero attaccamento alla squadra e alla causa. I due gol al Frosinone? Un bel bottino, ma quel che è piaciuto di più è la grinta, la voglia di fare sempre di più.

Osimhen non si è nascosto riguardo alla situazione contrattuale. Ha riconosciuto che ci sono state speculazioni e che il presidente De Laurentiis è al comando delle trattative. Ma ha sottolineato che è un calciatore del Napoli e che continua a dare il massimo per la squadra. Queste parole rispettose verso il club mostrano quanto sia riconoscente e consapevole del ruolo che la società ha avuto nella sua crescita.

Il suo agente, Roberto Calenda, sta lavorando con il presidente De Laurentiis per un possibile rinnovo contrattuale fino al 2026, con un ingaggio che potrebbe superare i dieci milioni di euro all’anno. Queste cifre, seppur importanti, riflettono l’immensa importanza di Osimhen per il Napoli e il suo impegno nel guidare la squadra.

Le sue statistiche parlano da sole: 19 gol nell’anno solare 2023, rendendolo il miglior marcatore dei principali cinque campionati europei. Nelle ultime 33 partite di Serie A, ha segnato 28 gol e fornito 4 assist. Questi numeri confermano il suo status di calciatore di classe mondiale.

Victor Osimhen è diventato l’emblema dell’oro del Napoli. Il suo mix di leggerezza e ferocia, la sua dedizione alla squadra e alla sfida, lo rendono un giocatore straordinario che rappresenta il vero spirito sportivo e la passione per il calcio.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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