Sono 135 i cardinali con diritto di voto nel prossimo Conclave, una cifra che supera di gran lunga il limite di 120 stabilito dalla costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo. Ma come spesso accade in Vaticano, le regole sono importanti… finché non serve ignorarle. A derogare ancora una volta è stato proprio Papa Francesco, che con l’ultimo Concistoro del dicembre scorso ha nominato 20 nuovi elettori, portando a 108 i cardinali da lui scelti. Un numero schiacciante, ma non per questo compatto.
Una maggioranza bergogliana tutt’altro che uniforme
Chi pensasse a un conclave “a immagine e somiglianza” del Pontefice uscente dovrà ricredersi: tra i cardinali nominati da Francesco ci sono anche suoi fieri oppositori, come il tedesco Gerhard Ludwig Mueller. E se il Papa ha fatto della misericordia e dell’inclusività il cuore del suo messaggio, molti porporati africani, ad esempio, mantengono posizioni etiche assai più rigide, specie su temi come l’omosessualità e le unioni civili. Non tutti, insomma, sono allineati al documento Fiducia supplicans.
I papabili: da Parolin a Tagle, da Zuppi a Pizzaballa
Intanto, i nomi dei “papabili” iniziano a circolare con insistenza. Tra questi:
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Pietro Parolin, segretario di Stato, profilo istituzionale ed esperto di diplomazia
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Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente CEI, molto vicino allo stile “di strada” di Bergoglio
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Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, uomo di pace in una terra dilaniata
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Peter Erdo, ungherese, stimato giurista
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Jean-Marc Aveline, francese, uomo di dialogo interreligioso
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Luis Tagle, filippino, rappresentante del volto asiatico della Chiesa
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Fridolin Ambongo, congolese, simbolo del futuro africano
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Leonardo Steiner, brasiliano, voce dell’Amazzonia
Un mosaico che racconta una Chiesa globale, aperta e variegata, e che riflette l’impronta geografica e spirituale impressa da Francesco.
Una Chiesa meno romana, più “frontiera”
Il Papa argentino ha cambiato i connotati del Sacro Collegio: 59 cardinali provengono dall’Europa (19 solo dall’Italia), 37 dalle Americhe, 20 dall’Asia, 16 dall’Africa, 3 dall’Oceania. Il baricentro si è spostato. La Chiesa che andrà in Conclave è più periferica, meno centrata su Roma, più sensibile ai conflitti, alla povertà, all’ambiente, alle migrazioni, alle ferite del mondo. È quella “Chiesa in uscita” di cui Francesco ha sempre parlato.
Giovani, anziani, religiosi: chi entra in Conclave
Nel Conclave ci saranno 34 rappresentanti degli ordini religiosi, tra cui 5 Salesiani, 4 Gesuiti, 4 Francescani, 2 Domenicani e perfino un Missionario della Consolata. Il più giovane elettore sarà Mykola Byčok, ucraino, 45 anni, il più anziano potrebbe essere ancora in gara fino al 16 maggio: Carlos Osoro Sierra, che quel giorno compirà 80 anni. Dietro di lui, di poco, il guineano Robert Sarah.
E ora? Si apre la partita
Non si sa ancora quando il Conclave sarà convocato, ma tutto è pronto. E se è vero che lo Spirito Santo fa la sua parte, è altrettanto vero che il gioco delle correnti, delle sensibilità e degli equilibri sarà decisivo. Perché la Chiesa, oggi, è un’assemblea planetaria di differenze. E il prossimo Papa dovrà essere il volto credibile di questa complessità.
(L’immagine in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)