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Venti miliardi dal Fmi all’Argentina: il governo Milei annuncia una “nuova era dell’oro”

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Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un pacchetto di aiuti da 20 miliardi di dollari all’Argentina, destinato a sostenere il programma di riforme economiche avviato dal presidente Javier Milei e a rafforzare la stabilità macroeconomica del Paese.

Il Consiglio esecutivo del Fondo ha dato il via libera all’accordo atteso da mesi, autorizzando un primo esborso immediato di 12 miliardi di dollari, previsto per il 15 aprile, nell’ambito di un programma quadriennale (48 mesi) di tipo Extended Fund Facility (Eff). L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere la transizione verso una nuova fase del piano argentino di stabilizzazione e crescita.

Secondo quanto si legge nella nota ufficiale dell’Fmi, il programma si pone l’obiettivo di consolidare la stabilità macroeconomica, rafforzare la sostenibilità esterna, e accompagnare il Paese nella realizzazione di riforme strutturali mirate a creare un’economia più aperta e orientata al mercato.

La direttrice generale del Fondo, Kristalina Georgieva, ha sottolineato che l’Argentina sta affrontando ancora forti vulnerabilità, tra cui riserve valutarie limitate e rischi globali crescenti, e che l’accordo mira a superare gli ostacoli che finora hanno impedito una crescita solida e sostenibile. Il piano include misure per rafforzare la flessibilità dei mercati del lavoro e dei prodotti, e prevede una graduale apertura dell’economia argentina.

In contemporanea con l’approvazione dell’accordo, il presidente argentino Javier Milei ha tenuto un discorso a reti unificate in cui ha affermato che gli aiuti complessivi – erogati congiuntamente da Fmi, Banca Mondiale e Banca Interamericana per lo Sviluppo (BID) – permetteranno alla Banca centrale argentina di raddoppiare le riserve valutarie, portandole dagli attuali 25 a 50 miliardi di dollari entro il 2025. Ciò consentirà, ha detto Milei, di difendere la moneta nazionale e dare maggior sicurezza alla cittadinanza.

Il presidente ha definito questo momento un punto di svolta: «Grazie a queste risorse e alle riforme strutturali che stiamo portando avanti in materia fiscale e di deregulation, si apre davanti all’Argentina un’era dell’oro». Milei ha ribadito la centralità strategica dei settori energetico e minerario, considerati assi portanti della futura crescita nazionale.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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