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Cronache

Velo imposto ad una donna in Italia, il balletto della richiesta di archiviazione dell’accusa

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Ha denunciato il marito, ormai ex, accusandolo tra l’altro di averle imposto il velo integrale ma per quel procedimento il sostituto procuratore di Perugia Franco Bettini aveva chiesto l’archiviazione. Sostenendo tra l’altro che la condotta di imporre una sorta di burqa “rientra nel quadro culturale, pur non condivisibile in ottica occidentale, dei soggetti interessati”. Entrambi di origine nordafricana e di religione islamica. Un passaggio del provvedimento che aveva scatenato diverse polemiche. Ora lo stesso magistrato ha formalizzato la richiesta di revocare la richiesta di archiviazione. Una decisione arrivata dopo l’opposizione da parte della donna alla decisione di chiudere l’indagine nella quale e’ stato ipotizzato il reato di maltrattamenti. Questa ha nel frattempo lasciato il marito e vive in una comunita’ nel napoletano. Nel suo Paese d’origine sarebbe invece tornato l’uomo, forse insieme ai figli. La vicenda era finita all’attenzione della Procura della Repubblica di Perugia in quanto la coppia aveva vissuto per un periodo in uno dei comuni della zona del Trasimeno. Riguardo alla parte della richiesta d’archiviazione che aveva suscitato le polemiche, il procuratore del capoluogo umbro Raffaele Cantone, che ha confermato la delega al suo sostituto, ha parlato – attraverso una nota – di “una frase estrapolata”. Ha quindi spiegato che la richiesta di revocare l’archiviazione e’ giustificata “dalla necessita’” di condurre “ulteriori attivita’ investigative” alle quali si fa riferimento nell’atto di opposizione. Tra le nuove indagini che saranno condotte figura anche l’acquisizione della testimonianza “diretta” della donna che ha sporto querela. La quale e’ probabile che venga sentita dal magistrato titolare del fascicolo. Nella sua denuncia la donna ha parlato non solo dell’imposizione del velo ma anche di altri maltrattamenti che avrebbe subito dal marito. Come il divieto di uscire di casa o di avere rapporti sociali con altri. Per questo non e’ escluso che gli inquirenti decidano di sentire anche altri testimoni per ricostruire esattamente il contesto nel quale viveva la famiglia durante il periodo di permanenza in Umbria. Cantone oggi ha scelto di non commentare ulteriormente la vicenda. Dopo che la polemica era esplosa aveva comunque sottolineato che “imporre il velo non puo’ essere giusto nel nostro Paese che ha proprie regole. Che non sono certamente quelle della tradizione islamica”. Aveva quindi spiegato di ritenere “inopportuno inserire in atti giudiziari valutazioni sociologiche non di competenza di un pm al quale spetta solo stabilire se i comportamenti sono illeciti o meno”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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