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Vannacci, ‘se mi candido, lo comunicherò io

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“Non ho mai detto di essermi candidato, anzi a tutti quelli che mi hanno chiesto se mi sarei candidato ho sempre risposto che continuo a fare il soldato, e se cambierò idea sarò io che lo comunicherò agli organi di informazione, non c’è bisogno che loro precedano questa mia eventuale dichiarazione”. Lo ha detto oggi a Udine il generale Roberto Vannacci, giunto nel capoluogo friulano per presentare al Cinema Centrale il suo libro Il mondo al contrario. In merito a indiscrezioni di stampa, in cui si dava per probabile una sua candidatura alle prossime europee nelle fila della Lega, Vannacci ha replicato, a margine dell’incontro, di “non sapere per quale motivo tantissimi esponenti della carta stampata mi tirino per la giacchetta, dicendo che sarò candidato alle prossime elezioni”.

“Questo è unicamente frutto della loro fantasia – ha ribadito – se ci sarà una mia decisione nel senso di cambiare mestiere lo comunicherò, ma potrebbe essere la politica, le relazioni internazionali, l’imprenditoria, per ora faccio il mio lavoro con passione e determinazione”. Vannacci ha confermato di essere stato nominato capo di stato maggiore del comando delle forze operative terrestri ,”ma sono ancora in affiancamento – ha precisato – assumerò l’incarico nelle prossime settimane”. Poi ha fatto riferimento anche alle critiche per il colore dell’accappatoio indossato in occasione del suo tuffo di capodanno a Viareggio, “cosa che faccio da anni ma che si è deciso di immortalare perché c’è tanta attenzione alla mia persona, evidentemente sono scomodo per qualcuno e ‘comodo’ per qualcun altro”.

– La conferenza di Vannacci è stata riproposta a Udine per la seconda volta dal blogger Marco Belviso de “Il Corsaro della Sera” per permettere di partecipare a quanti erano rimasti “esclusi” dell’appuntamento di novembre per motivi di capienza. In quella occasione era stato organizzato all’esterno della sala un sit-in di protesta rispetto alle posizioni espresse nel suo libro dal generale.

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Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

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“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

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Politica

Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

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“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

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Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

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“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

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