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“Uomo di m…”, “Pazza”, ecco il secondo video che spiega come è andata a finire la lite in treno per la mascherina

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C’è uno prima e un dopo della lite a colpi di parolacce e cafonerie varie tra un uomo e una donna a bordo di un Freccia Rossa Roma-Lecce. E ci sono due video. Noi ve li mostriamo entrambi. Testimoniano il livello di educazione, rispetto, tolleranza e cittadinanza in questo Paese che esce dal lockdown con  la speranza di essere migliore. E invece siamo alle solite. I due video sono stati pubblicati dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

Nel primo video lui parla al telefono. E se ne frega di tenere la mascherina come tutti gli altri. Fa due cose da cafone e da cittadino che non rispetta le regole. Parla al telefono e non indossa la mascherina. Qui comincia la discussione.

 

 La rissa è solo sfiorata a bordo del treno partito da Roma e diretto a Lecce. Una lite furibonda tra la donna e l’uomo seduto accanto a lei  che si era tolto la mascherina per parlare al telefono. Come si vede nel video, la discussione presto degenera tra insulti e minacce, e sono costretti a intervenire gli operatori del Frecciarossa per separare i due e calmare le acque.
C’è un  secondo video, quello che vi mostriamo sotto, in cui si può notare come la signora sia molto su di giri e nonostante l’intervento del personale viaggiante di Ferrovie, non si ferma. Vuole la rissa.

La signora litiga anche con qualche altro passeggero che stufo delle urla e degli insulti chiede ai litiganti di stare calmi e di non infastidire l’intera carrozza passeggeri. La signora manda anche lui a quel paese con insulti ed epiteti in napo-romano, un misto di romanesco e napoletano. A fine corsa, all’ingresso in stazione, sotto la carrozza, davanti al portellone di ingresso, c’erano due poliziotti ad aspettare i contendenti, anzi la signora che inveiva e il signore che telefonava e se ne fotteva di indossare la mascherina.

Erano lì chiamati da Ferrovie per tenere la calma, per evitare colpi di coda finale e perchè, vedi mai dopo la sceneggiata in treno volevano continuare in Tribunale si potevano anche accomodare in ufficio e denunciarsi a vicenda. E invece no, sono tornati a casa a loro tranquilli. Era solo una perdita di tramontana dovuta agli effetti collaterali del lockdown. Sono troppi per tutti due mesi chiusi in casa e la paura del virus.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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