Una sorta di Live Aid 2.0. Una maratona benefica al tempo del coronavirus: tutti distanti, tutti vicini. Uno schermo grande o piccolo, un microfono, una videocamera e il gioco e’ fatto. Perche’ la serata Musica che unisce, domani dalle 20.30 su Rai1 e in simulcast su Rai Radio2, e’ un esperimento (nato da un’idea di Marta Dona’) di intrattenimento e di solidarieta’ che coinvolge, a titolo gratuito, decine di artisti – ognuno da casa sua – per sostenere una raccolta fondi destinata alla Protezione Civile. Nessuna interruzione pubblicitaria e la voce narrante di Vincenzo Mollica (su Radio2 la conduzione di Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini) che fara’ da raccordo tra tutti gli interventi. “Sara’ il nostro Live aid – ha dichiarato a Repubblica il direttore di Rai1 Stefano Coletta – una serata in cui tutti gli italiani si uniranno ai musicisti per dare il proprio contributo alla lotta al coronavirus. Un evento che sara’ anche un esperimento tecnico”.
Tantissimi i nomi della musica italiana che hanno aderito regalando alcuni momenti preziosi e inediti, come l’emozionante medley al pianoforte di Cesare Cremonini, che unisce tutta l’Italia con alcune delle sue canzoni piu’ note e le sue toccanti parole. Ma ci sara’ anche Andrea Bocelli con quello che lui stesso definisce “un tuffo nel passato”, o le voci di Giuliano Sangiorgi e Diodato che si incontrano, a distanza, per un duetto inedito su “High and Dry” dei Radiohead. Il vincitore di Sanremo sara’ anche in versione solista. Marco Mengoni si esibisce voce e piano e poi chiama i suoi coristi per un’interpretazione intima e potente insieme di due classici come “What the world needs now” e “A Change Is Gonna Come”.
I Pinguini Tattici Nucleari dedicano “Bergamo” alla loro citta’ cosi’ colpita e i Negramaro dividono lo schermo in sei parti e si riuniscono virtualmente per regalare alcuni dei loro grandi successi; Riccardo Cocciante esegue “Tu Italia”, accompagnandosi al pianoforte. Da Los Angeles e’ collegato Tiziano Ferro che si esibisce con tre brani tra cui la cover di “Almeno tu nell’Universo”, con la volonta’e’ di “dare qualche cosa a chi e’ in casa, attraverso la musica, e in particolare con una canzone che mi trasmette gioia ogni volta che la canto”. Gigi D’Alessio al piano chiude il medley dei suoi successi riprendendo il tema de “La vita e’ bella” di Piovani. Tornano ad incontrarsi le voci di Francesca Michielin e Fedez, mentre Paola Turci regala un’interpretazione intensa e una delicatissima cover di un classico di Veloso. Aderiscono anche Alessandra Amoroso ed Emma, Brunori Sas, Elisa, Francesco Gabbani e Levante. Elenco lungo, lunghissimo, al quale vanno aggiunti anche Il Volo Tommaso Paradiso (che sceglie, tra i brani da eseguire, un significativo “Non avere Paura”), i Maneskin (insieme via web), Mahmood, Ermal Meta e Gazzelle. Marco Masini si collega dal suo studio di registrazione e Ludovico Einaudi regala due variazioni al piano di “Una mattina” e “Nuvole bianche”. Ma non ci saranno solo cantanti e musicisti. Virginia Raffaele e Roberto Bolle realizzeranno un ironico balletto virtuale. E anche Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino lavoreranno in coppia, recitando un dialogo che prende spunto da queste settimane cosi’ anomale. Gigi Proietti declamera’ lo splendido testo di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori, mentre Enrico Brignano cerchera’ di far sorridere con alcune sue riflessioni. Luca Zingaretti recitera’ un monologo da lui scritto. Non si sono tirati indietro gli sportivi: Andrea Dovizioso, Bebe Vio, Federica Brignone, Federica Pellegrini, Roberta Vinci, Valentino Rossi e Gregorio Paltrinieri. E non mancheranno spazi informativi con esperti del mondo scientifico come Walter Ricciardi, Consigliere del ministro della Salute, Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giovanni Rezza, Direttore Dipartimento Malattie Infettive – Istituto Superiore di Sanita’ e la ricercatrice, sempre dell’ISS, Flavia Riccardo. Ci sara’ un messaggio speciale di Angelo Borrelli, a capo della Protezione Civile. Punteggeranno l’evento anche contributi ricavati dal web, a testimoniare con quanta resilienza, creativita’, combattivita’ e spirito civico gli italiani stiano affrontando questo momento. Lo show sara’ disponibile su tutte le piattaforme Rai: RaiPlay, canali YouTube e Facebook. La serata sara’ trasmessa anche da Radio Italia Solomusicaitaliana.
“Siamo diventati una civiltà di gente che vuol vedere, non sente più, sente male, per mancanza di conoscenza, per ignoranza”. Polemico, anche se “felice di essere qui con i miei giovani musicisti dell’Orchestra Cherubini”, Riccardo Muti ieri sera al Teatro Pergolesi di Jesi, in provincia di Ancona, ha inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita (avvenuta nella vicina Maiolati) di Gaspare Spontini, con un concerto al termine del quale ha attaccato l’oblio in cui è caduta tanta parte del patrimonio musicale italiano. Un discorso molto politico, “anche se la politica dal podio non si fa”, diretto soprattutto “a chi ha in mano le sorti del nostro Paese” per chiedere più attenzione per la musica, lungo oltre 20 minuti, punteggiato dagli applausi del pubblico.
La musica italiana “ha dominato il mondo con Spontini a Berlino, Mercadante a Madrid, Cherubini a Parigi, Salieri e, ancora prima, Porpora e a Vienna, Cimarosa e Paisiello a San Pietroburgo. I nostri compositori hanno fatto l’Europa, prima dei nostri politici ed economisti”. Muti ha elogiato le Marche, una regione che “ha dato i natali a tantissimi artisti, non solo nel campo dell’architettura e della pittura, ma anche della musica. Voi avete a distanza di pochi chilometri Giovan Battista Pergolesi (nato proprio a Jesi, ndr) e Spontini”. E ha elogiato le due città che “si stanno prodigando per sottolineare l’importanza di questi due giganti della musica”, ma “molte persone non sanno chi sono e questa è una vergogna per noi”. Perché “la musica italiana non è semplicemente l’espressione sguaiata di note acute tenute all’infinito, ma la nostra storia è una storia di nobili e grandi compositori”. Compositori che “hanno fatto l’Europa prima dei nostri politici ed economisti”.
“Pensate che Spontini era un re prima a Parigi e poi a Berlino – ha detto ancora Muti -, e nelle memorie di Wagner si legge che quando Spontini arrivò a Dresda per dirigere La Vestale scese da una carrozza principesca venendo da un’umile casa di Maiolati. Wagner s’inginocchia addirittura davanti a lui”. Due colossi della musica “dimenticati”: “Pergolesi era ammiratissimo da Bach, all’età di 26 anni muore lasciandoci dei capolavori incredibili”. Capolavori raramente eseguiti e lo stesso accade per La Vestale o l’Agnese di Hohenstaufen di Spontini o altre opere. “Va bene il ‘Vincerò’ che dura mezz’ora ed è anche piacevole – ha ironizzato il maestro – ma non rappresenta tutta la nostra musica”. E “se andate a vedere la partitura di Puccini, non esprime ‘ad libitum’ fino a quando tutti quanti, presi da frenetici orgasmi, urlano uau”. “Cosa è successo al nostro Paese? – si è chiesto Muti -. E’ successo che nelle grandi occasioni ci si veste bene, si compare nei palchi e poi si scompare? O dobbiamo metterci in testa che la musica e la storia della musica insegnata bene e portata alle nuove generazioni possa migliorare il futuro del nostro Paese?”.
Tutto queste però “non succede” e per questo il pubblico non sa più ascoltare. “Noi abbiamo in debito verso il nostro passato – si è accalorato -, abbiamo una storia infinita di bellezza e arte che molti ragazzi oggi non conoscono e che sta diventando solamente un’occasione di ascolto per alcuni privilegiati. Non sono un politico, ma con grande malinconia mi avvicino alla fine della vita perché noi non siamo più degni delle radici su cui abbiamo fatto spuntare fiori, o alberi o foglie”. “Verdi rimane il Michelangelo del musica e ha coperto tutto l’Ottocento”. E anche Puccini è rappresentativo di un certo periodo. Ma “quando Spontini scrive la Vestale, dentro c’è tutto quello che poi Wagner prenderà. Questo siamo e questo dovrebbero sapere quelli che guidano l’Italia e questo dovrebbero insegnare a scuola”.
“È andata così. E preferisco raccontarvelo io, come ho fatto con tutti i miei amici, prima che possa trapelare e diventare l’ennesimo pettegolezzo sterile. La nostra storia è ufficialmente conclusa. Non è la fine del mondo. Non è un massacro. Non è un fallimento, se non lo vogliamo. È un lutto: si passa attraverso il dolore, ma poi il dolore passa. E diventa un dono, esperienza, saggezza. Per ora, speranza”.
Lo scrive Tiziano Ferro, ufficializzando sui social la fine del matrimonio con Victor Allen, il compagno con cui era sposato dal giugno del 2019, prima della separazione nel settembre dello scorso anno. “Quindi grazie vita! Grazie Dio – prosegue il cantante -. Grazie amici miei. Grazie a chi mi ha salvato sul ciglio del burrone. Grazie a chi ha abbandonato la nave mentre affondava. Grazie cucciolotti miei, donatori di vita eterna… grazie Vic. Sfoglio l’ultima pagina, mentre mi accorgo che sto già scrivendo un capitolo nuovo. Quindi sorrido: buona ricostruzione, Tiziano!”
“Agli Oscar era possibile vincere. Purtroppo la campagna non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille”. Così al Bif&st Matteo Garrone si toglie qualche sassolino dalle scarpe dopo la sconfitta di Io Capitano agli Oscar.
Il regista ha tenuto una master-class al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione di Io capitano che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionali dove ha poi vinto La zona d’interesse del regista inglese Jonhathan Glazer. “Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento – ha spiegato -. Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance”.