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Cronache

Ultrà Juve, condanna in Cassazione per Last Banner

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Supera un primo vaglio della Cassazione l’inchiesta Last Banner sui gruppi ultrà della Juventus. Gli Ermellini hanno confermato la condanna di un 57enne astigiano, militante dei ‘Drughi’, chiamato a rispondere di violenza privata. Last Banner è il nome dato all’operazione con cui la Digos di Torino, nel 2019, intervenne su quello che secondo gli inquirenti fu un vero e proprio ricatto della tifoseria organizzata ai danni della società bianconera: scatenare intemperanze negli stadi per non perdere benefici e privilegi. Nel processo principale, dove compaiono fra gli imputati alcuni storici esponenti della curva, sono contestate l’associazione per delinquere e la tentata estorsione.

Qui la sentenza d’appello è attesa per il 30 aprile. Ma la Suprema Corte, nel frattempo, ha giocato d’anticipo, e nel pronunciarsi su uno degli imputati minori ha sostanzialmente convalidato una delle tesi della procura di Torino. Il 57enne in questione, durante le due partite casalinghe del campionato 2018-19 della Juventus contro Spal e Inter, dopo avere posizionato gli striscioni, sistemò del nastro adesivo intorno alle zone degli spalti che gli ultrà volevano per loro e allontanò in malo modo gli spettatori ‘ordinari’ alla ricerca di un posto. Violenza privata. Due mesi e venti giorni in primo grado con il rito abbreviato, leggera riduzione in appello. La strategia generale dei gruppi prevedeva, secondo la pm Chiara Maina, lo sciopero del tifo e il lancio di cori razzisti per costringere la Juventus a pagare sanzioni salate.

Fu la stessa dirigenza bianconera, all’epoca guidata da Andrea Agnelli, a rivolgersi alla polizia denunciando le pressioni che arrivavano dalla curva. Nel settembre del 2019 scattarono arresti e Daspo. Nel 2021 sono arrivate una serie di condanne, la più alta delle quali (4 anni e 10 mesi) per Dino Mocciola, leader storico del Drughi. Tutte ancora provvisorie, visto che la Corte d’appello si pronuncerà solo fra un paio di settimane e anche in quel caso ci sarà il terzo grado di giudizio. La Cassazione però ha piantato un piccolo paletto rispondendo a uno degli argomenti della difesa. L’avvocato del 57enne ha sostenuto che stendere del nastro adesivo per tracciare un confine fra i settori è “una normale attività organizzativa connessa al libero esercizio del tifo sportivo” e in quanto tale trova “copertura costituzionale nella libertà di riunione e associazione”. La Suprema Corte ha detto di no: allontanare gli spettatori con atteggiamenti minacciosi e intimidatori è una “prevaricazione” che non si può giustificare.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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