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Esteri

Ucraina, l’inchiesta del New York Times svela il vero ruolo degli Stati Uniti nella guerra contro la Russia

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Più che un sostegno militare, una vera e propria co-gestione strategica del conflitto. È il quadro che emerge dalla lunga e dettagliata inchiesta del New York Times sul coinvolgimento del Pentagono nella guerra in Ucraina. Un dossier di 55 pagine che illumina la profondità dell’alleanza tra Washington e Kyiv e, al tempo stesso, le tensioni interne e internazionali che rischiano di compromettere l’efficacia dello sforzo bellico.

UN SISTEMA INTEGRATO DI GUERRA

Oltre ai 66,5 miliardi di dollari in aiuti militari – tra cui oltre 10.000 Javelin, 3.000 Stinger, 70 tank e 100 lanciarazzi– il sostegno americano ha incluso un sistema complesso di intelligence, coordinamento tattico e supporto logistico. La Task Force Dragon, con base a Wiesbaden, in Germania, ogni mattina forniva a Kyiv l’elenco degli obiettivi da colpire, completo di coordinate GPS, immagini satellitari, intercettazioni e dati logistici. Una guerra combattuta con il cervello (e i satelliti) del Pentagono.

LE LINEE ROSSE DI BIDEN E LE DEROGHE

L’amministrazione Biden ha sempre dichiarato di voler evitare un’escalation diretta con Mosca. Tuttavia, con il passare del tempo, le “linee rosse” sono diventate sempre più flessibili. Se all’inizio era vietato colpire obiettivi in Crimea o in territorio russo, nel 2024 gli USA hanno fornito le coordinate per attacchi a Kursk e permesso offensive per difendere Kharkiv.

Un episodio emblematico: gli Stati Uniti avrebbero tentato di dissuadere Kyiv dall’affondare la Moskva, nave ammiraglia russa nel Mar Nero, poi colpita e affondata il 12 aprile 2022.

LA GUERRA INTERNA A KYIV

Non solo tensioni esterne. L’inchiesta rivela anche divisioni profonde ai vertici ucraini. In particolare, lo scontro tra Volodymyr Zelensky e il generale Valery Zaluzhny, licenziato nel febbraio 2024 e sostituito dal suo vice, Oleksandr Syrsky.

Un cambio di comando che ha generato frizioni anche con gli alleati americani. Nell’estate 2023, Zaluzhny e il Pentagono avevano pianificato la riconquista di Melitopol, operazione cruciale per spezzare in due il fronte russo. Ma Zelensky impose una diversione delle forze su Bakhmut, città simbolica ma meno strategica. Il risultato? L’offensiva fallì.

Da allora, i rapporti tra ufficiali americani e ucraini si sono raffreddati, e oggi Washington spinge per l’abbassamento dell’età della leva a 18 anni, proposta a cui Zelensky si oppone.

UN EQUILIBRIO PRECARIO

In questo contesto, la preoccupazione del presidente ucraino è chiara: senza gli Stati Uniti, l’Ucraina perderebbe la guerra. Ma anche con gli USA al fianco, le fragilità interne e le divergenze strategiche rischiano di compromettere il fronte anti-russo. In gioco non c’è solo la difesa del territorio, ma il futuro stesso di un Paese ancora sospeso tra dipendenza militare e sovranità politica.

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Trump affida il dialogo con Mosca al suo uomo di fiducia Witkoff, uno che fa affari con oligarchi russi

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Donald Trump ha estromesso Keith Kellogg dai contatti sulla guerra in Ucraina. Il generale, pur essendo l’inviato ufficiale della Casa Bianca, è stato considerato in conflitto d’interessi per via del lavoro della figlia, che collabora con un’agenzia impegnata a fornire farmaci a Kiev. La notizia, rilanciata dalla stampa russa e dai servizi d’intelligence di Mosca, ha spinto Trump a escluderlo dalle trattative.

Witkoff entra in scena senza incarichi ufficiali

Al suo posto, Trump ha affidato i contatti con il Cremlino a Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese e suo collaboratore personale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica né una posizione formale all’interno delle istituzioni americane. Tuttavia, gode della fiducia diretta dell’ex presidente e sembra avere piena libertà d’azione nei rapporti con la Russia.

L’ombra dell’oligarca Blavatnik nei suoi affari

A rendere controversa la scelta di Witkoff è il suo socio d’affari, Leonard Blavatnik, miliardario nato a Odessa, naturalizzato americano e britannico, considerato uno degli oligarchi più influenti. Blavatnik è finito nella lista delle sanzioni dell’Ucraina per i suoi rapporti con l’economia russa. Con Witkoff ha gestito operazioni immobiliari per oltre un miliardo di dollari.

Gli affari miliardari costruiti nell’era post-sovietica

Blavatnik ha fatto fortuna negli anni delle privatizzazioni in Russia. Con Mikhail Fridman e Viktor Vekselberg ha acquisito la compagnia petrolifera TNK e, nel 2003, ha siglato una partnership con British Petroleum. L’operazione si è conclusa nel 2013 con la vendita a Rosneft per 56 miliardi di dollari, con l’appoggio politico del Cremlino.

Trump ignora i rischi e tira dritto

Nonostante la posizione ambigua di Blavatnik — che ha definito la guerra “inimmaginabile” senza mai accusare Putin — Trump continua a considerare valido il canale con Mosca tramite Witkoff. Le attività comuni tra i due sono proseguite anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, con un recente investimento da 85 milioni di dollari. Per Trump, nessun problema. O forse, proprio per questo, un vantaggio.

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Il deputato Chiquinho Brazão accusato dell’omicidio di Marielle perde il mandato

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La Camera dei deputati del Brasile ha dichiarato giovedì 24 aprile la perdita del mandato del deputato federale Chiquinho Brazão, uno dei rinviati a giudizio accusati di aver agito come mandante dell’omicidio della consigliera comunale Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes, nel 2018. Lo rende noto Agência Brasil. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Camera ed è stata giustificata sulla base dell’articolo della Costituzione che determina la perdita del mandato del parlamentare che “non si presenti in ogni sessione legislativa a un terzo delle sessioni ordinarie della Camera”.

Brazão è stato arrestato nel marzo dello scorso anno ma ha lasciato il carcere all’inizio di aprile di quest’anno dopo che il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha concesso gli arresti domiciliari all’oramai ex deputato. Nella sua decisione, Moraes ha concordato con il bollettino medico presentato dal carcere di Campo Grande dove era recluso secondo il quale, Brazão ha una “delicata condizione di salute” con “alta possibilità di soffrire un malore improvviso con elevato rischio di morte”.

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Lavrov, Trump ha ragione su direzione Russia-Usa su Ucraina

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“Donald Trump ha ragione ad affermare che Stati Uniti e Russia si stanno muovendo nella giusta direzione per quanto riguarda la risoluzione del conflitto ucraino”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista alla Cbs, riporta la Tass. “Il presidente degli Stati Uniti crede, e ritengo a ragione, che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Le forze armate russe – ha detto ancora Lavrov – stanno conducendo attacchi in Ucraina solo contro obiettivi militari o siti utilizzati dall’esercito ucraino. Il presidente russo Vladimir Putin lo ha già ribadito in più occasioni”.

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