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Esteri

Ucraina: la preghiera del Papa, ogni sforzo per la pace

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Una preghiera, ancora piu’ che un appello. L’invocazione ‘in extremis’ del Papa perche’ si eviti la guerra in Ucraina e’ rivolta direttamente alle parti. “Le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti – dice Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro – Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace”. E aggiunge, rivolto ai fedeli, invitando ad alcuni istanti di raccoglimento: “Preghiamo in silenzio”. Poche parole, ma di intensita’ straordinaria e dal sapore storico, quelle pronunciate dal Pontefice quasi in ginocchio, con la coscienza di essere ormai sull’orlo di un abisso. Francesco in questi anni e’ stato tra i leader globali quello che si e’ piu’ speso contro il conflitto in Ucraina, con decine di appelli riguardanti anche il dramma umanitario, incessanti riferimenti nei messaggi ‘Urbi et Orbi’, e anche con una Giornata mondiale di preghiera il 26 gennaio scorso. Davanti a una guerra ormai pronosticata ‘alla vigilia’ e dagli esiti imprevedibili, e che ancora nell’udienza generale di mercoledi’ aveva definito “una pazzia”, la sua “preoccupazione” e’ giunta al limite. E la sua voce si unisce a quella della Chiesa greco-cattolica ucraina, che continua il suo pressing sull'”irragionevolezza” di un conflitto in questo momento, dopo “otto anni di guerra ibrida” che hanno gia’ prodotto “due milioni di sfollati interni” e “14mila persone uccise”, ha ricordato il capo delle relazioni esterne, arcivescovo Borys Gudziak. Ieri sera, anche il rappresentante diplomatico del Pontefice a Kiev, il nunzio apostolico mons. Visvaldas Kulbokas, ha ripetuto “a tutti che chi causa guerra oppure chi non si impegna a proteggere la pace non ha diritto a chiamarsi cristiano”. Intanto oggi, in un clima di tensione e di attesa, i fedeli cattolici di rito bizantino si sono riuniti a Roma nella Basilica di Santa Sofia, la cosiddetta “chiesa degli ucraini”, per la messa domenicale celebrata dal rettore don Marco Yaroslav Semehen, alcuni di loro bollando anche “l’assurdita’” di una guerra. E con un “No alla guerra, Europa e Stati Uniti si mobilitino per fermare l’escalation militare”, un centinaio di immigrati di nazionalita’ ucraina si e’ ritrovato stamane in Piazza Garibaldi, a Napoli, nei pressi della stazione ferroviaria centrale, per chiedere la massima solidarieta’ internazionale nei confronti del loro Paese. Oksana, 45 anni, che lavora in provincia di Napoli come collaboratrice domestica, riferisce di aver sentito i propri familiari in patria e racconta “un clima di profonda angoscia, ormai da un momento all’altro si teme l’invasione della Russia e il sanguinoso conflitto che ne deriverebbe”. Prima della manifestazione i fedeli ucraini si sono ritrovati in preghiera nella chiesa di Via dei Tribunali, uno dei loro abituali punti di aggregazione, per invocare la pace ripetendo le parole pronunciate dal Papa contro la guerra negli ultimi giorni.

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Russia, respinto attacco di droni ucraini contro Mosca

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La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.

L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.

In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.

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Trump riapre Alcatraz: “Ospiterà i criminali più spietati d’America”

Donald Trump ordina la ricostruzione e riapertura del carcere di Alcatraz. “Ospiterà i criminali più violenti d’America”, ha dichiarato su Truth.

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Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi

Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.

Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.

La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.

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Romania, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan al ballottaggio contro George Simion

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Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

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