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Esteri

Uccisa col fratello a soli 23 giorni, 500 i bimbi morti

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Sofia aveva solo 23 giorni, suo fratello Artem aveva 12 anni. Nell’ennesima strage di civili in Ucraina, a pagare continuano a essere i più innocenti, a cominciare da chi nella guerra ci è nato ed è finito per morirci, dopo neanche un mese di vita. Un raid russo sulla regione di Kherson ha assassinato prima il padre e la madre e poi la neonata, mentre il fratello è morto in ospedale per le ferite dell’attacco, lanciato sul villaggio di Shiroka Balka. Un’altra persona è rimasta uccisa nello stesso raid di artiglieria, mentre altri due uomini sono rimasti uccisi nella cittadina di Stanislavov, sempre nel Kherson. In totale, 7 morti e 13 feriti è il bilancio reso noto dal ministro dell’Interno Igor Klymenko sull’ennesima pioggia di morte lanciata contro l’oblast meridionale ucraino, uno dei più martoriati dalla guerra che non conosce pietà nemmeno di fronte ai più piccoli: secondo la procura generale del Paese, almeno 500 bambini sono stati uccisi in Ucraina dalle forze russe dall’inizio dell’invasione, e quasi 1.100 sono rimasti feriti, la maggior parte nella regione di Donetsk.

“L’esercito russo ha preso di mira i quartieri residenziali delle aree popolate della regione”, è l’accusa del governatore del Kherson Oleksandr Prokudin, che ha annunciato una giornata di lutto. Si chiude ancora una volta nel dolore, il giorno 536 dell’offensiva russa che intanto continua a concentrarsi sulla regione nordorientale di Kharkiv, in particolare sul fronte di Kupiansk. Negli ultimi 5 giorni, i civili evacuati dalla zona sono in totale 204, compresi 71 bambini, a fronte dei circa 12 mila che hanno ricevuto l’ordine di lasciare la zona calda della guerra e riparare a ovest. Guardando a sud, il New York Times sottolinea invece “progressi significativi” di Kiev nella controffensiva, con un’avanzata di circa 16-19 km sulle linee di Berdiansk e Melitopol. I media ucraini hanno parlato di un attacco con 17 droni a una base russa vicino a Yevpatoriya nella Crimea occupata, con “decine di occupanti uccisi o feriti” e gravi danni. E sale la tensione sul Mar Nero, dove il ministero della Difesa russo ha riferito di aver sparato colpi di avvertimento in direzione di un mercantile diretto al porto di Izmail, per obbligarlo a fermarsi. La nave è stata ispezionata da personale russo ed è stata lasciata proseguire verso il porto, divenuto il principale snodo per l’export di grano e prodotti agricoli ucraini in alternativa a Odessa e agli altri porti del bacino, dopo l’uscita della Russia dall’accordo sul grano.

Oltre il confine, le forze di Mosca hanno affermato di aver sventato in mattinata un attacco con un drone su Belgorod e un altro su Kursk, dove invece nel pomeriggio un raid ha provocato tre feriti nel villaggio di Volfino, secondo il governatore Roman Starovoit che ha accusato le forze di Kiev. La Procura della Regione di Mosca ha poi pubblicato sul suo canale Telegram il video di un incendio scoppiato oggi in un deposito di fertilizzanti a Ramenskoye, una cittadina a una quarantina di chilometri a sud-est della capitale. Nessun commento sulle possibili cause dell’incendio, ma il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko, ha parlato di “caldo nella regione di Mosca (…) la gente del posto riferisce di aver sentito uno ‘scoppio’ prima dell’inizio dell’incendio”. La guerra prosegue come le richieste di armi da parte di Kiev, e si guarda alla Germania.

Secondo la Bild, la società tedesca di armi Rheinmetall consegnerà agli ucraini entro la fine di quest’anno droni da ricognizione di ultima generazione, mentre prosegue il dibattito sulla possibile consegna da Berlino dei missili da crociera Taurus. “Esamineremo sempre con molta attenzione ogni singola decisione”, ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, mentre da Kiev arriva la promessa che le armi a lungo raggio non saranno usate per attaccare il territorio della Russia. “Le preoccupazioni di Berlino sono infondate” in merito, secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Alla richiesta di armi, dal ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha aggiunto poi l’appello a un maggiore sostegno alle azioni di sminamento: “Oggi l’Ucraina è il Paese più pesantemente minato al mondo. Centinaia di chilometri di campi minati, milioni di ordigni esplosivi, in alcune parti della linea del fronte fino a cinque mine per metro quadrato”, è l’allarme del funzionario, all’indomani della denuncia di Zelensky secondo cui nella nazione sono ormai 174mila i chilometri quadrati di territorio coperti da ordigni ed esplosivi.

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Esteri

Algeria, uomo rapito da un vicino di casa ritrovato dopo 30 anni

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Le autorità giudiziarie di Djelfa, 300 km a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, hanno arrestato oggi un uomo accusato di aver sequestrato per circa trent’anni un vicino di casa, trovato ieri sera sano e salvo, seppure in stato di grave abbandono, in una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore. Lo riferisce il tribunale di Djelfa in una nota. La Procura ha ricevuto due giorni fa, il 12 maggio 2024, tramite la divisione regionale della gendarmeria nazionale di El Guedid, una denuncia contro uno sconosciuto secondo cui il fratello del denunciante, Omar Ben Amrane, scomparso da circa 30 anni, si trovava nella casa di un loro vicino, all’interno di un recinto per le pecore”.

https://x.com/Belhassine_Bey/status/1790483411179601969

“In seguito a questa segnalazione, il pubblico ministero del tribunale di Idrissia (provincia di Djelfa) ha ordinato alla gendarmeria nazionale di aprire un’indagine approfondita e gli ufficiali di giustizia si sono recati nella casa in questione. La persona scomparsa (B.A.) è stata ritrovata e il sospetto, di 61 anni, proprietario della casa, è stato arrestato”, aggiunge la nota. “La Procura ha ordinato un trattamento medico e psicologico per la vittima e il sospetto sarà portato davanti alla Procura non appena l’indagine sarà completata”, ha precisato il tribunale.

La nota conclude sottolineando che “l’autore di questo efferato crimine sarà perseguito con tutta la severità richiesta dalle leggi della Repubblica”. Sui social algerini è diventato virale il video del ritrovamento dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali algerini, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapita e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.

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Esteri

Zelensky cancella visita a Madrid prevista per venerdì

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annullato la visita che avrebbe effettuato a Madrid venerdì prossimo, secondo fonti della Casa del Re, dopo che oggi aveva annunciato l’incontro che si sarebbe svolto incontro con Filippo VI e il successivo pranzo al Palazzo Reale. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe. Il Palazzo della Zarzuela non ha spiegato i motivi della cancellazione della visita, che sarebbe stata la prima visita bilaterale di Zelensky in Spagna e nella quale avrebbe dovuto incontrare il premier Pedro Sánchez e firmare un accordo sulla sicurezza.

Il viaggio di Zelensky avrebbe incluso il Portogallo, tappa anche questa destinata a saltare stando a Rtp, la televisione pubblica portoghese, che – senza specificare le sue fonti – indica come motivo dell’annullata visita “l’aggravarsi della situazione in Ucraina”, si legge nella homepage della Rtp.

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Economia

Brasile: il governo Lula licenzia il capo di Petrobras

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Il governo del leader brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha licenziato il presidente del colosso petrolifero statale Petrobras, Jean Paul Prates, dopo una disputa tra la società e l’esecutivo sul pagamento dei dividendi. “Prates è stato licenziato”, ha detto un portavoce presidenziale. Da parte sua, Petrobras ha indicato in un comunicato stampa che Prates ha chiesto una riunione del consiglio di amministrazione.

Il 25 aprile gli azionisti di Petrobras hanno approvato il pagamento di 22 miliardi di reais (4 miliardi di euro) di dividendi straordinari per l’esercizio 2023, durante il quale il gruppo ha realizzato il secondo utile netto più grande della sua storia, e il collocamento di altri 22 miliardi in un fondo destinato a garantire il pagamento dei dividendi futuri. Inizialmente il cda di Petrobras, controllata dallo Stato brasiliano, aveva deciso di non pagare alcun dividendo. Questo annuncio, avvenuto il 7 marzo, ha causato il crollo del prezzo delle azioni Petrobras in borsa ed è stato considerato dagli analisti come il risultato di un’ingerenza del governo negli affari della società, una possibilità che preoccupa i mercati dall’avvento al potere del presidente di sinistra Lula all’inizio del 2023.

Lula ha ripetutamente accusato i dirigenti di Petrobras di pensare solo a soddisfare gli azionisti del gruppo, a scapito dei consumatori. Poco più della metà del capitale di Petrobras è detenuto dallo Stato brasiliano, mentre il resto appartiene ad azionisti privati. Jean Paul Prates, ex senatore del Partito dei lavoratori di Lula, è stato nominato capo di Petrobras nel gennaio 2023, poco dopo l’insediamento del presidente, al quale era noto per essere vicino. Il gruppo ha già sperimentato turbolenze durante il mandato quadriennale del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022). Quattro presidenti si erano succeduti alla guida dell’azienda, a causa dei violenti disaccordi sulla politica dei prezzi della Petrobras. In 68 anni di esistenza, Petrobras ha conosciuto un susseguirsi di presidenti: 39 precisamente, con una longevità media inferiore ai due anni. Lula ha posto fine al processo di privatizzazione avviato dal governo Bolsonaro. Il governo brasiliano non ha menzionato il nome di un sostituto di Prates. I media brasiliani scommettono su Magda Chambriard, ex capo dell’Agenzia nazionale del petrolio, un’organizzazione responsabile della regolamentazione dell’industria petrolifera brasiliana.

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