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Politica

Tutti contro la patrimoniale, e resta il nodo del superbonus

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 La patrimoniale non ha le gambe lunghe. La proposta lanciata da un gruppo di parlamentari di Leu e del Pd e’ stata in 24 ore bocciata dagli alleati: sono contrari i Cinque Stelle, Italia viva e pure la maggioranza Dem. Anche sulla proroga al 2023 del superbonus non c’e’ una compatezza granitica. Tutti sono d’accordo sulla necessita’ di allungare la durata delle detrazioni fiscali al 110%, ma l’intervento e’ molto oneroso e il governo valuta l’opportunita’ di rinviarlo a quando saranno disponibili le risorse del Ricovery fund. La cosiddetta “tassa sui super-ricchi” lanciata da Nicola Fratoianni (LeU) e Matteo Orfini (Pd), primi firmatari di un emendamento alla Manovra, e’ sopravvissuta lo spazio di un giorno. L’idea e’ quella di introdurre un’aliquota crescente, partendo da uno 0,2% su patrimoni tra 500 mila euro e un milione di euro per arrivare al 2% oltre i 50 milioni. Le opposizioni hanno subito detto “No”. “Il solo pensare di tassare ora chi ha casa e risparmi e’ da arresto immediato”, ha commentato Matteo Salvini. “A Salvini – ha replicato Orfini – ricordo che la giustizia sociale non e’ un reato: lo e’ rubare 49 milioni di euro agli italiani”. Anche gran parte della maggioranza ha sparato a zero sulla patrimoniale. “E’ la solita orfinata che crea solo danni e confusione”, e’ stato il commento di un parlamentare vicino al segretario Nicola Zingaretti. “Siamo sempre stati contrari”, ha ricordato il capogruppo renziano al Senato, Davide Farone, che per una volta va d’accordo con i Cinque Stelle: “Introdurre qualsiasi tipo di patrimoniale sarebbe folle”, ha detto il ministro Luigi Di Maio. Leu continua a difendere l’impostazione dell’intervento. Il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro, e’ primo firmatario di un altro emendamento per istituire, per il solo 2021, un ‘Contributo di solidarieta” “differente e alternativo alla cosiddetta patrimoniale”. Si tratta di un’aliquota dell’1% per ricchezze superiori a 1,5 milioni di euro, escludendo la prima casa. La battaglia si sposta in commissione, dove sono stati depositati 7 mila emendamenti. Di questi, “quasi 3 mila arrivano dai partiti di Conte, Gualtieri, Di Maio, Renzi e Speranza – ha commentato Giorgia Meloni – Se non credono loro stessi nelle leggi che scrivono, perche’ dovrebbero farlo gli italiani?”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiesto “collaborazione e spirito di coesione, ma anche visione”. Il problema sulla proroga del superbonus sugli interventi di miglioramento antisismico ed energetico degli immobili e’ di risorse. Quelle che servono sono ingenti e superiori a quanto previsto in un primo momento. “Stiamo incontrando difficolta’ di ordine tecnico-burocratico segnalate anche dall’Agenzia delle entrate – ha aggiunto Martina Nardi (Pd), presidente della commissione Attivita’ produttive della Camera – Sara’ aperto un tavolo con il Governo per valutare tutti gli interventi necessari”. Certo e’ che il tema non potra’ essere rinviato troppo, visto che anche Forza Italia ha presentato emendamenti per una proroga al 2023 del superbonus. I voti in commissione alla Camera cominceranno il 9 dicembre. Fra le richieste di modifica, Claudio Mancini (Pd) propone uno stop per 4 mesi ai versamenti delle tasse per federazioni e societa’ sportive professionistiche che stanno continuando a giocare. Poi c’e’ quella dei Cinque Stelle per mettere i bastoni fra le ruote a un eventuale salvataggio di Mps targato Unicredit. Di fatto, l’emendamento riduce da 3 miliardi a un massimo di 500 milioni i crediti d’imposta per le aziende che si aggregano nel 2021, quindi anche per chi si facesse carico della banca senese. Mentre nel Pd ci sarebbe una certa attenzione a mantenere il radicamento toscano dell’istituto.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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