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Ambiente

Tutte le tecnologie e tutte le fonti di energia per compiere lo “sforzo estremo” richiesto dalla decarbonizzazione

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha inviato alla Commissione europea una proposta di aggiornamento del piano nazionale integrato Energia e Clima, che traccia una rotta verso i nuovi obiettivi europei di Fit for 55 e RepowerEU. La proposta, che tiene conto dei ritardi del Paese rispetto al piano del 2019, punta a privilegiare un percorso realistico e sostenibile per l’economia e la società italiana, conciliando le diverse posizioni e proposte.

Secondo il testo proposto, entro il 2030 si prevede di raggiungere una quota del 40% di energia rinnovabile nei consumi finali lordi, che sale al 65% per i consumi solo elettrici. Nei settori del riscaldamento e del raffrescamento, l’energia pulita coprirà il 37%, mentre per i trasporti si mira al 31% di copertura rinnovabile. Inoltre, si prevede che il 42% dell’idrogeno utilizzato nell’industria sia di origine verde.

Le previsioni della proposta superano o centrano gli obiettivi richiesti da Bruxelles in settori come l’industria energetica e i settori industriali ad alta intensità energetica. Tuttavia, ci sono ancora delle sfide da affrontare riguardo alle emissioni dei settori non industriali e alla riduzione dei consumi energetici, su cui non verrebbero centrati gli obiettivi.

Il documento inviato rappresenta un punto di partenza per studiare nuove misure e aprire un dialogo con Bruxelles, tenendo conto della situazione italiana. Si prevede che la versione definitiva del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) sarà pubblicata nel giugno 2024.

Il ministero sottolinea l’importanza di una “decisa accelerazione” rispetto a quanto fatto finora e di considerare gli aspetti di sostenibilità economica e sociale, oltre alla compatibilità con gli altri obiettivi ambientali. Uno dei punti critici che necessitano di miglioramenti riguarda le difficoltà autorizzative per i nuovi impianti a fonti rinnovabili. Si propone di adottare una procedura d’emergenza simile a quella utilizzata per le unità galleggianti di rigassificazione e stoccaggio di gas, affinché diventi la regola per i parchi eolici e gli accumuli idrici per lo stoccaggio di energia.

Il piano propone anche una forte accelerazione delle fonti rinnovabili elettriche, con una significativa espansione dell’energia eolica e solare. Si prevede che la potenza eolica installata più che raddoppi entro il 2030, raggiungendo i 28.140 megawatt, di cui 2.100 MW in impianti offshore. La potenza solare triplicherà, arrivando a 79.921 MW, e verranno esplorate soluzioni innovative come l’agrifotovoltaico e l’installazione di impianti al largo delle coste.

Altri punti cruciali del piano riguardano la produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno, le ristrutturazioni edilizie con l’uso di pompe di calore, l’adozione diffusa di veicoli elettrici e politiche volte alla riduzione della mobilità privata, nonché le tecnologie di sequestro, trasporto e cattura di CO2.

Oltre alle azioni di decarbonizzazione nei settori industriali legati al mercato delle emissioni (Ets), il piano richiede anche “misure estreme” nei settori terziario, residenziale e della mobilità. Viene sottolineata la necessità di un “sostanziale mutamento degli stili di vita e di consumo”, che potrebbe essere promosso attraverso campagne informative.

Il piano mira all’abbandono del carbone per la generazione di energia, favorendo un mix elettrico basato su una crescente quota di fonti rinnovabili e, per la parte residua, sul gas. Per quanto riguarda il metano, l’Italia prospetta di diventare un hub nel Mediterraneo, funzionando come un punto di immissione e convogliamento del gas verso gli altri paesi europei. Tuttavia, questa scelta viene contestata da alcuni, che sostengono che il piano trasformi l’Italia in un hub del gas europeo, mantenendo l’estrazione di gas sia in Italia che all’estero senza rispettare adeguatamente i vincoli europei sulle emissioni.

Il cammino verso una decarbonizzazione completa rappresenta una sfida significativa per l’Italia, ma la proposta di aggiornamento del piano nazionale integrato Energia e Clima inviata alla Commissione europea dimostra l’impegno del Paese per affrontare questa sfida. Sarà fondamentale tradurre la proposta in azioni concrete, accelerare l’adozione delle energie rinnovabili e promuovere cambiamenti significativi nei settori chiave dell’economia e della società per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Ambiente

Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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