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Cronache

Turisti uccisi da un’auto a Roma sulla strada killer

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Erano in vacanza a Roma per godere, sul finire dell’estate, delle bellezze della città. Ma il loro viaggio si è interrotto tragicamente su via Cristoforo Colombo, dove un’auto li ha travolti e uccisi, insieme. Un nuovo dramma allunga la lista delle vittime di una delle strade più pericolose della Capitale: questa volta a perdere la vita sono stati due turisti irlandesi, di 60 e 59 anni. A investirli l’auto di un uomo di 54 anni, che si è fermato a prestare soccorso. Poi, ferito, è stato portato in ospedale. L’incidente è avvenuto attorno alle 12.50 all’incrocio tra la grande arteria che dal centro della città conduce al mare, e via di Malafede. Lungo quel tratto di strada – ampie carreggiate divise da guardrail – verde e pini d’alto fusto: da una parte c’è l’ingresso della Tenuta del Presidente della Repubblica, dall’altra un noto campeggio. C’è un semaforo, e c’è un attraversamento pedonale.

Paul e Mary O’Reilly, questi i nomi dei turisti irlandesi, sono a piedi. L’impatto con l’auto è senza scampo. Sul posto è intervenuta la Polizia Locale di Roma Capitale per i rilievi. I vigili sono al lavoro per ricostruire la dinamica dello schianto: tra le ipotesi da verificare non viene esclusa quella che i due turisti stessero attraversando la strada con il rosso, ma anche che sia stata l’auto a non rispettare il semaforo. Si cercano perciò testimoni, e anche le telecamere della Tenuta di Castel Porziano potrebbero essere d’aiuto per fare luce sull’accaduto. A Roma, secondo un recente studio dell’Università Lumsa, si verificano tre incidenti stradali l’ora e le vittime della strada sono circa 100 l’anno. Via Cristoforo Colombo risulta invariabilmente nelle statistiche tra le strade più pericolose della città.

La notte dello scorso 24 agosto a perdere la vita sullo stradone, all’altezza di via Marco Polo, era stato un giovane di 19 anni alla guida di uno scooter elettrico. Le cronache riportano poi, alla vigilia di Ferragosto, della morte di Saverio Piccioni, titolare del famoso stabilimento Kursaal di Ostia, in sella al suo motorino: aveva 51 anni. La notte dello scorso 18 ottobre, sempre su via Cristoforo Colombo, è rimasto ucciso poi un altro giovanissimo, Francesco Valdiserri. Il 18enne è stato travolto da un’auto mentre camminava sul marciapiede; a investirlo una ragazza di 24 anni, alla guida sotto l’effetto dell’alcol, che lo scorso 12 luglio è stata condannata a cinque anni di reclusione per omicidio stradale aggravato. A poche centinaia di metri da via Cristoforo Colombo, nel quartiere residenziale di Casalpalocco, lo scorso 14 giugno morì un bimbo di 5 anni a bordo di una Smart, dopo l’impatto con un suv di grossa cilindrata con a bordo un gruppo di youtuber. “Siamo profondamente addolorati per l’incidente che ha causato la morte di due turisti irlandesi” ha commentato oggi l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè.

Che afferma che proprio alla Colombo il Campidoglio ha riservato una attenzione particolare negli ultimi mesi: “I controlli con gli autovelox hanno portato, dal 1° gennaio al 31 luglio 2023, a 1.112 sanzioni per eccesso di velocità, un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2022” mentre le sanzioni per altre violazioni sono state 8.685: “Tra queste – ha detto ancora – di particolare rilevanza, anche in relazione alla dinamica del tragico incidente avvenuto oggi probabilmente causato dal mancato rispetto delle luci semaforiche, sono le sanzioni elevate dai ‘photored’ che segnalano i passaggi col rosso”.

Sulla Colombo ce ne sono tre, che hanno portato da gennaio a luglio a 1.171 sanzioni. Sempre sulla stessa strada saranno messi in sicurezza i punti a maggiore incidentalità. L’opposizione intanto preme sul Comune: “Che fine hanno fatto gli autovelox fissi promessi dal sindaco per le strade più pericolose della Capitale tra cui Colombo, Salaria, Casilina e Nomentana?” ha chiesto il deputato FdI Massimo Milani. Il consigliere regionale di Azione Alessio D’Amato, inoltre, ha ricordato di aver depositato “da ormai due mesi la proposta di legge Lazio Strade Sicure, per rendere organici gli interventi e mettere al centro dell’agenda amministrativa la sicurezza stradale”.

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Cronache

Marigliano, donna perde controllo della moto e si schianta contro un palo perdendo la vita

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Un tragico incidente si è verificato questo pomeriggio in via Ponte dei Cani, nel comune di  Marigliano, dove una donna di 46 anni, residente a Scisciano, ha perso la vita.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dai Carabinieri della sezione radiomobile di Castello di Cisterna e della stazione di Marigliano, intervenuti prontamente sul luogo dell’incidente, la vittima avrebbe perso il controllo della sua motocicletta per cause ancora da accertare. La moto è finita la sua corsa contro un palo della luce, provocando il decesso immediato della conducente.

Il tratto di strada su cui si è verificato l’incidente è stato temporaneamente chiuso al traffico per permettere i rilievi del caso. La salma della donna è stata trasferita all’istituto di medicina legale per l’esame autoptico, mentre la motocicletta è stata sequestrata per gli ulteriori accertamenti tecnici che saranno fondamentali per chiarire la dinamica e le cause esatte del sinistro.

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Cronache

Gip su ultrà Milan arrestati: gruppo aggressivo e violento

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Si tratta di persone che “frequentano abitualmente lo stadio” e “che sfruttano proprio la peculiare carica intimidatoria derivante dall’appartenenza ad un gruppo organizzato” per agire con una condotta “aggressiva, che rappresenta la cifra distintiva del loro modo di seguire il calcio e la squadra di cui sono supporter”. Così la gip di Milano Teresa De Pascale descrive i tre ultrà, che fanno parte della curva sud milanista, arrestati due giorni fa per aver aggredito, a colpi di sedie e tavolini ma anche a coltellate, un 25enne romeno dopo la partita Milan-Cagliari di sabato sera.

La giudice ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per tutti e tre, tra cui Alessandro Sticco, 42 anni, che è nel direttivo della curva milanista così come Luca Lucci, noto capo ultrà, e Christian Rosiello, il cosiddetto “bodyguard” di Fedez, coinvolto come il rapper nel caso del pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino dello scorso aprile. Ai domiciliari anche Islam Hagag, 35 anni, e Luigi Magrini, 43 anni, che avrebbe sferrato le coltellato (la Procura chiedeva per lui il carcere). Tutti e tre difesi dal legale Jacopo Cappetta. I tre, spiega la gip nell’ordinanza, hanno fatto “leva sulla peculiare forza intimidatoria derivante dall’appartenenza ad un gruppo numeroso di tifosi” e “non hanno esitato ad aggredire congiuntamente un ragazzo da solo, anche con l’uso di bottiglie e di un coltello, sino a lasciarlo sanguinante riverso in terra, proprio dopo una partita di calcio, quale luogo ed occasione in cui manifestare e sprigionare la propria indole aggressiva e violenta”.

Il 25enne ha messo a verbale che dopo aver visto la partita, “mentre si stava recando al bar” vicino “al punto di ritrovo degli ultras per consumare delle bevande, veniva aggredito senza motivo, inizialmente da due tifosi, che lo spogliavano della maglietta che indossava”, una maglia della curva sud rossonera. E ha aggiunto: “non so dare spiegazioni dell’aggressione. Senza nessun motivo mi hanno tolto la maglietta e mi hanno colpito”. Gli ultrà interrogati oggi dalla gip, invece, hanno raccontato di aver reagito, ammettendo in sostanza i fatti, perché un loro amico della curva era stato colpito in precedenza dal 25enne ed “era a terra sanguinante”.

Per il gip ad aggredire il romeno è stato un “gruppo di 8-9” ultrà, alcuni già identificati e indagati, oltre ai tre arrestati. Il “dettaglio della maglietta del Milan strappata – scrive la giudice – ovvero mai indossata e tolta autonomamente dalla vittima (come riferito dagli indagati), allo stato, non è riscontrato dalla visione delle telecamere, in quanto esse riprendono il soggetto già a torso nudo all’esterno del locale”. Allo stesso modo, “la asserita precedente aggressione posta in essere” dal 25enne, chiarisce la giudice, “allo stato, non risulta riscontrata, non emergendo neppure alcun certificato medico”. Fatti questi che andranno verificati ancora nelle indagini.

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Cronache

Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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