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Esteri

Trump salva i colossi tech dai dazi: esenzioni per Apple, Microsoft, Dell e HP

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Niente dazi su smartphone e computer: la prima concessione dell’amministrazione Trump ai big della tecnologia statunitense. Apple, Microsoft, HP, Dell e altre aziende potranno continuare a importare liberamente dispositivi e componenti fondamentali come microprocessori e hard disk, nonostante i dazi record del 145% imposti su molte merci cinesi.

Una scelta strategica che rappresenta, forse, un primo segnale distensivo verso Pechino. Non a caso, Trump ha dichiarato di aspettarsi «qualcosa di positivo» dal prossimo confronto con il presidente cinese Xi Jinping, definendolo «molto bravo e molto intelligente». Ma per ora, nessuna apertura concreta: le tariffe restano in vigore.

Esenzione mirata ma produzione da rilocalizzare

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ribadito la posizione ufficiale: «L’America non può continuare a dipendere dalla Cina per semiconduttori, smartphone e chip. Per questo il presidente Trump ha ottenuto investimenti miliardari sul suolo americano da parte di colossi come Apple, Nvidia e TSMC».

Nonostante ciò, l’esenzione temporanea sui prodotti tech sembra una misura obbligata per evitare ulteriori danni alla filiera industriale, che oggi dipende profondamente dalla Cina: l’80% degli iPhone e oltre metà dei Mac venduti negli USA sono assemblati nel Paese asiatico. Difficile sostituire in tempi brevi queste catene produttive.

Wall Street in allarme, consumatori penalizzati

Il timore degli investitori si è già riflesso in Borsa: il titolo Apple ha perso circa 500 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato, trascinando con sé Wall Street. Gli analisti attendono ora le parole del CEO Tim Cook, che parlerà il primo maggio durante la presentazione dei conti trimestrali.

Intanto, anche il settore alimentare comincia a subire gli effetti collaterali della guerra commerciale: la catena Whole Foods (di Jeff Bezos) prevede aumenti dei prezzi del 2%. E il New York Times segnala corse all’acquisto di beni d’importazione – olio, pasta e vino italiani in testa – mentre in alcuni supermercati si registrano già scaffali semivuoti.

Verso nuovi dazi “mirati”

Secondo indiscrezioni della CNN, la Casa Bianca sarebbe al lavoro su una nuova strategia di dazi selettivi: saranno colpiti prodotti specifici come automobili, farmaci, chip e materiali industriali. Una modulazione che dovrebbe rendere le tariffe «più giuste ed efficaci», ma che introduce ulteriore incertezza in una fase già molto instabile.

In sintesi, la mossa di Trump ha evitato una rottura immediata con le Big Tech e contenuto i danni sui mercati. Ma la tensione tra Stati Uniti e Cina resta altissima. E il conto finale, per ora, lo stanno pagando imprese e consumatori.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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