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Esteri

‘Trump ha fretta di vedere Bibi’ e invia Thaad e Patriot

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L’intenzione era quella di volare a Washington la prossima settimana, dopo il rientro dall’Ungheria e lo schiaffo alla Corte penale internazionale di Viktor Orban che ha accolto con tutti gli onori il premier israeliano, sfidando il mandato di arresto dell’Aja. Ma mentre Benyamin Netanyahu era a Budapest, una telefonata con Donald Trump ha stravolto i piani. Il primo ministro, senza rientrare in Israele, è partito per gli Usa domenica stessa dall’Ungheria. Un alto funzionario israeliano, in viaggio con lo staff del premier, ha riferito ai giornalisti che la delegazione “non ha idea di che cosa il presidente Usa voglia parlarci, e perché sia così urgente e importante per lui.

Pensavamo a un incontro la prossima settimana…”. I dossier urgenti nell’agenda israeliana li ha elencati lo stesso ufficio di Netanyahu: dazi, ritorno degli ostaggi, relazioni tra Israele e Turchia, minaccia iraniana e azioni contro la Cpi. Se corrispondano a quelli del presidente Usa si potrà cominciare a capir durante le dichiarazioni congiunte previste dopo l’incontro alla Casa Bianca nel pomeriggio di lunedì. Nel frattempo, gli Usa hanno consegnato all’Idf un ulteriore sistema di difesa antimissile Thaad e due batterie Patriot (dopo quelli dell’anno scorso). Sabato, un cargo Usa C-5M Super Galaxy proveniente da Ramstein in Germania è atterrato alla base di Nevatim nel Negev e ci è rimasto per diverse ore.

Il Thaad è considerato cruciale nella difesa spaziale mobile ad alta quota perché ha la capacità di intercettare missili fuori dall’atmosfera. Secondo gli analisti, il trasferimento ha a che vedere con le intenzioni del primo ministro di difendere strenuamente gli interessi essenziali di Israele, considerando l’intenzione espressa da Trump di negoziare rapidamente con Teheran un nuovo accordo che impedisca agli ayatollah di dotarsi di armi nucleari. Senza accordo, ha detto il presidente Usa, l’Iran subirà bombardamenti come “non ha mai visto”.

E con un’azione definita clamorosa dai commentatori internazionali, gli Stati Uniti hanno inviato nei giorni scorsi sei bombardieri B-2 sulla piccola isola dell’Oceano indiano di Diego Garcia. Ossia i bombardieri strategici dotati di capacità stealth, in grado di trasportare sia armi nucleari che la gigantesca bomba bunker da 12 tonnellate, sviluppata dall’America appositamente per colpire gli impianti nucleari sotterranei in Iran. Il ministro della Difesa israeliano Katz, dal canto suo, sembra preparare il terreno pubblicando un documento di intelligence che mostra la richiesta dei defunti leader di Hamas Yahya Sinwar e Mohammed Deif al capo dei pasdaran di 500 milioni di dollari per programmare la distruzione di Israele in due anni.

Richiesta accettata e denaro inviato che – secondo Katz – dimostrano il coinvolgimento di Teheran nel 7 ottobre, e di conseguenza la legittimità di un attacco israeliano. Netanyahu affronterà con “l’amico Trump” anche la partita dei dazi al 17% sui beni israeliani e incontrerà il segretario al Commercio Howard Lutnick. Sul fronte della Striscia, i raid dell’Idf continuano a martellare, specie nel sud e al centro: tra le prime ore di domenica e durante la giornata l’aeronautica ha lanciato diversi attacchi provocando, secondo la protezione civile di Hamas, 44 morti. Il cessate il fuoco nell’enclave sarà al centro del summit del 7 e 8 aprile al Cairo a cui prenderanno parte il presidente egiziano Sisi, quello francese Emmanuel Macron e il re di Giordania Abdallah. Per i coniugi Netanyahu invece è saltata l’ipotesi di trascorrere qualche giorno negli Usa dopo il bilaterale con Trump: il premier dovrà fare rientro mercoledì poiché la procura generale gli ha imposto di essere presente all’udienza nel processo in cui è imputato per corruzione e frode.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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