Il presidente Donald Trump ha alzato il livello dello scontro istituzionale con un attacco senza precedenti nei confronti di magistrati, avvocati e giornalisti, dichiarando apertamente la sua volontà di controllare il sistema giudiziario. In un intervento tenuto direttamente al Dipartimento di Giustizia, Trump ha definito i magistrati che lo hanno incriminato “corrotti” e “squilibrati”, arrivando a dire che meritano la galera.
Un messaggio forte, davanti ai dirigenti del ministero, invitati ad agire contro i suoi oppositori, da lui definiti “lawbreakers”, criminali che violano la legge. Con alle spalle lo stemma del Department of Justice, e introdotto dalla ministra della Giustizia Pam Bondi, sua fedelissima ed ex avvocato personale, Trump ha affermato che contro di lui sono state commesse “violazioni di legge su una scala colossale”. Poi, la sua visione dell’autonomia della magistratura: “Ad agire contro i miei nemici non sarò io, tocca a voi”.
UNA MOSSA AUTORITARIA SENZA PRECEDENTI
Mai prima d’ora un presidente americano si era intromesso in modo così esplicito nel funzionamento della giustizia. Trump ha dichiarato senza mezzi termini: “Sono il capo assoluto del sistema di law enforcement in questo Paese”, rafforzando così il suo tentativo di svuotare l’autonomia del Dipartimento di Giustizia.
L’ex tycoon è sotto inchiesta in più stati e diversi tribunali stanno bloccando alcuni suoi ordini esecutivi ritenuti illegali. Anche una giudice della Corte Suprema, da lui stesso nominata, ha bocciato alcuni provvedimenti dell’amministrazione. Ma Trump ha ribaltato la narrativa, accusando tutti coloro che lo contrastano di essere loro i veri fuorilegge.
ORDINI ESECUTIVI CONTRO STUDI LEGALI VICINI AI DEMOCRATICI
Nel suo discorso, Trump ha attaccato non solo magistrati e oppositori politici, ma anche gli avvocati che stanno portando avanti cause contro di lui. Ha emesso ordini esecutivi per penalizzare due importanti studi legali, rei di aver lavorato per Hillary Clinton, il procuratore Jack Smith e altri esponenti democratici. Una mossa che suona come un avvertimento agli altri professionisti del diritto che potrebbero intraprendere azioni legali contro la sua amministrazione.
ATTACCO FRONTALE AI MEDIA: “QUELLO CHE FANNO È ILLEGALE”
Trump ha poi rivolto la sua ira verso il mondo dell’informazione, definendo la copertura giornalistica sulle vicende del Dipartimento di Giustizia “totalmente illegale”. Ha puntato il dito in particolare contro CNN e MSNBC, accusandole di essere bracci politici del Partito Democratico, e ha aggiunto che il 97,6% delle notizie su di lui sarebbe negativo.
Non è stata risparmiata nemmeno la stampa conservatrice: il Wall Street Journal, quotidiano della destra e di proprietà di Rupert Murdoch, è finito nel mirino del presidente, segno di un’insofferenza crescente verso qualsiasi forma di critica.
UN’ESCALATION DI AUTORITARISMO?
Le parole di Trump sollevano seri interrogativi sul futuro della democrazia americana. La sua volontà di piegare il sistema giudiziario alla sua agenda politica, colpendo giudici, avvocati e media, rappresenta una sfida senza precedenti ai principi di separazione dei poteri sanciti dalla Costituzione.
Il presidente continua a sfidare ogni limite, contando su un elettorato fedele che lo vede come un leader carismatico. Ma con queste dichiarazioni, Trump ha nuovamente acceso il dibattito su quanto la sua amministrazione sia pronta a superare i confini della legalità per eliminare ogni forma di opposizione.