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Trump congela i dazi a Messico-Canada e tratta con Cina

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La nuova guerra commerciale dichiarata da Donald Trump comincia nel caos più totale, facendo oscillare le Borse di tutto il mondo e lasciando nella più totale incertezza amici e nemici. Alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi del 25% contro i due vicini nonché alleati nordamericani e del 10% contro la Cina, il presidente Usa ha sospeso temporaneamente le tariffe prima al Messico e qualche ora dopo al Canada, continuando a trattare con la Cina. Mentre il Telegraph ha rivelato che il tycoon sta prendendo in considerazione l’idea di imporre una tariffa del 10% su tutte le importazioni Ue, graziando forse la Gran Bretagna, nel più classico stile divide et impera.

Con una mossa che sembra una retromarcia ma che potrebbe far parte di una tattica negoziale, Trump ha congelato i dazi per un mese al Messico dopo una conversazione “molto amichevole” con la presidente Claudia Sheinbaum, che “ha accettato di inviare immediatamente 10.000 soldati al confine con gli Usa” con lo scopo specifico di “fermare il flusso di fentanyl e di migranti illegali” negli Usa. Nel frattempo si cercherà di raggiungere un “accordo” tramite negoziati guidati per la parte americana dal capo della diplomazia Marco Rubio, dal segretario al Tesoro Scott Bessent e da quello al Commercio Howard Lutnick, con la partecipazione dei due presidenti. Gli Stati Uniti si sono impegnati invece a combattere il traffico di armi verso i cartelli. “Abbiamo questo mese per lavorare e convincerci a vicenda che questa è la strada migliore da seguire”, ha detto Sheinbaum in una conferenza stampa.

Trump ha riferito di aver avuto una prima buona conversazione anche con Justin Trudeau ma la svolta è arrivata solo dopo la seconda chiamata. A dare per primo la notizia della sospensione per 30 giorni dei dazi è stato lo stesso premier (dimissionario) canadese su X. Il leader canadese ha messo sul piatto un piano da 1,3 miliardi di dollari per rafforzare i controlli al confine con “nuovi elicotteri, tecnologia e personale, un migliore coordinamento con i nostri partner americani, maggiori risorse per fermare il flusso di fentanyl” e circa 10.000 persone in prima linea”. “Inoltre – ha spiegato – il Canada sta prendendo nuovi impegni per nominare uno zar del fentanyl, definiremo i cartelli come terroristi, garantiremo occhi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sul confine, lanceremo una forza d’attacco congiunta Canada-Usa per combattere la criminalità organizzata, il fentanyl e il riciclaggio di denaro. Ho anche firmato una nuova direttiva di intelligence sulla criminalità organizzata e il fentanyl e la sosterremo con 200 milioni di dollari”.

Trudeau comunque era pronto a una risposta simmetrica, colpendo in particolare i prodotti degli Stati repubblicani, mentre la provincia canadese dell’Ontario – la più popolosa del Paese, dove si trovano sia Toronto che la capitale Ottawa – ha annunciato che annullerà il contratto da 68 miliardi di dollari con Starlink, il servizio Internet via satellite controllato da Elon Musk, il ‘first buddy’ di The Donald. Le minacce di Trump hanno avuto l’effetto di solleticare l’orgoglio e il patriottismo canadese, con il boicottaggio di viaggi in Usa e di prodotti statunitensi. Fischiato anche l’inno a stelle e strisce in una partita di basket Nba e di hockey Nhl. Porta ancora aperta sui dazi pure con la Cina, con cui Trump parlerà “nelle prossime 24 ore”.

Nel contenzioso con Pechino il tycoon ha evocato anche il canale di Panama, che a suo avviso è finito sotto il controllo del Dragone, benché dopo la visita di Rubio il presidente José Raúl Mulino abbia promesso che non rinnoverà il memorandum d’intesa del 2017 per aderire alla Via della Seta cinese e che cercherà di aprire maggiormente agli investimenti Usa, compresi i progetti infrastrutturali. Trump ha annunciato una telefonata con Panama venerdì, minacciando che “o otterremo qualcosa di importante o ci riprenderemo il Canale”. Quanto alla Ue, ‘Tariff Man’, come si è autodefinito il presidente americano, ha lamentato “un deficit massiccio” di 350 miliardi di dollari e accusato il Vecchio Continente di aver “abusato per anni degli Usa”.

“Ora vogliono fare un accordo ma deve essere equo”, ha avvisato. Nella sua logica puramente commerciale, Trump vuole qualcosa in cambio anche da Kiev: “L’accesso alle terre rare in cambio del nostro aiuto”. Intanto, dopo l’attacco del Wall Street Journal contro “la guerra commerciale più stupida”, è arrivata una bordata anche dal Financial Times, che l’ha definita “assurda” e “dannosa per l’economia e il potere diplomatico degli Stati Uniti”.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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