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Esteri

Trump attacca Zelensky, “ma è anche colpa di Putin”

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“Una cosa orribile”, che però potrebbe essere stata il frutto di un “errore” da parte dei russi. Donald Trump parla dell’attacco missilistico a Sumy, con un bilancio secondo gli ucraini di 34 morti, tra cui due bambini, e quasi 120 feriti. E, all’indomani della strage della Domenica delle Palme, torna ad attaccare Volodymyr Zelensky che lo aveva invitato ad andare a “vedere” con i suoi occhi i morti e le distruzioni in Ucraina: “Ha lasciato scoppiare la guerra, non ci si batte con chi è 20 volte più grande di te”, accusa il presidente americano non perdendo l’occasione di puntare il dito anche sul suo predecessore, Joe Biden. Ma, da giorni irritato per lo stallo delle trattative per una tregua che il tycoon voleva portare a casa addirittura entro Pasqua, non risparmia anche Vladimir Putin: “E’ pure colpa sua”.

“Penso che sia stato terribile, e mi è stato detto che hanno commesso un errore, ma penso che sia una cosa orribile, penso che l’intera guerra sia una cosa orribile”, ha dichiarato Trump a bordo dell’Air Force One che lo riportava a Washington dopo il fine settimana in Florida. E alcune ore dopo è tornato ad attaccare il presidente ucraino, responsabile secondo lui, insieme a Biden, di avere “fatto un lavoro orribile nel consentire” alla guerra di iniziare. Salvo poi correggere il tiro parlando dallo Studio Ovale: “Questa è una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare. Biden – ha detto – non è riuscito a fermarla e Zelensky avrebbe potuto farlo. E Putin non avrebbe mai dovuto iniziarla. La colpa è di tutti”. Ma il tycoon ha ribadito di volere continuare a cercare una soluzione negoziata. Quella di Trump sembra quasi una risposta risentita alle parole di Zelensky in un’intervista alla Cbs.

“Per favore, prima di ogni decisione, di ogni forma di negoziato, venga a vedere la gente, i civili, i guerrieri, gli ospedali, le chiese, i bambini, distrutti o morti”, aveva detto il presidente ucraino. Che poi è tornato sullo storico scontro nello Studio Ovale del 28 febbraio per accusare il vice presidente DJ Vance di “giustificare le azioni di Putin”. Quanto alla definizione di “dittatore” affibbiatagli da Trump, Zelensky ha risposto affermando che “negli Stati Uniti prevalgono le narrazioni russe”. Secondo Kiev, oltre ai due bambini uccisi a Sumy, se ne contano 15 tra i 119 feriti. Mentre l’ufficio del Procuratore Generale ha detto che dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio del 2022, i minori che hanno perso la vita sono 618 e 1.884 i feriti.

Ma l’Onu fornisce un numero ancora più alto: 669 fino al 31 dicembre scorso. A proposito dell’attacco a Sumy, la versione russa è che obiettivo del bombardamento, compiuto con missili Iskander, fosse una riunione del comando del gruppo militare operativo-tattico Seversk, dove secondo il ministero della Difesa di Mosca sarebbero stati uccisi “60 militari”. Quanto alle vittime civili, Mosca chiama in causa Kiev, accusandola di “usare la popolazione ucraina come scudo umano, organizzando eventi con la partecipazione di personale militare nel centro di una città densamente popolata”. Zelensky ha risposto che “tutti i siti danneggiati sono civili: condomini, negozi, un’area di servizio. Solo una vera pressione sulla Russia potrà fermare tutto questo, sono necessarie sanzioni concrete contro i settori che finanziano la macchina di morte russa”, ha aggiunto il presidente ucraino sul suo canale Telegram. Dura la reazione dei Paesi europei, che si rivolgono anche agli Usa.

“Chi vuole che le uccisioni finiscano in Ucraina deve mettere massima pressione sulla Russia”, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Kaja Kallas, ribadendo che servono più aiuti militari per permettere a Kiev di difendersi. Mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è soffermato sul presunto “errore” di cui ha parlato Trump: “Non so di cosa si sia trattato, ma i russi non hanno fatto ‘un errore’ quando hanno deciso di invadere l’Ucraina, violando qualsiasi regola del diritto internazionale”. Il futuro cancelliere tedesco Fredrich Merz ha intanto fatto sapere che potrebbe decidere la fornitura a Kiev dei missili Taurus, con una gittata di almeno 500 chilometri, che potrebbero essere impiegati dall’Ucraina anche per attacchi sul territorio russo, come già avvenuto con gli Atacms americani e gli Storm Shadow britannici. Una mossa che secondo il Cremlino porterebbe “solo a un’ulteriore escalation” del conflitto. Il falco Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale, ha invitato Merz a “pensarci due volete”, etichettandolo come “nazista”.

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Trump affida il dialogo con Mosca al suo uomo di fiducia Witkoff, uno che fa affari con oligarchi russi

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Donald Trump ha estromesso Keith Kellogg dai contatti sulla guerra in Ucraina. Il generale, pur essendo l’inviato ufficiale della Casa Bianca, è stato considerato in conflitto d’interessi per via del lavoro della figlia, che collabora con un’agenzia impegnata a fornire farmaci a Kiev. La notizia, rilanciata dalla stampa russa e dai servizi d’intelligence di Mosca, ha spinto Trump a escluderlo dalle trattative.

Witkoff entra in scena senza incarichi ufficiali

Al suo posto, Trump ha affidato i contatti con il Cremlino a Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese e suo collaboratore personale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica né una posizione formale all’interno delle istituzioni americane. Tuttavia, gode della fiducia diretta dell’ex presidente e sembra avere piena libertà d’azione nei rapporti con la Russia.

L’ombra dell’oligarca Blavatnik nei suoi affari

A rendere controversa la scelta di Witkoff è il suo socio d’affari, Leonard Blavatnik, miliardario nato a Odessa, naturalizzato americano e britannico, considerato uno degli oligarchi più influenti. Blavatnik è finito nella lista delle sanzioni dell’Ucraina per i suoi rapporti con l’economia russa. Con Witkoff ha gestito operazioni immobiliari per oltre un miliardo di dollari.

Gli affari miliardari costruiti nell’era post-sovietica

Blavatnik ha fatto fortuna negli anni delle privatizzazioni in Russia. Con Mikhail Fridman e Viktor Vekselberg ha acquisito la compagnia petrolifera TNK e, nel 2003, ha siglato una partnership con British Petroleum. L’operazione si è conclusa nel 2013 con la vendita a Rosneft per 56 miliardi di dollari, con l’appoggio politico del Cremlino.

Trump ignora i rischi e tira dritto

Nonostante la posizione ambigua di Blavatnik — che ha definito la guerra “inimmaginabile” senza mai accusare Putin — Trump continua a considerare valido il canale con Mosca tramite Witkoff. Le attività comuni tra i due sono proseguite anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, con un recente investimento da 85 milioni di dollari. Per Trump, nessun problema. O forse, proprio per questo, un vantaggio.

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Il deputato Chiquinho Brazão accusato dell’omicidio di Marielle perde il mandato

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La Camera dei deputati del Brasile ha dichiarato giovedì 24 aprile la perdita del mandato del deputato federale Chiquinho Brazão, uno dei rinviati a giudizio accusati di aver agito come mandante dell’omicidio della consigliera comunale Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes, nel 2018. Lo rende noto Agência Brasil. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Camera ed è stata giustificata sulla base dell’articolo della Costituzione che determina la perdita del mandato del parlamentare che “non si presenti in ogni sessione legislativa a un terzo delle sessioni ordinarie della Camera”.

Brazão è stato arrestato nel marzo dello scorso anno ma ha lasciato il carcere all’inizio di aprile di quest’anno dopo che il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha concesso gli arresti domiciliari all’oramai ex deputato. Nella sua decisione, Moraes ha concordato con il bollettino medico presentato dal carcere di Campo Grande dove era recluso secondo il quale, Brazão ha una “delicata condizione di salute” con “alta possibilità di soffrire un malore improvviso con elevato rischio di morte”.

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Lavrov, Trump ha ragione su direzione Russia-Usa su Ucraina

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“Donald Trump ha ragione ad affermare che Stati Uniti e Russia si stanno muovendo nella giusta direzione per quanto riguarda la risoluzione del conflitto ucraino”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista alla Cbs, riporta la Tass. “Il presidente degli Stati Uniti crede, e ritengo a ragione, che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Le forze armate russe – ha detto ancora Lavrov – stanno conducendo attacchi in Ucraina solo contro obiettivi militari o siti utilizzati dall’esercito ucraino. Il presidente russo Vladimir Putin lo ha già ribadito in più occasioni”.

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