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Cronache

Trovata con feto in un sacchetto, fermata per infanticidio

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Avrebbe assunto un farmaco antinfiammatorio con la volontà di abortire. È l’accusa con la quale la Procura di Napoli Nord ha disposto il fermo per infanticidio della 41enne di origine marocchina che mercoledì scorso era stata soccorsa a Casal di Principe (Caserta) sotto choc e in stato confusionale con il proprio figlio di cinque mesi appena partorito morto, depositato all’interno di un sacchetto. La donna era stata ricoverata all’ospedale Moscati di Aversa e intanto erano iniziate le indagini della Procura di Napoli Nord e dei carabinieri della Compagnia di Casal di Principe per verificare se si fosse trattato di un aborto spontaneo o indotto.

Questa mattina la 41enne è stata dimessa e portata in caserma per l’identificazione, essendo non regolare sul territorio nazionale; i carabinieri l’hanno interrogata insieme al pm Manuela Esposito, contestandole alcuni elementi raccolti in questi giorni, come quelli di origine biologica repertati a casa della donna, dove sono state trovate le tracce dell’aborto, o alcuni messaggi su whatsapp scambiati dalla 41enne con alcuni conoscenti, da cui è emersa la volontà di interrompere la gravidanza, giunta al quinto mese, mediante l’assunzione di un antinfiammatorio che riporta tra gli effetti collaterali quelli abortivi; nelle chat la donna si informava sulle modalità di somministrazione del farmaco.

Sono comunque in corso ulteriori accertamenti finalizzati a ricostruire l’intera dinamica del fatto e ad identificare il padre del feto e persone che possano aver aiutato la 41enne. I carabinieri hanno inoltre verificato che la donna era in Italia da giugno, e viveva con la persona presso cui faceva la badante; la 41enne, dopo essere finita in ospedale, aveva invece detto ai carabinieri che viveva da sola ed era in Italia da anni, pur non sapendo parlare la lingua italiana e avendo bisogno di un interprete.

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Cronache

Fuoco a ristoranti e veicoli, fermato un 29enne a Napoli

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I carabinieri della compagnia Centro a Napoli hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 29enne nigeriano, senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano e già noto alle forze dell’ordine. E’ ritenuto gravemente indiziato di alcuni incendi appiccati in più punti nei quartieri Chiaia e San Ferdinando di Napoli. Secondo quanto ricostruito dai militari dopo l’intervento sul posto e aver raccolto le denunce di alcuni commercianti del centro città, il 29enne avrebbe incendiato, nella notte tra il 7 e l’8 maggio, due ombrelloni posizionati all’esterno di altrettanti ristoranti tra via Verdi e via Santa Brigida.

Avrebbe poi dato alle fiamme due motorini parcheggiati in strada e tentato di incendiare i dehors di alcuni locali. Le fiamme hanno lambito i palazzi vicini alle attività commerciali colpite e sono state spente dai vigili del fuoco Il 29enne, individuato nella Galleria Umberto I dopo un’intensa attività di indagine, è stato portato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.

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Cronache

Turista travolta e uccisa a Palermo da auto pirata

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Una turista è stata investita e uccisa a Palermo da un pirata della strada. L’incidente è avvenuto la scorsa notte in corso Tukory, una strada del centro nei pressi della stazione centrale. Dopo l’impatto l’automobilista è fuggito via. La donna stava attraversando quando un’auto, una Smart secondo alcune testimonianze, l’avrebbe falciata lasciandola senza vita sull’asfalto. A costatare la morte i sanitari del 118. La Polizia municipale e la Polizia di Stato hanno avviato le ricerche per risalire all’auto pirata che sarebbe già stata rintracciata. I rilievi sono stati eseguiti dalla sezione infortunistica della Polizia municipale.

La donna investita è uccisa è una turista polacca, Patrycja Bartosik Weder, di 31 anni. Era insieme al marito. Stava attraversando la strada. Soccorsa dai sanitari del 118 è stata portata in ospedale, ma era già morta.

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Cronache

Lutto nell’avvocatura, è morto Antonio Rossomando

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Lutto negli ambienti giudiziari: è morto Antonio Rossomando, torinese, uno degli avvocati penalisti più conosciuti e apprezzati in Italia. Aveva 90 anni. La notizia è stata data a Torino nel corso di un evento del Pd, al quale la figlia, Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, non ha potuto partecipare. Antonio Rossomando era nato a Tropea. Si laureò in giurisprudenza a Palermo nel 1956. La maggior parte della sua attività professionale si svolse a Torino. Fra il 2001 e il 2005 fu anche presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati torinesi.

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